giovedì, dicembre 31, 2009

polvere al vento

un'urlo per lasciarsi dietro il dolore di quanto avvenuto quest'anno ad AQ, anche se le cicatrici li rimangono e nulla e nessuno potrá farle sparire

martedì, dicembre 29, 2009

prosciutti al ribasso















[Photo by DavidDennisPhotos]


Qualche sera fra una birra ed un antipasto con amici era uscita fuori 'sto fatto che durante queste feste molti prosciutti sarebbero rimasti invenduti, per sarebbe stato il caso di approfittare della caduta dei prezzi. Infatti pare proprio che in Spagna insieme alla bolla del mercato immobiliare ne sia scoppiata un'altra: quella del mercato dei prosciutti. Avete letto bene: prosciutti!

Questo sembra sia avvenuto per due ragioni: un pó per la speculazione (alcuni imprenditori ci si erano buttati a capofitto) ed un pó per il calo della domanda in un contesto di crisi (in fase di crescita non era raro che durante le feste le imprese offrissero ai propri impiegati dei prosciutti: quest'anno no). El País racconta il resto.

festa farina e forca (tempi d'oro)















[Foto by Urbisnauta]

Pare che qualche settimana fa nelle sale del Parlamento di Bruxelles accanto alle altre bandiere nazionali abbia fatto la sua entrata la bandiera Borbonica, quella del Regno delle Due Sicilia, e questo per volontá dell'eurodeputato Rivellini, lo stesso che pochi mesi prima, nello sbigottimento generale, aveva parlato in napoletano in sessione plenaria senza che nessuno capisse nulla.

Il bello è che questa gente, quella che mette su questi spettacolini è la stessa che poi si lamenta che in Europa anon ci prendono sul serio a noi Italiani. Per forza. Altro che panni sporchi lavati in casa. Da noi il bucato si fa in pubblico possibilmente urlando e facendosi notare il piu' possibile. Accipicchia!

PS.: Il bello poi è che l'on. Rivellini è del PDL: ho detto bene del PDL, ossia quelli che s'alleano con la Lega separatista e razzista e che poi o sei con loro o sei anti-italiano. Maperfavore.


"Federico D'Orazio è un giovane studente che si sta laureando in medicina [...] la sua casa è categoria E, fortemente lesionata. Ma vorrebbe tornare presto ad abitarla. Il miracolo italiano ha concesso loro in comodato d'uso questo appartamento. Appartamento che costa ai contribuenti italiani circa ottantamila euro. Mi domando se non sarebbe stato meglio collocarli in un container e spendere il danaro per ricostruire la loro vera casa. Le nostre case vere marciscono sotto le intemperie. Le case finte sono quelle che vedete nel video"
[Miracolo Italiano, Miss Kappa]

Invece di sbrodolarsi in complimenti come si è fatto fino ad ora, 8 mesi dopo il terremoto non sarebbe forse il caso di iniziare a valutare pro e contro della strategia di ricostruzione dell'Aquila? Od anche la fase di valutazione è divenuta una carattesticha degli anti-italiani?

Faccio notare che in qualsiasi corso di progettazzione suddetta fase di valutazione è importantissima ed assolutamente non trascurabile.

lunedì, dicembre 28, 2009

C.A.S.A. TOUR

Un giro per le C.A.S.E. de L'Aquila, ossia le fantasagoriche Costruzioni Antisismiche Sostenibili e quant'altro volute dal nostro presidente. Alla prima botta di vento stagionale si sbullonano i bulloni ed momenti vengono giú le tettoie.

Dice che le tubature si sono gelate e quandomai la temperatura era mai scensa sottozero a L'Aquila?





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il progresso che va sfuggendo

Un reportage del New York Times racconta L'Aquila 8 mesi dopo il terremoto:

"In a country pressed for cash and distracted by the tabloid travails of its prime minister, the success of the emergency efforts has paradoxically fed the impression that L’Aquila no longer needs urgent help"

"What’s the solution? Even while bombs were falling on London during the Blitz in 1940, British planners were conjuring up visions of a new postwar London. Calamity became an opportunity to dream. In the absence of a strong, guiding leadership, strong urban planning laws or public forums where citizens might seriously grapple with a future L’Aquila, there is only the dawning sense that opportunity may be slipping away. But opportunity still exists, perhaps to embrace new architecture alongside old, as L’Aquila did after the earthquake in 1703, when the city became the beloved Baroque one everyone now wants to preserve as if it had always been there. Never a perfect city but a real, living one, L’Aquila might yet become the model for a new sort of 21st century historic center in Italy

[...] Bureaucracy and the wrong priorities bogged down progress"



Vale a dire che la burocrazia e le prioritá sbagliate hanno bloccato il progresso. Ecco appunto.

PS.: Potete trovare la traduzione dell'articolo, qui.

giovedì, dicembre 24, 2009
















"Il successo è l'abilità di passare da un fallimento ad un altro senza perdere l'entusiasmo"
[Winston Churchill]

lunedì, dicembre 21, 2009

l'idea di pace

da capo a quindici

Telecinco, la succursale spagnola del gruppo Mediaset, si è impossessata di una seconda emittente: CUATRO . Questa "scalata" va in coppia con un'altra annunciata pochi giorni fa: quella di Antena3 su La Sexta. I socialisti spagnoli sono coscienti delle conseguenze di queste fusioni?

Giunti al potere nel 2004, dopo gli 8 anni di durissima gestione della TV dei concervatori del PP, i socialisti spagnoli, sotto la spinta riformatrice di Zapatero erano determinati a cambiare le cose affinché non si potessero ripetere gli abusi televisivi compiuti sotto Aznar. Trattavasi di abusi pubblici (gestione assai faziosa della TV pubblica) e di abusi privati (giacché la linea editoriale delle 2 sole emittenti private dell'epoca, Antena3 e Telecinco, era affine ai conservatori del PP, con qualche eccezzione che vedremo più avanti).

Cosí i socialisti, determinati a voltare pagina: 1º) cambiarono il sistema digestione della TVE (NdR.: la RAI spagnola); 2º) cercarono di equilibrare il mercato della TV privata assegnando le concessioni per 2 nuove emittenti televisive (La Sexta e Cuatro) a due nuovi gruppi (diversi da quelli di Antena3 e Telecinco, ed un tantinello meno affini al partito conservatore). Si volevano cosí porre le basi per un nuovo pluralismo televisivo (e creare le condizioni per tutelarsi da eventuali nuovi abusi in stile Aznar).

Ora se la riforma della TV pubblica regge ancora, quella della TV privata si è appena vanificata. Antena 3, gruppo sfacciatamente schierato col PP, si è presa La Sexta (anche lei di simpatie socialiste). E Telecinco-Mediaset si è presa Cuatro. Sicché dopo 5 anni di governo socialista siamo praticamente al punto di partenza, con i 2 soliti gruppi a controllare il grosso dell'offerta televisiva privata spagnola. Se i socialisti, in pardida di consensi, non vogliono rivivere una sorta di Aznar-bis in un prossimo futuro da opposizione, allora devono dari una mossa.

PS.: Quanto alla linea editoriale di Telecinco rimando ad un prossimo post.

love from russia

Parlando di SPAM, forse sará capitato anche a voi che, fra offerte varie di viagra scontato e messaggi di misteriosi eredi milionari africani, vi siano giunte delle mail di una delle tante ragazze (rigorosamente russe od ucraine) che hanno "tanto voglia di conoscerti". Beh, un giornalista de El País, dopo essersi scambiato delle email con una di loro durante un paio di mesi, racconta la sua esperienza.

giovedì, dicembre 03, 2009

l'integrazione silenziosa

Il primo dicembre oltre ad essere la giornata mondiale dell'AIDS è stato un giorno molto importante perché entrato in vigore il Trattato di Lisbona. In tutta questa lunga e tormenantata storia della ratifica è forse sfuggito l'elemento più importante. Se il Trattato implica una novità questa va trovata nel fatto che la Carta Europea dei Diritti il cui valore è stato fino ad ora puramente proclamatorio diventerá vincolante.

Questo significa che partire dall'altro ieri la Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo non si pronuncerá piusolo su questioni di libera circolazione ma anche di diritti. In realté nel suo piccolo già lo faceva, ma ora lo farè ancor di più. Così inizia un nuovo capitolo dell'integrazione e non ce ne siamo neacnhe accorti. E' l'integrazione silenziosa.

Per saperne di più consiglio di leggere quest'intervista a Stefano Rodotá.


PS.: Evidentemente la patria dell'habeas corpus, il Regno Unito, non sará della partita, visto che ha chiesto un eccezzione. Segno palese che quando si parla d'Europa ai britannici gli da fastidio ogni evoluzione che vada aldilà di un mercato comune. E quegli ingenui del continente che pensano di avvicinare i sudditi di sua maestà all'idea d'Europa dandogli la poltrona di alto rappresentante alla grigia e scialba Lord Ashton...

