venerdì, ottobre 29, 2010

normalità

Qualche anno fa, passando davanti Palazzo Chigi vidi uscire la moglie di Romano Prodi, allora Premier. Lo feci notare alla persona straniera che mi accompagnava. La quale rimase stupita dalla normalità della scena: diceva che la signora Prodi sembrava una cittadina come tante, una persona qualsiasi senza sirene nè auto blu.

Ecco, in questi giorni, davanti allo spettacolo sconfortante offerto dal vecchio sultano (che non governa) e della sua rumorosa corte, reclamo un pò di quella normalità. Rivoglio un paese normale!

buongiorno russia

Intervistato sui festini in salsa arcorese, Emilio Fede afferma che in fondo è una cosa privata e che “anche il presidente Putin si circonda di belle ragazze nella sua dacia e nessuno ha niente da dire». Capito mica la Francia, la Germania, o, che sò, gli Stati Uniti. Il nostro modello oramai è la Russia.

PS.: A proposito di Europa, pare che ieri il nostro presidente sia arrivato in ritardo al Consiglio Europeo, giungendo a riunione iniziata. Poi se la menano con questa retorica dell’Italia che conta solo grazie a loro (anzi a Lui).

mercoledì, ottobre 27, 2010

poco talento

Proprio mentre il paese discute delle affermazioni di Marchionne, e l'UE rincara la dose confermando che l'Italia risulta in fondo alle classifiche dei paesi competitivi. Sciltian Gastaldi in poche righe spiega una delle chiavi del problema: la cosidetta guerra del talento.

In un mondo dove la ricchezza di un paese si misura oramai in base al “talento” straniero che è capace di attirare e trattenere (scienzati, ricercatori, tecnici, imprenditori innovatori, ecc.): i nostri guvernatur lungimiranti applicano una politica cieca ed autistica. Il peggio è che questa gente ottiene pure parecchi voti.

Non è sufficente avere in mano la ricetta per guarire il paese*, ma bisogna essere capaci di convincere la gente. Come diceva qualcuno il problema non è Berlusconi (o Cota) in quanto tale, ma la gente che lo vota.

* La ricetta per cercare di curare il paese uno ce l'avrebbe, però ci si chiede se ci sia la reale volontà di passare poi all'atto pratico.

pajata tour

"A proposito di infortunati, migliora la caviglia sinistra di Adriano che comunque reterà fuori. Complice lo stop, il brasiliano è risalito di peso e sta pensando di tornare in Brasile a gennaio"

Così sul Messaggero di oggi. D'altra parte questo blog già dall'inizio aveva più o meno previsto dove sarebbe andata parare 'sta faccenda di Adriano. Insomma ora che si è fatto il suo bel giro per le osterie romane, il cicciobello brasiliano è pronto a tornare. Come dire: Mangio faccio un rotto e me ne vò.

PS.: Adrià, prima di andare però almeno una mancetta lasciala!

martedì, ottobre 26, 2010

un'altra cosa



Ho visto il sequel di Wall Street, il film di Oliver Stone. In piena crisi economica mondiale mi aspettavo una critica sferzante del sistema. Un parabola dai toni duri e severi. E pure un pò moralista. Insomma una cosa alla Stone dei migliori tempi. Invece nel film la critica risulta assai velata, immersa in un polpettone sentimentale padre-figlia-fidanzato.

Il film è un prodotto onesto, oltretutto riesce ad illustrare schematicamente alcuni dei meccanismi che si trovano alla base di questa crisi (la storia della madre ultra indebitata che su dedica alla compravendita di case è esemplare). Ma insomma in un periodo movimentato come questo, adatassimo al sequel, da Stone mi sarei aspettato ben'altra cosa.

senza



Stiamo davanti una squadra senza allenatore e senza padrone*. Una squadra senz'anima. Un ectoplasma insomma.

* Anche se ce li ha è come se non ci fossero.

lunedì, ottobre 18, 2010

brutta piega

"Una discussione sul deficit pubblico con un "falco" tedesco non è molto diversa da una conversazione che si poteva avere nel come pcon i falchi americani che nel 2002 eran favorevoli ad un attaco in Irak [...] Quando peggiorerà la situazione? Sarà di nuovo come nel 1937? Non lo so. Quello che so è che le politiche ecomoniche mondiali hanno preso una brutta piega, e che la possibilità di un lungo periodo di stagnazione aumentano ogni giorno di più"

[
Paul Krugman]

miracolo aquilano

"L'Aquila appare come un mostro con le cuciture di Frankenstein. La ricostruzione non è mai partita. Circa 17mila persone alloggiano nel piano c.a.s.e, a fronte di un fabbisogno abitativo di 32mila persone. Almeno 5mila persone sono ancora negli alberghi e alloggiate nelle caserme. La maggior parte degli sfollati (perché dopo 18 mesi ancora di sfollati stiamo parlando) si è arrangiata come può: case di legno più o meno abusive, parenti, amici, soluzioni di fortuna. I lavori alle case con danni lievi sono in notevole ritardo, il centro storico è per il 90% inaccessibile alla cittadinanza, presidiato dai militari. In ogni angolo del centro ci sono piantonamenti dell'esercito, elemento che fa percepire alla cittadinanza una volontà di militarizzazione e infantilizzazione. Più della metà della forza lavoro è in mobilità, cassa integrazione o licenziata. Il tasso di disoccupazione giovanile è di 10 punti percentuali superiore alla media nazionale"

[Intervista a Mattia Fonzi]

sabato, ottobre 16, 2010

essere europeisti

Quando sento parlare di "europeisti" ho come l'impressione che la gente faccia molta confusione. Descrivono in termini caricaturali qualcosa che no conoscono. Spesso in termini negativi. L'europeista in sostanza non sarebbe che un buonista europea, convinto dellla bontà delle istituzioni europei e convinto che grazie a Bruxelles tutto va bene nel migliore dei mondi. No signor, non è così.

