sabato, maggio 26, 2007

Patto del Silenzio


















San Sebastian, 2007



La Transicion, indica nella storia spagnola quella fase in cui, dopo la morte di Franco il paese venne traghettato dal Re, dalla dittatura alla democrazia.

Essa indica anche quel patto silenzioso concluso dagli spagnoli, che possiamo riassumere nella frase "Noi vi diamo la democrazia pero' nessuno di Voi dovrà parlare del passato".

Le ferite della guerra cvile facevano ancora male. E la transizione poteva essere possibile, solo se le persone che avevano sofferto la dittatura si fossero impegnate a non coltivare rancori.

Proprio per questo quando Zapatero parla oggi di memoria, di Guerra Civile, disturba a molti spagnoli. E questo perché, nel bene o nel male, rompe quel patto del silenzio, che venne concluso 30 anni fà.

Molti spagnoli non capiscono che nonostante il fastidio che gli causano le iniziative di Zapatero, un Paese che dimentica il proprio passato, é un paese che corre il rischio di ricommettere gli stessi errori.
Il passato non va seppellito. Ma ricordato, studiato ed elaborato. Perché non si ripeta. Perché non venga strumentalizzato.

Dalle colonne de El Mundo, si percepisce molta ammirazione per il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il quale nel giorno stesso della sua investitura non ha esitato ad andare a celebrare nello stesso gorno: i partigiani comunisti fucilati dai nazisti, i soldati caduti alla patria, il generale De Gaulle e George Clemenceau. Realizzando cosi' un' importantissima operazione di sintesi storcia, prendendo il meglio di ogni parte, e facendone un patrimonio di tutti i francesi, al di là delle frontiere politiche che li dividevano (di destra o di sinistra).

Appunto. Sono pronti gli spagnoli e con esso gli editorialisti de El Mundo ad adottare la posizione di Sarkozy ed ad uscire dalla logica dei miti di parte? Per potere costruire un eredità storica comune prendendo il meglio di ognuno (fermo restando che in Franco di buono c'era poco o nulla e che il rinnovamento che la Spagna ha conosciuto dopo la sua morte ha poco a che vedere con la sua disastrosa azione di governo).

Geografia Elettorale












Contrariamente a quanto accade in Italia in Spagna le roccaforti socialiste sono rappresentate dalle regioni del Sud : l'Estremadura e l'Andalusia, regione di lunga tradizione socialista.

Il PP invece spadroneggia in parte della Castiglia del Nord (Castilla y Leon) e nella Comunidad Valenciana. La Galizia, controllata durante piu' di 20 anni sotto la guida di Manuel Fraga, é stata persa nel' 2005.

Per conoscere gli equilibri elettorali che reggono la Spagna osservate con attenzione questo grafico.

Boicotaggio
















Castiglia, 2006


Domani si vota in Spagna. Elezioni amministrative.

Cerco di leggere El Pais, e scopro che due mesi dopo il PP, il partito conservatore spagnolo, non ha smesso di boicottare il giornale progressista. Rifiutando di concedergli interviste o spazi pubblicati.

Tutto questo perché un giorno Jesus de Polanco, il capo del gruppo finanziario che controlla El Pais (gruppo PRISA) ha detto che il PP stava esasperando la situazione riconducendo cosi' il paese al bordo della guerra civile.

E quelli del PP l'hanno presa male. Considerando che quanto detto equivaleva a dire che erano dei franchisti destabilizzatori. E cosi', presi dalla rabbia, hanno deciso di proclamare sine die un boicotaggio di tutti i mezzi di comunicazioni legati al gruppo del Sr. Polanco. Rifiutando di concedergli interviste. Allo stesso modo tutte le istituzioni controllate dal PP, come le Fiera di Valencia, una delle piu' importanti del Paese, boicottano i giornali fra cui il paese, non comprando piu' spazi pubblicitari.

Cosi' si finisce per esasperare per davvero la situazione.
Non ritengo questa attitudine responsabile.

E la cosa strana é che quelli se la prendono all'essere trattati franchisti, ma poi non hanno nessun problema a dire che Zapatero é un terrorista. Basta andarsi a dare una letta a El Mundo per scoprire i commenti che il giornale conservatore riserva al Primo Ministro (bugiardo, venduto ai terrorsiti, falso, pappamolle, etc.). Per non parlare della Radio COPE, che ogni santo giorno lo chiama simpaticamente "terrorista", senza farsi troppi problemi.

A cosa serve tutto questo. Aiuta davvero il paese?

sabato, maggio 05, 2007

entre deux pays
















Ponte sul fiume Bidasoa, Frontiera Franco-Spagnola, 2007


Sulla foto appare una donna. Sospesa fra un paese ed un altro. Un piede in Francia e l'altro quasi in Spagna.
Ed i pesci che popolano il fiume, sono francesi, spagnoli o baschi?

Le identità, le frontiere. Giocattoli umani, fonti di divisioni. Tante divisioni, tante guerre, per poi ottenere cosa? L'Europa, fra ostacoli, pause e quache indugio sta provando a percorrere una strada diversa. Diversa da quella in cui l'affermazione di sé, della propria identità , del proprio Stato, della propria Nazione, significava
negazione dell'altro.

C'é chi dice che il progetto Europeo non ha futuro. Ed io mi chiedo e la guerra allora? La divisione? L'odio reciproco? Che futuro che ci assicurano?

le président?
















Foce del Fiume Bidasoa, Irun, 2007

Aspettando la Francia (vigilia)
















Ponte del Fiume Bidasoa, Frontiera Franco-Spagnola, 2007

acciughe
















Hondarribia, 2007

(Adesivo di Batasuna, il partito radicale indipendentista basco
"Per il futuro dei pescatori. No alle reti pelagiche")


Le acciughe, un altro animale, un altro simbolo della cultura basca. Stanno scomparendo dal Golfo di Biscaglia. Ed i pescatori baschi del alto spagnolo sono cosi' preoccupati che volgiono che ne venga proibita la caccia durante qualche anno, per ricostitutirne le riserve. Ma i francesi non ci stanno. E pescano. Nonostante i diveti europei.