XXY



E' straordinaria la maniera in cui i francesi riescono a parlare della sessualitá, nelle sue questioni più complesse. L'altro ieri Le Monde ha pubblicato un réportage che trattava la questione degli ermafroditismo (per chi non conoscesse la parola vedere qui). E non è la prima volta, dato che l'estate scorsa giè avevano pubblicato tutta una serie di articoli dedicata a queste questioni.

Stento ad immaginare un reportage di questo tipo in un giornale italiano e persino spagnolo (che peraltro risultano essere decisamente "diretti" quando si parla di sesso)

autentica

So che arrivo in ritardo, perché sono uno che le cose le deve rimugginare parecchio, sta di fatto che questa storia della morte del trans Brenda trovata carbonizzata m'ha davvero intristito. "Era bellissima" così la ricordano le compagnie di Via Due Ponti, a Roma in zona Cassia.

Non si sa bene cosa ci stia dietro (qualcuno ha detto che il pc trovato nel lavandino è l'equivalente della pietra in bocca di tradizione mafiosa) ma ciò di cui son sicuro è che mi ha causato una profonda tristezza pensare alla vita al margine in cui sono costrette queste persone, la cui sola colpa è quella di essere nate in un corpo che non sentono loro.

Anelli di Fumo, postandolo, mi ha fatto ricordare questo monologo del film di Almodovar "Tuttto su mia madre". Faceva forse 10 anni da quando l'avevo visto. Ve lo ripropongo:



"...bueno lo que les estaba diciendo, que cuesta mucho ser aunténticas señora y en estas cosas no hay que ser racana? ...porque una es más auténtica, cuanto más se parece a lo que a soñado de si misma."

“…bene, cosa stavo dicendo?, che costa molto essere autentica, signora mia, e in questo non bisogna essere tirchie, perché una è più autentica quanto più si avvicina all’idea che ha sognato di sè stessa”

mercoledì, novembre 25, 2009

come dio comanda

Già ho avuto modo di dirlo: se nella storia di Stefano Cucchi c'è un qualche aspetto positivo, per quanto tutto sia relativo davanti ad un dramma come questo, è la reazione della destra governativa. Vuoi vedere che seppur a rilento stiamo diventando un Stato di Diritto come Dio comanda?

"Stefano allora è diventato un eroe “di fatto”, potremmo dire. Un eroe suo malgrado, come tanti in un’epoca in cui le guerre non si fanno più ma si subiscono. Un eroe insieme e grazie alla sua famiglia che con coraggio e determinazione ha portato davanti a tutti l’evidenza di una storia dai tratti parossistici. Una storia paradigmatica, però, che preannuncia forse un cambio di registro non solo nel mondo delle carceri ma anche nell’approccio della società verso alcune categorie che troppo sbrigativamente vengono derubricate come “emarginate”. Vuoi che siano ragazzi con problemi connessi alla droga, o con problemi di violenza o immigrati: sempre “persone” sono e da tali devono essere trattate. Stefano, insomma, ha costretto tutti a fare i conti con i limiti che uno Stato occidentale deve porsi nella gestione dell’ordine pubblico"

[Fondazione Fare Futuro]

martedì, novembre 24, 2009

il prezzo della fama

"Faccio una fatica enorme a proteggere il buon nome dell’Italia quando nelle conferenze stampa [...] da qualche mese all’estero non si parla d’altro. Vi sembra possibile? Veniamo dipinti solo come dei gran voglioni e furbetti"

Laura Pausini si lamenta di quanto sia difficile in questo momento storico portare alto il nome dell'Italia nel mondo. Rimango stupito dallo stupore della Laura. Bellezza, proprio tu dovresti saperlo: questo è il prezzo da pagare se vogliam una rockstar a Palazzo Chigi!

wanna be a rocksta'





















«Ciò che conta, per noi, è che quest'anno la votazione sia avvenuta all'unanimità, per evidenti meriti dovuti a uno stile di vita per il quale la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian Jones, i Keith Richards dei tempi d'oro sono pivellini in confronto. La «Neverland» di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa, e via così. I comportamenti quotidiani di Silvio - prosegue Antonelli - la sua furia vitale, il suo stile di vita inimitabile, gli hanno regalato, specie quest'anno, un'incredibile popolarità internazionale»
[RollingStone Italia, Dicembre 2009]

In Europa non contiamo nulla e perdiamo parecchi negoziati, ci lasciamo forse sfuggire una carica dopo l'altra e ci facciamo pure ridere in faccia, ma in conpenso abbiamo un presidente rockstar. Vuoi mettere?

PS.: Comunque la scelta di RolligStone oltre ad essere appropriata, è stata davvero geniale. In questo modo si sono assicurati una grande pubblicitá.

domenica, novembre 22, 2009

non un cagnetto















(Non son il vostro cagnetto, Foto di Flickr.com)


"Vogliamo tranquillizzare alcuni (e scorraggiare altri): il futuro ex-primo ministro belga Van Rompuy non sarà il servile cagnetto degli Stati membri. Non si tratta di un novellino che ignora il modo in cui trovare il compromesso fra Stati i cui interessi divergono ed i cui dirigenti hanno un ego considerevolmente sviluppato"

(Editoriale del quotidiano belga, La Libre Belgique)

sabato, novembre 21, 2009

non tutti i giorni

Su El Paìs di ieri in prima pagina della sezione culturale è stato pubblicato un articolo che ricordava i vent'anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia. Vista dall'Italia questa cosa può sembrare scontata. Vista da qui proprio no, dato che non tutti giorni capita di trovarti un articolo a piena pagina a ricordare un italiano, per quanto grande esso sia stato (era il caso di Sciascia). Fra europei si conosce ancora piuttosto male.

ronf, ronf italia



"A nessuno é sfuggita l’inquadratura prolungata di Berlusconi in piedi, nascosto nel mezzo del gruppo di celebrazione, mentre ronronnava a occhi chiusi davanti ai resti del muro. L’Italia schiacciava un pisolo alla faccia dei tedeschi riuniti. Chissà, forse sognava quegli ex che la caduta del muro ha lasciato nudi in mezzo alla campagna. Nudi ma non poveri, almeno in fatto di gas" (JEFF, un commentatore del blog Straneuropa)

giovedì, novembre 19, 2009

sorry massimo



[Occasioni mancate, foto di Flickr]

E' andata cosí. Ma davvero uno ci credeva? Certo che se l'anno prossimo perdiamo pure la battaglia per la guida della BCE, e sará tosta con la Merkel schierata in prima fila per difendere il suo pupillo, mi chiedo che argomenti useranno Frattini ed il Scilvio per giustifcare l'ennesimo schiaffone.

Ragazzi che ci volete fare! È la grandeur della diplomazia berlusconiana. Capace di intessere relazioni speciali con partner come la Turchia e la Russia. Assolutamente incapace di contare in Europa (con dei distinguo, di cui parleró, che però se son di destra non sono certo di matrice berlusconiana).

Nel frattempo cerchiamo di digerire l'ennesima occasione mancata, per l'Italia (perdente as usual) e per l'Europa (con una Sig.ra "Nessuno" come ministra degli esteri europea).

è già domani in Europa



















(Van Rompuy for President? Foto presa da qui)


In questo preciso momento i capoccia di mezza Europa stanno seduti attorno ad un lungo tavolo ovale, per decidere quali saranno le prossime facce dell'UE. C'è il forte rischio di una soluzione di compromesso al ribasso, con dei Signori Europa grigi, noiosi e senza nessuna ambizione europeista.

L'accoppiata migliore sarebbe Verohfstadt-Amato. Uomini con una visione europeista chiara. Non sarebbero dei fantocci nelle mani dei grandi. Anzi, saprebbero dare il proprio impulso. Sta di fatto che se il secondo è stato menzionato nel corso degli ultimi giorni, il primo è inviso agli inglesi, e questo probabilmente per il suo talento politico e per la sua posizione europeista (basti pensare che il suo ultimo libro si intitolava "Gli Stati Uniti d'Europa"). D'altra parte Blair già riuscí a farlo fuori nel 2005, appoggiando il "suo" candidato: Durao Barroso.

La mia seconda scelta sarebbe un altra accoppiata italo-belga quella Van Rompuy-D'Alema. Sarebbe una soluzione di compromesso. Non emozionante come la prima, ma fatta di uomini europeisti senza nessuna voglia di farsi trattare come dei pupazzetti dai vari capi di governi.

Detto questo, non si sa bene cosa accadrá. Gli ultimi giorni si è sentito di tutto. Candidati per tutti gusti: Rumeni, Irlandesi, Lettoni, Svedesi, Finlandesi, Spagnoli last minute, Estoni autocandidati, Francesi come asso nella manica, Lussemburghesi ed un sacco di Inglesi (Balir, Milliband, Mandelson e poi Ashton). Ragazzi, mancava solo che candidassero Topo Gigio ed Asterix. Non è stato un bello spettacolo. Il mondo corre ed i nostri damerini litigano. Non si sono resi conto che non siamo più il centro del mondo (o forse non volgiono rendersene conto).