Essere europeisti nel 2010 significa essere coscienti dei 100.000 difetti ed imperfezioni della non-Unione Europea così come della scarsa qualità dei leader attuali che la governano, pur tuttavia ritengono che una seria Costruzione Europea sia fondamentale, soprattuto se i paesi europei hanno intenzione di contare ancora qualcosa nello scacchiere mondiale. Insomma: “United we stand, Divided we fall”.

iniziative popolari e lentezze brussellessi

Il Trattato di Lisbona ha introdotto la possibilità per i cittadini europei di presentare iniziative legislative popolari attraverso la raccolta di un milione di adesioni. Si tratta di una grande novità visto che fino ad ora l'iniziativa legislativa europea era essenzialmente nelle mani della Commissione Europea (che però, è bene dirlo, lavorava sprattutto in base ad input nazionali).

Solo che una volta stabilito un diritto, se si vuole dargli reale attuazione questo va regolamentato. Un pò come per il referendum in Italia per la cui attuazione era necessario un regolamento. E così, nel dicembre scorso, appena entrato in vigore il Trattato, Commissione e Parlamento Europeo si mettono al lavoro per cercare di fissare queste regole. A quasi ad un anno di distanza, ancora lì stiamo, i nostri discutono e non riescono a mettersi d'accordo sulla bozza del regolamento. Si parla di una decisione non prima dell'inizio del 2011.

Il fatto è che mentre i nostri cari continuano a discutere, i cittadini europei, assai più lesti, si sono già dati da fare organizzando la prima iniziativa popolare europea, il cui scopo è promuovere una moratoria europea delle coltivazioni OGM. Il bello è questi hanno già raggiunto il loro migliore di firme. E nel frattempo a Bruxelles continuano a discutere. Poi dicono gli euroscettici.

rallegrarsi

Dice che l'arrivo di immigrati sta diminuendo in Europa. C'è chi se ne rallegra.

Pensatela come volete ma secondo me il fatto che ci siano meno immigrati nel nostro continente è un cattivo segno, vuol dire che le cose non vanno così bene e che anche gli altri se ne sono resi conto.

assassini

Da anni i Le Pen ed i Borghezio vari, ci vanno proponendo l'equazione immigrato=delinquente=assassino. Ed ora come la mettiamo?

venerdì, ottobre 15, 2010

bari

In Piemonte si stanno ricontanto le schede e la Bresso è in testa, manca solo Torino. Probabilmente ce la farà e vincerà. Sicchè mi rivengono in mente le parole di Emma Bonino, tenute lo scorso inverno durante la campagna elettorale per il Lazio:

"Se tanto mi da tanto [...] non è neanche detto che se pe rcaso perdessero non vorrano interperetare i risultati con un decreto interpretativo [...] siamo arrivati al funanbolismo dell'illegalità"

Insomma questi quà, i Cota vari, quelli che cambiano le regole del gioco a gioco iniziato, se perdono il riconto, TAR e Consiglio di Stato permettendo: altro che dimissioni, bareranno fino in fondo. Perchè di bari stiamo parlando e non di persone d'onore. Saranno vittime e carnefici. Urleranno al crimine ma allo stesso tempo non esiteranno a reinterpretarsi i risultati a modo loro.

PS.: Nel frattempo mi chiedo se nel PD, capiranno che ora di dare una rinfrescata alle liste dei propri candidati.

sabato, ottobre 09, 2010

strategia degli occhi chiusi

Putroppo altri 4 soldati italiani sono morti in Afghanistan. In guerra si muore, dice. E' così. Se fai la guerra devi accettarre una dose di morti. Eppure in questo stillicidio io mi pongo sempre più delle domande. Dal 2001 a oggi gli "occidentali" sono andati perdendo sempre più terreno. I talebani avanzano. Karzai poco fa ha pure riconosciuto che con it alebani tocca parlarci. O meglio, pare che di nascosto già ci parli. Insomma la guerra è persa. Persa. Resta da capire che strategia anima le truppe NATO. Strategia della sconfitta? Del "si continua a perdere fino a che non ci fanno fuori tutti". Non capisco.

Insomma qui non stiamo più parlando del fatto che una missione di peace-keeping possa comportare delle perdite umane. Ma di una guerra oramai bella che persa. Dice che non possiamo lasciare l'Afghanistan che sennò quelli, gli altri, riaprono il teatro degli orrori. Ma il fatto è che quegli altri avanzano lo stesso anche se noi non vogliamo andarcene. Allora che facciamo uno sforzo e cerchiamo di cambiare strategia o continuamo così fino a che non ci fanno tutti fuori?