Ora si vocifera pure che la candidatura lettone stia crescendo. Non ci credo.

Alle 21h30 (prima) conferenza stampa. Fumata nera o Fumata bianca?

PS.:Avete sentito l'argomento del FT che se la prendeva con D'Alema per non parlare l'inglese come loro. Mi sa che non hanno ancora capito che l'UE non è il Commonwealth. E che i loro governanti neanche brillano tanto quando si tratta di parlare altre lingue europee.

PS.: E poi, vogliamo parlare dei governi dell'est che stanno strorcendo la bocca per la candidatura del "comunista" D'Alema? Ma scusate ma come la mettiamo allora con i loro gattopardi di governo ex-comunisti che si sono succedduti al potere dalla caduta della cortina di ferro?

Sorry per il provincialismo di questi ultimi post scriptum, ma dovevo togliermi un paio di sassolini...

mercoledì, novembre 18, 2009

l'europa di domani

Domani si sceglieranno le nuove facce dell'Europa. D'Alema, Van Rompuy, Blair, Ashton, Freida-Veiberge, Gonzalez, Balkanende. Non si sa. Il rischio è che si scelgano i volti piú grigi possibili, cosi che gli Stati Nazioni europei, nani della scena mondialñe potranno giocare a fare i Grandi , illudendosi. Spero che verranno nominate personalitá europeiste e non diafane. 'na parola...

Quanto a D'Alema, beh se c'è una cosa positiva in tutto questo è che la sua candidatura ha generato un dibattito sull'UE e sull'Italia. E questo dibattito poteva essere generato solo da una candidatura forte. Altrimenti la stampa ed i media se ne sarebbero totalmente disinteressati. Come sempre. E non sarebbe stato un bene.

il treno che parte

europa lontana


Il viaggio in Asia di Barack Obama apre una fase totalmente nuova per l’economia e la politica mondiale. Per rendersene conto può essere utile aprire una carta geografica del mondo e cercarvi le Hawaii, dove il presidente Obama è nato 48 anni fa. Piantate in mezzo al Pacifico, queste isole distano circa 8000 chilometri da Washington e 8500 da Pechino. Mentre l’Europa si trova a circa 12 mila chilometri. L’Europa è uno dei luoghi geograficamente più lontani dalle Hawaii [...]

La nuova Asia che Obama ha davanti non è quella che produce magliette a prezzi stracciati, ma quella le cui esportazioni elettroniche sono più del doppio di quelle americane, che sa costruire treni ad alta velocità e mandare astronauti nello spazio e che crea più di metà del software del mondo. In un recente libretto, un noto intellettuale francese, Alain Minc, ha avanzato l’ipotesi che entro breve tempo tutti i premi Nobel possano essere conferiti ad asiatici.

La nuova politica americana parte dalla presa d’atto di questa situazione e dalla volontà degli Stati Uniti di partecipare - senza far giocare più di tanto le superiori dimensioni dell’economia americana quasi certamente destinata a essere tra breve raggiunta dalla Cina - a questo nuovo orizzonte e alle prospettive che così si aprono alla stessa America e al mondo. [...]

L’Europa, per la prima volta da tempi immemorabili, non viene neppure formalmente invitata al tavolo dei grandi. Di fronte a un simile dinamismo e a quest’ampiezza di visioni si scopre vecchia, stanca e divisa. E’ bastata l’opposizione testarda di un pugno di elettori irlandesi e del presidente della Repubblica Ceca a bloccare a lungo un progetto di costituzione, che non è certo il più elevato esempio di quella democrazia che gli europei spesso considerano il miglior prodotto della loro civiltà. All’interno dei singoli Paesi, una selva di interessi - sicuramente legittimi ma minoritari - blocca trasformazioni che possano davvero garantire lavoro per i giovani e pensioni per gli anziani: gli oppositori dell’alta velocità, gli agricoltori per le vie di Bruxelles, gli scaricatori dei porti, i membri di ordini professionali che non gradiscono concorrenza hanno finora fatto prevalere le visioni «corte» rispetto alle visioni «lunghe» che vanno di moda nel Pacifico.

Discuteranno del futuro di tutti, compreso il nostro, senza di noi. Il prossimo «governo» europeo (ancora sfornito di veri poteri) ha un compito molto difficile e, al suo interno, particolarmente gravoso e cruciale sarà il mandato del ministro degli Esteri, che potrebbe essere un italiano. In ogni caso, da qualunque Paese provenga, non possiamo che augurarci che sia all’altezza dei tempi nuovi"

[Mario Deaglio, La Stampa]

lunedì, novembre 16, 2009

la sinistra italiana e l'europeismo: ultima

Parlando dell'europeismo della sinistra italiana chiudo il mio trittico con questi pezzi scelti da un aritcolo pubblicato qualche mese fa su Il Manifesto, giacché secondo me un'articolo europeista di questo tipo assai difficilmente apparirebbe su giornali e riviste di altre testate europee legate alla cosidetta sinistra antangonista. Insomma per una volta possiamo dirlo Viva l'Italia. Ora pero', dopo i post autocelebrativi, poche seghe ed al lavoro:

"A proposito dell’Unione Europea la sinistra dovrebbe avviare una seria riflessione autocritica. Per anni essa ha lamentato, giustamente, il deficit di democrazia dell’Unione generato dalla grande quantità di poteri e competenze trasferiti ad organi, come la Commissione e il Consiglio dei ministri, scarsamente rappresentativi e, soprattutto, sottratti ai limiti e ai vincoli imposti dalle costituzioni nazionali. Ma questa diagnosi si è poi tradotta, di fatto, in un’opposizione al processo costituente europeo, alla cui battuta d’arresto, soprattutto in Francia, la sinistra ha contribuito in maniera decisiva. Certamente il Trattato costituzionale europeo bocciato nel 2005 dal “no” referendario francese e olandese aveva molti difetti, il principale dei quali era quello di consistere in un testo pletorico e illeggibile che includeva, accanto alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione approvata a Nizza nel 2000, il vecchio trattato di Maastricht e poi di Amsterdam che disegnava – e tuttora disegna - un’Europa liberista basata unicamente sul mercato comune [...] Al di là delle intenzioni dell’elettorato di sinistra, esso ha insomma segnato, di fatto, la vittoria dei nazionalismi e dei sovranismi e perciò del sabotaggio del processo, certamente fragile e difficile, di costituzionalizzazione dell’Europa"

"L’integrazione europea, in quanto fattore di pace e di uguaglianza; come ogni processo di integrazione sovranazionale, essa è comunque un antidoto ai nazionalismi, ai localismi, ai razzismi e agli egoismi regionali che stanno prosperando e sviluppandosi, soprattutto in Italia. In secondo luogo per sottrarre l’Europa all’attuale dittatura dei mercati, che resterà tanto più forte e incontrastata quanto più debole sarà l’integrazione giuridica e politica dell’Unione. Giacché un mercato comune senza integrazione politica implica inevitabilmente l’opposizione di ciascuno Stato, a tutela della propria economia dalla concorrenza straniera, contro le politiche sociali e di intervento nell’economia degli altri Stati. Aiuti statali alle imprese, tutela dell’occupazione e politiche sociali suppongono insomma lo sviluppo di una sfera pubblica e di un costituzionalismo democratico di tipo europeo"

"Il (...) rafforzamento del costituzionalismo democratico proviene dall’introduzione di un doppio livello di garanzie dei diritti fondamentali. L’art.6 del Trattato di Lisbona, infatti, “riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 7 dicembre 2000”, cui attribuisce “lo stesso valore giuridico dei Trattati”. E l’art.53 della Carta afferma che “nessuna disposizione della presente Carta dev’essere interpretata come limitativa o lesiva dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali riconosciuti”, oltre che dalle varie convenzioni internazionali, “dalle costituzioni degli Stati membri”. La competenza della Corte di giustizia di Lussemburgo ne risulterebbe così allargata alle violazioni dei diritti stabiliti dalla Carta, aggiungendosi, come un ulteriore controllo di costituzionalità, alla giurisdizione delle Corti costituzionali statali, e offrendo perciò ai diritti fondamentali un secondo livello di garanzie. E anche questo, in tempi come quelli che stiamo vivendo, equivarrebbe a un freno prezioso alle derive in atto nel nostro paese".

[Luigi Ferrajoli, Il Manifesto]

sinistra avanguardista. sinistra europeista

Insomma a proposito di italiani che si autocriticano senza riconoscere i propri pregi, veniamo al dunque: in Italia si lamenta spesso di avere una sinistra autistica, anacronistica, irresponsabile e rinchiusa su sé stessa. Non mi riferisco a quella cosidetta di governo, ma piuttosto all'altra, quella chiamata "sinistra antagonista", quella che ha cercato e cerca di essere al contempo "di lotta e di governo". Insomma parlo di sinistra rifondarola e dintorni. La quale oltre alla sua bella dose di difetti e di colpe (a partire dall'irresponsabile affossamento del primo governo Prodi) si porta addosso pure qualche qualitá.

Ebbene sí, pure il comunismo italiano nel suo anacronismo novecentesco, se lo si guarda bene appare anni luce avanti rispetto ad altri compagni europei. La nostra sinistra, principalmente per merito di Berlinguer, fu capace di passare il guado che altre formazioni comuniste europee non hanno mai saputo ne voluto passare. Quello che divide un certo nazionalismo di sinistra dall'europeismo.

Se altre formazioni comuniste europee (Francia, Spagna, Belgio) si sono sistematicamente opposte all'integrazione europea, esprimendo una posizione quasi monolitica, questo non è stato il caso della sinistra antagonista italiana. La quale seppur in alcuni casi abbia espresso e continui ad esprimere una sua forma di disappunto, non è caduta nella trappola dei loro compagni europei, i quali ostinati nella loro critica eurofoba non hanno voluto vedere che l'integrazione europea non è in sé di destra o di sinistra ma si tratta più semplicmente di un percorso nel quale si cerca di imparare a convivere tra popoli e nazioni che si sono fatti la guerra fino all'altro ieri.

Il guaio è che l'unica alternativa che riescono ad offrire le suddette sinistre europee è il vecchio stato-nazione edulcorato da un vago sogno internazionalista. Ricordo certi slogan agghiaccianti durante la campagna referendaria francese sulla cosidetta costituzione europea. Ricordo pure che i comunisti francesi arrivarono financo ad opporsi all'entrata della Spagna e del Portogallo nel mercato cvmune, nel timore che i pezzenti del sud averebbero potuto rovinare ed affamare i buoni operai francesi.

Ebbene, nel mondo della sinistra "antagonista" nostrana si riesce a parlane di europeismo in un modo in cui gli altri compagni europei risultano incapaci. Fare l'Europa e concludere trattati che rafforzino la cooperazione istituzionale non sono un male. Anzi. Se si vuole costruire un'Europa di sinistra, invece del no a tutto, bisogna continuare in questa direzione ratificando i trattati e lavorando per rafforzare il cosidetto lato sociale. L'Europa diversa si fa con degli "a favore " e non solo a botte di "contro", e questo la sinistra italiana l'ha capito molto prima delle sue sorelle.

italica autoderisione: un pregio od un difetto?

Spesso si dice che noi italiani ci si getta merda da soli e si è incapaci di apprezzare il proprio talento e le belle cose che sappiamo, cosa vera a metá. Perché se è vero che siamo particolarmente propensi a criticarci (cosa che i francesi e gli spagnoli per esempio non riescono a fare oltre un certo limite), è pure vero che anche noi ci sappiamo abbandonare alle nostre ubriacature autocelebrative. Ubriacature un po' ridicole e guascone ma pur sempre ubriacature. Insomma sbronze autocelebrative a parte, è evidente che qualche pregio va riconosciuto agli italiani. A partire dalla nostra capacitá di autoderisione che ci rende un pochettino più aperti agli altri e meno immedesimati (ma non esageriamo).

politica economica europea (europeismi)

"Se Obama può disporre di una leva fiscale omogenea, l’Europa non è in grado di farlo, Non esiste infatti una politica fiscale europea. Non esiste un budget europeo, né una spesa pubblica europea, né un’omogeneità della tassazione. In altre parole non è possibile predisporre una finanziaria europea, in grado di contrastare gli effetti della crisi, come è invece possibile per l’amministrazione Usa".
[Andrea Fumagalli , Il Manifesto]


"Oggi l’ Europa è un «zona economica» di oltre mezzo miliardo di persone che costituisce, quanto a Prodotto interno lordo aggregato, il primo mercato del mondo. In conseguenza di questi assetti strutturali, tale mercato, sottratto all’esercizio di una politica economica o monetaria pubblica, è il paradiso per le imprese multinazionali che infatti dettano lo spartito delle riforme, cercando di purificarlo da qualunque residuo della politica".
[Ugo Mattei, Il Manifesto]


Insomma se con l'introduzione dell'Euro è stato fatto un passo importante, è oramai chiaro che un'unione monetaria europea senza una politica economica propria è un po come un elefante, o forse piuttosto un ghepardo con tacchi e spillo: il potenziale è enorme, ma così non può correre come dovrebbe. Per garantire una "governance" regionale all'altezza del suo ruolo, i paesi dell'Euro devono dotarsi di una politica economica comune. In assenza di tale politica, non saranno certo i cittadini europei a trarre vantaggi da questa siutazione, nei governi che fondamentalemnte dovrano continuare ad reagire in ordine sparso.

domenica, novembre 15, 2009

la banca europea (europeismi)

"Senza la Banca Europea, la crisi sarebbe certo stata peggiore per tutti noi, per tutti i paesi dell’UE, e per buona parte di quelli che più o meno gli stanno attorno. Ma [...] una Banca Europea senza una politica economica e fiscale, senza un’azione finanziaria e sociale comune, non è solo un gigante dai piedi d’argilla ma un ricco coglione obnubilato dalla sua ricchezza"

[Toni Negri, Il Manifesto]

venerdì, novembre 13, 2009

pane al pane (europeismi)

In questa fase di negoziati Andrea Mammarella parla delle pretese europee del Regno Unito e dice le cose così come stanno. Insomma se gli inglesi non sono certo la causa di tutti i mali dell’Unione Europea, è evidente che il loro zampino ce l’hanno messo:

"C’è da chiedersi in base a quali valutazioni storiche, politiche ed economiche il governo di Londra si consideri accreditato a designare le candidature alle due maggiori cariche dell’Unione Europea.

Negli anni ’70 quando la Comunitá Europea era in fase di costruzione i federalisti auspicavano l’ingresso inglese in Europa, allora ostacolato dai vecchi gollisti, come uno degli avvenimenti che avrebbero permesso il decollo definitivo di un progetto federalista

Gli inglesi allora si distinguevano nel frenare iniziative dirette ad alimentare l’integrazione del continente e si adoperavano a diluire attraverso la politica dell’allargamento lo spirito originario della comunitá. La Tatcher paralizzerà per anni l’evoluzione delle istituzioni europee fino a quando non riavrá indietro il suo denaro. Londra ostacolerá la creazione dell’euro a cui presto o tardi sará costretta ad aderire per le difficoltá della sterlina a reggere il peso di un debito crescente […] Tra i governi più screditati negli utlimi anni in patria, quello Brown è il meno accreditato per dare all’Europa gli uomini che le servono per uscire dall’impasse in cui è rimasta per troppo tempo".

[Andrea Mammarella, Il Messaggero]


PS.: Se volete leggere l'articolo nella sua integralitá, andate qua.

mercoledì, novembre 11, 2009

il vero bluff (europeismi)

"(E') giusto allora affermare, come è stato fatto, che «l’Europa è un bluff»? Niente affatto: l’Europa esiste, caratterizza la nostra economia, la nostra legislazione, permea la nostra vita. Il bluff non è rappresentato né dall’idea di Europa né da quanto è stato realizzato sinora. Il bluff sono i leader europei di oggi, l’assenza di una visione politica, gli egoismi nazionali che rischiano di renderci irrilevanti nella nuova governance mondiale in via di costruzione, la distrazione delle forze politiche nazionali, la debolezza e la miopia di quelle europee. Non si tratta di istituzioni, si tratta di politiche e politici"
[Sandro Gozi, Europa]

tutti nani (europeismi-prima)

"L’UE appare debole e irresoluta sulla scena internanzioanle, ció accade perché i suoi membri sono miopie divisi [...] Continua a pesare negativamente l’illusione di contare da soli, solidamente mantenuta dai nostri lider politici. Mentre senza l’Unione siamo tutti dei nani"
[Stefano Micossi, Il Sole 24 Ore]

PS.: Inauguro cosi una serie di citazioni, prese qua e là, che permettano odi far riflettere sull'Europa, sul suo presente ed il suo futuro

un 4 novembre diverso



Ieri leggendo un giornale ho scoperto che in qualche modo quest'anno si è celebrato il 4 novembre, giorno che segna l'anniversario dell'armistizio fra Italia ed Austria. Quel giorno finiva per l'Italia la Prima Guerra Mondiale. Per volonta del ministro della difesa è stata istituita una giornata delle forze armate, nonché festa dell'unità nazionale.

Sinceramente penso che il fatto che quel giorno fosse passato nel dimenticatoio della storia italiana non era un bene: non soltanto per il fatto che non si ricordassero i migliaia di soldati morti in combattimento, ma perché è un male non ricordare i massacri che si sono compiuti in Europa, per secoli terra di guerre e di conquiste.

Se fosse stato per me, se avessi avuto voce in capitolo, se fossi stato in consiglio dei ministri, beh avrei sí appoggiato il recupero del 4 novembre ma come festa dell'Europa o della pace o del ricordo, chiamalo come vuoi. E poi avrei lasciato che il 2 giugno si celebrasse la festa della forze armate. Insomma stavolta tocca dire bravo a Larussa, ma solo a metà.

Dimenticare le guerre ed i morti che si sono lasciate dietro equivale a banalizzarle. Se vogliamo costruire un'Europa forte basata sulla pace, la solidarietà e la fratellanza non possiamo permetterci di dimenticare le cose. Perché l'idea di Europa a cui oggi ci ispiriamo, è nata anche li, su quei campi battaglia, dove vicini si trovavano a spararsi l'un l'altro. E ricordarlo aiuta a non dare tutto per scontato (che si vive in pace, che si passa la frontiere senza passaporto, che si puo' andare a lavorare in un altro paese senza permessi, ecc).

Se non facciamo tutto questo il rischio è di buttare a mare tutti gli sforzi che sono stati fatti per costruire un'Europa diversa da quella che abbiamo conosciuto fino a 50 anni fa: un'Europa unita.


lunedì, novembre 02, 2009

no man's land aquilana



Sette mesi dopo cosi si presenta il centro dell'Aquila. Le rovine ed i calcinacci non sono ancora stati rimossi. E' stato fatto molto, è vero ma un cuore aquilano come il mio, oltretutto molto legato al centro storico, non puo' non rimanere dispiaciuto vedendolo trasnformato in un no man's land dove non s'è manco riuscito a spazzare le montagne di rovine, che quindi rimangono li a complentare questo paesaggio da day after. Pare che sia cosi' per varie ragioni, o meglio interessi, cosi' si vocifera a L'Aquila (non che m'invento nulla, i vigili del fuoco cosi' raccontano)

domenica, novembre 01, 2009

la maglietta ed il campione



Qualche giorno fa sul Manifesto, ho letto una storia che mi è piaciuta assai. Quella di una maglietta. La raccontava lo scrittore Roberto Ferrucci parlando dell'ultimo documentario di Mimmo Calopresti "La maglietta rossa" dedicato ad Adriano Panatta ed alla camicia che indosso quel giorno del 1976 a Santiago del Cile:



"Quella maglietta rossa se ne sta, credo, insieme alla blu e alla verde, dentro a uno scatolone nel magazzino dei miei. Scolorite, immagino, sia dagli anni che dai molteplici lavaggi. Comprate grazie all’accumulo di paghette settimanali e qualche raro bel voto a scuola, in piena adolescenza e, naturalmente, a quell’età, in piena emulazione. Era il 1976, l’anno di Adriano Panatta. La maglietta verde e la blu trionfarono per un’intera estate, da maggio in poi, l’una sostituiva l’altra appena entrata in lavatrice. Erano le stesse magliette (solo qualche misura e tanta classe in meno) che Adriano Panatta indossò al Foro Italico e al Roland Garros di quell’anno, i due tornei che vinse uno dietro l’altro, i due più importanti in terra battuta [...] In tv, le partite erano in bianco e nero, e le magliette di Panatta, gamme differenti di un perpetuo grigio. Ciononostante è a colori il ricordo della tensione provata e vissuta minuto per minuto nell’assistere a quelle lunghissime sfide nella piccola televisione in bianco e nero di casa [...] La maglietta rossa invece fu sfoggiata per l’intera primavera estate successiva alla vittoria della Coppa Davis contro il Cile nel dicembre del 1976, quando, grazie alla pubblicazione di qualche foto finalmente a colori della vittoria a Santiago, fu chiaro che Adriano Panatta aveva scelto quel colore da indossare nella finale. Finale peraltro invisibile, trasmessa solo alla radio, ascoltata la sera tardi, per via del fuso orario, per rendersi poi conto che non c’è nulla di più assurdo che una radiocronaca di tennis. Fino a qualche giorno fa pensavo che la scelta di quel colore fosse stata fatta dallo sponsor, per alimentare le vendite, visto che le verdi e le blu erano ormai andate a ruba fra i ragazzini appassionati di tennis. Serviva qualcosa di nuovo e perciò via col rosso. Inoltre la finale si giocò pochi giorni prima di Natale [...] Forse, però, ha ragione Adriano Panatta. Fa bene, lui, ad aver scelto di raccontarcela solo oggi, quella storia. Perché la storia della maglietta rossa, nell’Italia incarognita e disgustosa che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, è una piccola ma importantissima lezione di storia da dedicare ai mistificatori e ai revisionisti. Quella maglietta rossa, oggi lo sappiamo, ha dato fastidio ai dittatori cileni più di cento cortei e di slogan. E oggi, al pari forse dei calzini turchese del giudice Mesiano, dovrebbe essere indossata ogni volta che l’arroganza e l’ignoranza di un potere ottuso liquida come comunista chiunque osi criticare, controbattere, replicare, accusare. Perché il colore di quella maglietta, oggi come allora, ha un significato, un valore e una forza che nessuno può cancellare"

la forza dell'asse pigliatutto ed i piagnistei italo-spagnoli















"Siamo la coppia piu' bella d'Europa", foto by Flickr.com


Il mercoledi, subito dopo il giuramento del suo nuovo governo, Angela Merkel, ha preso l'aereo e si è diretta a Parigi per andare a trovare Nicolas Sarkozy. Restituiva cosi', la visita che il presidente francese fece nel 2007, il giorno stesso del suo giuramento.

E' una visita carica di simboli, che sta a significare l'importanza dell'Europa per la cancelliera tedesca e per il presidente francese.

Ora, fuori dalla Francia e dalla Germania si lamenta la strategia dell'asse franco-tedesco (sorta di asso pigliatutto), pero allo stesso tempo si risulta incapaci di creare dinamichi simili. Per fare un doanda? Cos'hanno fatto Aznar, Zapatero, Berlusconi, Prodi e gli altri il giorno del loro insidiamento. Furono capaci di prendere un aereo e di recarsi in un paese vicino per manifestare l'importanza che aveva ai loro occhi il processo di integrazione europeo? La risposta la conosciamo.

Quella visita, è ricca di significati, ed agli occhi dei cittadini vuole significare l'importanza della costruzione europea. Con tutti i loro difetti Sarkozy e Merkel hanno saputo farlo.

I nostri primi ministri invece? Si', si', quello che volete, si saranno sicuramente spesi per la "cosa europea" ma non sono stati capaci di gesti simili. E' inutile lamentare l'egoismo del forte asse pigliatutto franco-tedesco, e continuare a piagnucolare. Inutile puntare il pugno sul tavolo. Bisogna prendere l'iniziativa ed offrire alternative.

l'incubo

Non posso nascondere il io profondo turbamente davanti alle foto del cadavere di Stefano Cucchi. Questo è incubo. Ieri sera mentre mi recavo in bici ad un appuntamento, ho visto delle persone, piuttosto innocue che si stavano rollando una canna. Ecco non potuto non ripensare a questa storia assurda. A questo incubo.

Le uniche due cose positive in questa faccenda, ammesso che si possa parlare di lati positivi davanti ad un tragedia di questo tipo sono da un lato la reazione della rete e l'effetto tam tam che né impediscono l'insabbiamento e da un'altro la controreazione della maggioranza di governo, che finalmente, dopo le prime uscite, riscopre la fondamentale importanza dell'habeas corpus:


«Troppe cose inspiegabili. Negli ultimi tempi a Roma sono accadute troppe cose strane e non si può archiviare tutto con superficialità. Un giorno le mele marce, un giorno un’altra vicenda. Siamo purtroppo in un brutto momento» (Maurizio Gasparri, La Stampa)

sabato, ottobre 31, 2009

cosa è successo?

Al momento non risultano essere ancora chiare le circostanze della morte di Stefano Cucchi, il giovane romano, morto pochi giorni dopo essere arrestato per detenzioni di pochi grammi di hashish. Pertanto è necessario che lo Stato crei le condizioni perché venga fatta luce sul caso.

In uno Stato di Diritto, che si voglia tale, cose come queste non devono e non possono accadere.

"Ciò che dobbiamo dunque chiedere con forza allo Stato, oggi, è un’inchiesta trasparente, seria, efficace, rapida, che sappia chiarire in fretta i fatti e che consenta, se risulterà dimostrato che alcuni pubblici ufficiali hanno compiuto efferatezze, una punizione esemplare. Dobbiamo, peraltro, evitare giudizi sommari, condanne a priori, inutili generalizzazioni. Se verranno individuate responsabilità di singoli carabinieri, essi siano duramente puniti; se dovessero emergere responsabilità, anche, di alcuni loro superiori diretti, o tentativi di copertura, anch’essi siano sanzionati con severità" (Carlo Federico Grosso, La Stampa)

mercoledì, ottobre 28, 2009

come loro mi vogliono



Guardate i primi 3 minuti

il regalo
















Rutelli se ne va dal PD (ecco appunto).

Cosi La Stampa: "potrebbe contare sull’adesione di alcuni convinti fans [...] mentre per evitare l’etichetta clericale, Rutelli starebbe tenendo lontana Paola Binetti".

Capito? Prima appioppa la Binetti al PD in nome del cattolicesimo democratico, poi una volta visto che la suddetta ayatollah cattolica non è proprio spendibile politicamente, se ne va e la molla al PD. Bel regalo!

PS.: Ora mi chiedo come si farà a gestire nel PD il simpatico dono rutelliano. Io un'idea ce l'avrei (chiamiamola strategia "Rosa Diez", ne riparlero').

il disco rotto



Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...Giudici Comunisti...Spettacoli disdicevoli ...Tv pagata coi soldi dei contribuenti...

domenica, ottobre 25, 2009

ha votato













Dopo un fine settimana isolato dalla civiltà, mi sono diretto verso casa per votare per le primarie, sperando di poter arrivare prima delle 20h. Votato Ignazio Marino. Ya està! Let's wait and see. Anche se immagino che le cose andranno piu' o meno cosi', come previsto da AnellidiFumo.

binetti mon amour

Ho rimuginato questa storia della Binetti e del voto sulla proposta di legge antiomofobia, so che quello che diro’ non piacerà ad alcuni lettori. Ma tant’è.

Io penso che la presenza di Berlusconi (che non puo’ essere definito né un liberale, né tantomeno un conservatore) ha finito per cristalizzare la sinistra. Mi spiego. Un personaggio come quello del Scilvio, risulta cosi’ indigesto che ha finito per far confluire nel centrosinistra, persone che poco hanno a che vedere con essa.

In un paese europeo “normale” (!) una persona come Paola Binetti avrebbe trovato il suo posto fra i banchi dei conservatori. Senza troppe difficoltà. In Spagna starebbe alla destra del PP (che di per sé è già di destra), insieme a Ana Botella, la moglie di Aznar, ossia quella che paragonava gli omosessuali alle pere e che andava a sfilare contro i matrimoni gay ecc. In Francia, fino all’altro ieri avrebbe trovato il suo posto fra i gollisti (od alcuni centristi dell’UDF), ma oggi nel 2009 con quelle idee il suo posto lo troverebbe forse solo con frange che con un eufemismo definirei radicalmente di destra (un tale De Villers). In Belgio poi, con quelle posizioni, forse sarebbe a suo agio solo con il Vlaams Belang (una specie di incrocio fra Forza Nuova e la Lega de “noantri fiamminghi”).

Ecco, ora in nome dell’antiberlusconismo Rutelli & co. hanno traghettato a sinistra gente che c’entra poco assai con un partito riformatore. Gente il cui unico denominatore è Berlusconi “nun se po’ vedé”.

Poi ci fanno la morale tirandoci fuori la storia del partito che deve rispettare le diversità e , ma qui parliamo di una persona che dopo aver messo a repentaglio la stabilità di un governo Prodi già agonizzante (d’accordo non è stata lei la causa madre della crici, ma sicuramente ha agito da enzima), ora ci si mette di nuovo! Sarebbe potuta uscire dall'aula ed astenersi, invece c' ha tenuto proprio a votare contro ("du gustis è meglio che one").

Non è accettabile. E’ lei che non rispetta il partito, perché c’entra poco con un partito riformatore. E’ stata superata “a sinistra” perfino da una decina di deputati pidiellini. La verità, come dicevo prima, è che il suo posto è nelle file dei conservatori. Punto. Rispetto il suo punto di vista, pero lei deve smettere di ingannare se stessa e gli elettori del PD ed andare nel partito che (Berlusconi a parte) piu’ si avvicina al suo modo di vedere il mondo.

PS.: Continuano a menarcela con 'sta storia dell’inclusività e del partito aperto, e dicono che se la cacciano dal PD sono intolleranti. Sono arrivati perfino a dire che la povera Paola Binetti alla fine non sarebbe altro che un povero capro espiatorio. Ma vi rendete conto!?

E’ tutta una balla, questa dell’inclusività e della diversità. Perché non ci credono neanche quelli che la brandiscono. Perché la veritá che l'inclusività va bene solo con chi pare a loro. Qualche esempio? Il 2006 ed il caso Unione: dopo aver accettato Mastella nell’Unione i capoccia del centro-sx iniazarono a fare le pulci ai radicali voluti da Boselli. Davanti all’aut-aut di Boselli, Prodi doevette mediare e fare inghiottire il rospo al Cicoria. Per Mastella nessuno storse la bocca. Basta guardare il risultato. Chi ha tradito? Chi ha messo in difficoltá il governo? Poi dicono l'inclusività.

venerdì, ottobre 23, 2009

Il TG francese e la tesi di Don Fedele

La Francia dei media, con Sarkozy, è un po meno disinvolta che all'epoca di Chirac. Pero' ieri sera vedendo l'intervista realizzata al figlio di Nicolas Sarkozy dal telegiornale del canale pubblico France2, mi sono chiesto se è vero quello che dice Fedele Confalonieri, ossia che in Italia ed in Francia la situazione non è poi cosí differente. E che pure li' la televisione pubblica deve fare molta attenzione a quello dice.

E' vero, il giornalista del TG francese ha lasciato parlare il giovine Jean Sarkzoy, pero è riuscito pure a fargli delle domande sull'argomento in questione. Mi sono chiesto se nell'Italia splendente del 2009 (cosi me la dipingono gli amici del PDL) il giornalista delTG1 sarebbe stato capace di invitare Pier Silvio e di porgli delle domande serie e secche senza essere oggetto di rappresaglie.


Jean Sarkozy au JT de 20h sur France 2 - Epad
Cargado por made-92. - Las últimas noticias en video.


Ma poi, secondo voi, in Italia qualcuno si sarebbe scandalizzato davanti al caso di raccomandazione dell'ennesimo "figlio di papà"? E qualcuno si sarebbe mai dimesso?

aznavour e le primarie

Volevo scrivere due cose sulle primarie del PD, ma non mi esce molto. In TV vedo la faccia di Aznavour e nel frattempo sento una sua vecchia canzone....



Una delle cose che mi piace di piu' di queste primarie è che siano aperte. Sarà positivo o negativo; non so, ma la cosa mi convince e corrisponde con l'idea di società inclusiva che io ho. Idea inclusiva, tanto che, si permette di votare a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia. Bisogna procedere in questa direzione, senza aver paura del futuro e senza cadere in trappole identitarie.

"Emmenez moi au bout de la terre, Emmenez moi au pays de merveilles, La, la, la, la"

venerdì, ottobre 16, 2009

socialisti europei?

Approfitto per trattare un vecchio tema. Qualche tempo, quando il Parlamento Europeo, rinnovava il mandato del presidente della Commissione Europea, Durao Barroso. Il giornalista francese Quatremer spiegava nel suo blog come mai i socialisti spagnoli e portoghesi hanno deciso di votare per lui votato, che ricordiamolo è un conservatore, e non è stato appoggiato dagli altri socialisti europei del PSE (di cui spagnoli e portoghesi appunto fanno parte). Appena posso torno sull'argomento.

mercoledì, ottobre 14, 2009

3 in corsa

Per farsi un'idea sui 3 candidati alle primarie del PD

europeismo socialista?















[L'europeismo se ne è andato. Torna? Foto by Flickr.com]



Pensando di nuovo alla notizia del presunto cambiamento di strategia tedesco , colpice una cosa: che questo cambio "europeista" coincide con il ritorno dei socialdemocratici nei banchi dell'opposizione. Come se costoro durante i suoi 8 anni di governo ed i 4 di coalizione fossero stati incapaci di dare una vera impronta europeista alla politica tedesca, e questo nonostante la presenza di persone dello spessore di Joschka Fischer. Vero Sr. Schroeder?

E' l'ennesimo segno che i socialisti europei hanno perso per strada la loro matrice europeista. Si sono distratti. Inutile stupirisi poi se a Strasburgo non siano piu' maggioranza da anni. Basta guardare la Francia, di cui già si era parlato, dove gli euro-dubbi del PS sono una costante dalla sconfitta del 2002. E' il cane che si morda la coda. Fino a che non ritroveranno un vero europeismo, sarà difficile che tornino a vincere.

un seggio europeo a new york




















Photo by Flickr.com


Pare che dopo anni di lotta per ottenere un proprio seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Germania abbia deciso di cambiare di strategia e di puntare su la creazione di un seggio permanente europeo.

La scelta è quella giusta, invece di ragionare in chiave di stato-nazione, se l'Europa vuole contare deve imparare a giocare in squadra. Non è questione di "europeismo a prescindere" ma di puro pragmatismo. Agganciarsi ad un passato che non esiste piu, e continuare a giocare alla grande potenza imperiale con il proprio seggio permaenente, come forse sognano ancora Francia e Regno Unito, non ha senso davanti a dei colossi in crescita quali sono Cina, India e Russia. Lavorare per un seggio europeo, vuol dire lavorare per preservare un domani il proprio presigio e la proprio influenza un domani. E questo non potrà essere fatto se non giocando in squadra. E' un questione di sopravvivenza.

Detto questo la verità è che non ha molto senso parlare di un seggio europeo fino a quando non avremmo una politica europea estera comune, ben coordinata. Poi non è che il seggio europeo arriva cosi all'improvviso. Per ottenerlo è necessario un intenso lavoro di lobby (a cui l'Italia si presta da diverso tempo) ed una preparazione.

In suo articolo, l'ex ambasciatore italiano Fulci dice le cose chiaramente: prima di tutto bisogna puntare ad una cooperazione de facto. Vista l'inamovibilità degli inglesi e dei francesi (quando mai rinunceranno al loro seggio in nome di un seggio europeo!), bisognerebbe fare in modo che ogni qualvolta un paese europeo ottenga un seggio provvisorio nel consiglio, questo venga condiviso col paese europeo che esercita la presidenza di turno. Iniziando dal prossimo semestre.

E procedendo cosi', poco a poco, si creerebbero i pressuposti per la creazione di un seggio europeo. Pero' per fare questo bisogna prepararsi e lavorare sodo.

mercoledì, settembre 16, 2009

la garrula nazione ed il premier pop

Il Giornale, vale a dire la "Pravda" berlusconiana, è vero che ultimamente si abbandoni a colpi sempre piú bassi, peró, peró.... qualche soddisfazione continua a darctla dai: perché scrivono non male e sopratutto perché ti fanno scompisciare dalle risate. E scusate se non è poco per questa "garrula nazione".


"Si può sempre fare di meglio, lo sappiamo. Il Creatore in sei giorni ha montato l'universo, talmente bene e talmente in fretta da concedersi persino un giorno di riposo alla fine del maestoso bricolage. Ma a Berlusconi, che pure non ha mai nascosto di considerarsi soltanto un gradino sotto, nemmeno il più carogna degli avversari potrebbe onestamente chiedere di meglio. Cinque mesi dopo il terremoto criminale, le prime case sono pronte. Case vere, come si compiace di specificare il premier, non baracche e container. Oggettivamente un enorme salto di qualità per la fulgida tradizione di questa garrula nazione, dove da sempre i terremotati invecchiano malinconicamente nell’attesa di chissà quando".

"Certo il premier non è tipo da comprimere dentro di sé la soddisfazione delle proprie opere. Questa sfida dell’Aquila [...] l’ha mandata avanti nel suo stile pop, con lo stesso, cocciuto, tenace orgoglio di quand’era solo imprenditore, puntando dritto al risultato. E adesso che il risultato c’è, inutile chiedergli di sparire dalla scena: non è da lui. Passionale com’è, per nessun motivo al mondo si perderebbe il gusto di questa vittoria"

mercoledì, luglio 22, 2009

L'Italia che conta

Eh si questa è questa l'Italia che conta (con tante scuse alla Iva, lei c'entra poco, la colpa è sopratutto della pochezza della nostra classe dirigente). Proprio quando l'Italia avrebbe bisogno di piu' Europa, e Francia e Germania dormono. L'Italia è catalettica. Non ne azzecca una. (e non è una questione di colore politico).

martedì, giugno 30, 2009

soprese italiane

Il deputato piu' giovane del nuovo parlamento europeo, si chiama Emile Turunen, una danese di 25 anni . In cambio, il piu' anziano ha 81 anni ed è .... italiano! Che sorpresa! No?

PS.: L'eurodeputato italiano in questione è un tale Ciricaco De Mita? Che per caso l'avete mai sentito?

lunedì, giugno 29, 2009

gatti e principati

A proposito delle interviste di cui parlavo prima queste forse le citazioni piu' gustose :

"Nel nostro Parlamento non ci sono rappresentanti del popolo, ma piuttosto rappresentanti del principe, nominati proprio come il principe nominava i suoi scudieri" [Antonio Di Pietro, El Mundo]

"Fini oramai è un in pensione [...] Se stesse al potere mi fiderei di lui di meno del mio gatto" [Giovanni Sartori, El Pais]

interviste

Questi ultimi giorni i giornali spagnoli hanno pubblicato un bel po' di interviste di personalità italiane: prima Giovanni Sartori su El Pais, poi Antonio Di Pietro su El Mundo, ed infine Roberto Benigni (di nuovo su El Pais).

L'Italia riscuote molte attenzione queste ultime settimane, e sicuramente è cosi per tutto questa faccenda di gonne, foto e registrazioni. Ah è proprio vero: tira piu un pelo di ....

quelqu'un m'a dit (qu'on t'appelle)



Questo è lo scherzetto che un giornalista spagnolo (una specia di "Iena" a sé stante) ha fatto qualche mese fa a Sarkozy durante una conferenza stampa a Bruxelles.

separati ma molto vicini

«Dormo solo in un letto matrimoniale. Non si sa mai, dovesse arrivare qualcuno.... Chi dorme solo ha il vantaggio che non s'illude, non si fa dipendenze. L'ideale sarebbero due letti molto vicini»

(Renato Zero, La Stampa)

venerdì, giugno 26, 2009

tutto va al meglio ne migliore dei mondi

Secondo il consiglio dei guardiani, non c'è stato nessun problema. I risultati delle lelezioni son quelli e non si discute. Tutto regolare. Pure i brogli. Nel frattempo si tortura, fucila ed amazza gente solo per non essere d'accordo. Di nuovo complimenti.

dialogues (Septembre, 2001)

-Michael Jackson, c'est n'importe quoi! Le pauvre, regarde qu'est ce qu’il est devenu à force de suivre ses caprices. Il est complément dévisagé, il n'est plus ni chair, ni poisson

-Mais non, tu ne peut pas parler comme ça. Nous, nous ne pouvons pas nous permettre de parler comme si on était au bar du coin. Non, nous pouvons pas tenir ce type de discours, sans considérer qu'est ce qu'il y avait à la base de la vie de Michael Jackson. La condition de vie d'un enfant noir aux Etats Unis, l'influence du mythe de l'homme blanc américain, riche et puissant. La difficulté de s'accepter dans ces conditions.

il dramma di michael




La morte di Michael Jackson mi rattrista. Seppur non sia mai stato un suo grande fan, riconosco il suo grande talento. I suoi album degli anni '80 rimaranno delle pietre miliari nella storia della musica pop.

Quello che piu' mi dispiace è il triste epilogo di questa storia, quella di una persona che voleva essere qualcosa che non era, e ripenso a quella frase di Shakespeare di cui parlavo la settimana scorsa:

"E questo soprattutto: sii sincero con te stesso, e ne seguirà, come la notte segue il giorno, che non potrai essere falso con gli altri"

So bene pero' che dietro tutta storia di un uomo nero che voleva essere bianco, si nasconde il peso del mito americano dell'uomo bianco, ricco, potente e di successo, con il quale il piccolo Jackson deve essersi confrontato sin dall'infanzia.

All'epoca non c'era un Obama, ed i neri non credo che se la spassassero. Non credo nemmeno si profilasse la speranza di un possibile riscatto al di fuori dallo sport e dalla musica. L'ironia della vita fa si che Michael, se ne va proprio quando Obama è presidente per quello che è: non un nero, né un bianco, ma un americano. E su questo non c'è colore che regge.

martedì, giugno 23, 2009

simpatici (ma terribilmente fessi)



Veniamo al dunque, il Presidente del Consiglio italiano puo' essere simpatico quanto vuoi e sicuramente lo sarà, ma dopo aver fatto battute tipo questa con un collega europeo, oltretutto a pochi minuti di un Consiglio Europeo, pensa davvero di favorire la credibilità del paese?

Invitare presidenti e primi ministri europei nelle proprie ville, raccontargli barzellette, ecc. sicuramente permette di guadagnarne la simpatia di queste persone, ma questo non garantisce in nessun modo gli interessi del paese. Se non conduci un lobby puro e duro, se non scegli le persone giuste, non basterà certo invitare un collega europeo nella tua villa in Sardegna per rendere vincente la tua strategia diplomatica. La dimostrazione è il fatto che gli amici Blair, Aznar, Sarkozy non hanno mai esitato a privilegiare i propri interessi contro quegli italiani e questo nonostante la "grande amicizia": la vicenda polacca ne è l'ultima prova (dove il grande amico Nicolas non ha esitato a fregare l'amico "fesso" italiano, consegnando la presidenza del Parlamento europeo al candidato polacco)

Se poi si vuole credere che tutto va al meglio nel milgiore dei mondi, e che l'Italia in campo europeo non fa altro che incassare una vittoria dopo l'altra, beh si è liberi di crederlo. Pero' poi non si venga a piagnucolare al prossimo ceffone che si prende in campo europeo.

lo schiaffone polacco

Premesso che la presunta debolezza dell'Italia in campo internazionale e particolarmente in campo europeo ha delle radici ben chiare. Come spiegare l'ennesimo schiaffone preso in campo europeo? Come mai il Governo Italiano non è riuscito a piazzare il proprio candidato alla presidenza del Parlamento Europeo (PE), facendosi battere perfino dalla Polonia?

Secondo me questo non è legato certo (od almeno non solo) alle facende private del nostro presidente del consiglio. Il fatto è che il candidato italiano in questione, l'eurodeputato del PDL Mario Mauro, sarà pure stato una brava persona ed abile deputato ma la verità è che risulta sconosciuto ai piu'. Forse se si ambisce davvero e conquistare la presidenza del PE si dovrebbe puntare su un personaggio di maggior spessore: per dire Buzek, il candidato polacco che ha prevalso su Mauro, è stato primo ministro. Borrell, ex presidente del PE era anche un pezzo grosso del partito socialista spagnolo. Mauro sarà pure validissimo, ma apparentemente, al di fuori della cerchia ristretta di Bruxelles e di Strasburgo risulta sconosciuto ai più.

L'Italia probabilmente ha giocato male le sue carte (scarso lobbying) facendosi cosi' superare dalla Polonia. Se si vogliono raggiungere degli obbiettivi in campo europeo non si deve pensare che questi vengano raggiunti per divina concessione: bisogna darsi da fare, curare interessi, stringere alleanze, ecc. Se un paese come la Polonia, riesce a prevalere sull'Italia, e questo nonostante l'handicap di un fortissimo tasso di astensione alle elezioni europee ed un peso demografico e politico inferiore a quello italiano (e del PDL), beh allora bisogna porsi delle domande circa la maniera in cui si pretende difendere i propri interessi.

lunedì, giugno 22, 2009

le comiche



Ma quali sono le comiche di cui parla il Presidente del Consiglio: si tratta delle domande fatte dal giornalista o della politica estera italiana? Detto in altre parole, che prestigio potremo mai ricavare da queste faccende da camera da letto fatte di "escort", ninfette e quant'altro? Che credibilità ha l'Italia quando in un tavolo di negoziati si presenta con un primo ministro in queste condizioni (mi riferisco a qieste storie)? Azzardo una domanda: non sarebbe il caso che il centrodestra si cerchi un successore a Berlusconi che garantisca maggior forza e prestigio al paese?

PS.: Detto questo, io che giornalista non sono, né saro' mai, se fossi stato il corrispondente de L'Unità, sapendo che il Premier non risponde sull'argomento, sopratutto al proprio giornale, e che ha la coda di paglia, forse avrei cercato di formulare la domanda in altro modo.

un sconosciuto da conoscere














[Photo by Flickr.com]

Oggi in India si sono celebrati i funerali di Vicente Ferrer, ex-missionario gesuita e fondatore di una ONG locale: la Fundacion Vicente Ferrer. Ferrer durante la sua vita ha condotto una lavoro importantissimo in India. Questo benefattore di origine catalan, pressoché sconosciuto in Italia, viene celebrato in questi giorni in Spagna ed in India. Assicuro che vale davvero la pena leggersi la sua storia e saperne un po di piu'.

Italia ceka

Su Pressueuropa è apparso un articolo del quotidiano Mladá Fronta DNES dove si fa il bilancio, non certo positivo della presidenza ceca. Il bello è che se nell'articolo si sostituiscono i riferiementi alla Repubblica Ceca con dei riferimenti all'Italia, beh ci si rende conto che riflette increbilmente la situazione italiana. Facciamo una prova:


Questa situazione riflette la difficoltà delle nostre relazioni con l'Unione europea: riusciamo sempre a evitare il peggio, ma il più delle volte non riusciamo a mettere in evidenza il nostro potenziale [...] Continuiamo sempre a lamentarci di essere una piccola nazione, incapace di imporsi. E quindi non facciamo nulla, limitandoci a dire: "Sono sempre i francesi e i tedeschi a tirare la carretta".

La presidenza avrebbe potuto accrescere la fiducia nei nostri mezzi; avrebbe potuto mostrare che siamo un paese europeo capace di farsi rispettare dalle altre nazioni e di ottenere risultati [...] Grazie alla capacità dei nostri funzionari [...] e dei nostri diplomatici a Bruxelles, abbiamo ottenuto maggiore considerazione. Ma senza una rappresentazione politica di peso, il loro lavoro è praticamente invisibile; sono i nostri politici a fare la (nostra) reputazione nell'Unione europea e a permetterle di essere influente. E sono loro che non hanno superato l'esame europeo.

cicinho: come te nessuno



Ieri sera l'entusiasmo per l'autogol di Dossena, nella partita dell'Italia contro il Brasile, mi aveva fatto sbilanciare. Il suo sarà stato pure un grande autogol, ma quello di Cicinho contro il Bologna, resta il migliore dell'anno, un vero capolavoro (vedete qui sopra). Per il resto Sconcerti inizia il suo pezzo sul Corriere cosi': "È finita come doveva finire". Ecco, appunto.

domenica, giugno 21, 2009

come a cicinho (anzi meglio)



Credo che anche il povero Cicinho debba inchinarsi davanti cotanta classe. Stasera è stata scritta un'altra grande pagina del calcio mondiale. Che autogol! Per altro che volete dire circa la brillante prestazione italiana in questa Confederation Cup: era tutto previsto!

martedì, giugno 16, 2009

nemmeno in Italia

In Spagna, 72% degli aborti sono realizzati in strutture private ed a spese del paziente (lo stato non ti dà un soldo). Nelle strutture pubbliche il resto del 28%, e questo anche per via dell'obiezione di coscienza*: roba che nemmeno in Italia.

* in realtà trattasi di paraculite acuta, piu' che di obiezionedi coscienza

metodi speditivi

Altro che riforma Alfano per migliorare la giustizia, in Spagna hanno trovato un sistema molto piu' speditivo per snellire il lavoro dei tribunali: buttare i faldoni dei dossier giudiziari in corso direttamente nei secchi della spazzatura. E apparentemente non si trattava neanche di una pratica isolata: sono stati scoperti vari casi da Siviglia a La Coruña, passando per Siviglia e Barcellona

essere se stesso

Ieri, John Carlin sul Domingo, il supplmento della domenica di El Pais, raccontava il dramma di Gordon Brown e del suo declino. Secondo Carlin la ragione del fallimento di Brown sta nel fatto di voler essere qualcun'altro: ossia Tony Blair. Le chiave del suo declino starebbe quindi nel fatto di non essere stato fedele a sé stesso, e cosi cita Shakespeare:

"E questo soprattutto : sii sincero con te stesso ; e ne seguirà, come la notte segue il giorno, che non potrai essere falso con gli altri" [qui la versione originale]

lunedì, giugno 15, 2009

buone nanne

Oggi l'Italia esordisce nella Coppa della Confederazioni. La verità è che non suscita molto interesse. Nessuno la da per favorita. Come nel 2006 dirà qualcuno: dove poi abbiamo vinto. Non proprio direi io... A differenza del 2006, dove la nazionale era data per spacciata e lontana da ogni pronostico, ma comunque animata da una forta voglia di riscatto, questa volta in fondo neanche lei ci crede alla vittoria, e forse neanche interessa. Non tanto per l'età media della squadra quanto per quella che chiamo sindrome della pancia piena. Quando hai già vinto una volta, perché sforzarsi di nuovo? Meglio rilassarsi e godersela per almeno 10 anni.... Insomma: Sogni d'oro!

insulto da querela

"Della lettera di Gino (come chi è Gino? Gino, l’ex ragazzo di Noemi, la figlioccia di Papi che si è separato da Veronica che, secondo Daniela, starebbe con Alberto), pubblicata nei giorni corsi dal «Corriere della Sera», mi ha colpito il passaggio in cui l’autore fa l’elenco delle contumelie ricevute dopo l’intervista in cui raccontava le telefonate fra la sua morosa e il Gatsby di Villa Certosa. «Dicono che sono un Camorrista, Boss, Bugiardo, Leader di Sinistra, Falso, Diffamatore, insomma una schifezza d’uomo». Nel mondo di Gino, che è il mondo del popolo, essere leader di sinistra è ormai un insulto da querela". [Massino Gramellini]

Ieri non parlavo di quali sono i peggiori insulti secondo gli italiani? Beh, ecco a quelli anda va aggiunto quest'altro ("lea-der di si-ni-stra"). Forse è su fatti come questi che il PD ed il resto del a sinistra dovrebbe riflettere.