martedì, giugno 20, 2006

"Fine della Famiglia"

Nel corso dei primi 6 mesi della sua esistenza il cosidetto matrimonio fra coppie omosessuali é stato celebrato ben 1275 volte . Essi hanno cosi rappresentato appena un 0,6 % di tutti i matrimoni.

Una domanda: ma i matrimoni e le unioni gay non dovevano forse distruggere la famiglia tradizionale e banalizzare il matrimonio? eppure.....

mercoledì, giugno 14, 2006

Breve Storia del PP (versione Bignami)

Il PP, il Partido Popular, é la principale forza conservatrice spagnola. Per capire la complessità di questa forza politica bisogna guardare alle sue origine: esso nasce nel lontano 1989 dalla fusione dei democristiani dell'UCD (Union de Centro Democratico) con i post-franquisti del partito Alianza Popular guidato da Manuel Fraga, un ex-ministro di Franco. Dietro quest'abile operazione si trovava un giovane astuto ed ambizioso: il futuro Primo Ministro José Maria Aznar.

E' da quella operazione che il PP ha saputo trarre la forza che gli ha permesso di giungere al potere e direstarci 8 anni.

Il PP vive ancora oggi in balia alle sue due anime, una democristiana e l'altra post-franchista: questa doppia identità gli ha permesso di raccogliere i voti sociologicamente diversi dei due elettorati. L'epoca Aznar ha visto l'indubbio sopravvento della seconda componente a scapito di quella democristiana, i cui principali esponenti (Josep Piqué e Ruiz Gallardon: nella foto) sono stati messi al margine ed allontanati dalla dirigenza del partito.

In cosa si contradistingue la componente "democristiana"? Senza dubbio per una maggior propensione al dialogo. Essi si oppongono di fatto ai "falchi" di Aznar ed alle loro dichiarazioni incendiarie anti-catalaniste ed anti-basche. Ufficialmente tale componente non esiste, ma é facile distinguerla per la diversità di modi e di comportamenti. Basta confrontare un intervista di Piqué con una di Acebes (noto esponente Aznarista). Si nota subito la differenza. Appare chiarissima.

Essi non vogliono conquistare l'elettore a botta di affermazioni ideologiche, preferiscono sedurlo e convicerlo: insomma sono dei veri democristiani. Che pero' avranno la vita dura fino a che Aznar continuerà a tirare le fila del PP.

Non ha caso prima di "partire" Aznar ha visto bene di allontanare tali elementi di disturbo democristiani (mandando Piqué a Barcellona e Gallardon al Municipio di Madrid) e di attribuire gli incarichi di partito ad uomini a lui vicini umanamente e ideologicamente, tra cui spicca il trio di fedelissimi composto da Angel Acebes, Esperanza Aguirre e Mariano Rajoy. Il giorno in cui cadrà la linea Aznar cadranno anche loro (forse).

Progressisti Italici Vs. Conservatori Iberici


I conservatori spagnoli sono piu' aperti dei progressisti italiani



In un intervista digitale al quotidiano El Mundo, Esperanza Aguirre, Presidente della Comunità Autonoma di Madrid ha dichiarato:

DOMANDA (elmundo.es): Esperanza [...] qua'é la tua opinione personale circa il matrimonio gay. Lo sai che molti esponenti del PP sono omosessuali, ivi compresi sindaci e sindachesse. Non pensi che cio' sia una contradizzione politica ? Io son del PP e sono lesbica.

RISPOSTA (Aguirre): Molti dei miei migliori amici sono gay. Io sono liberale e credo che noi politici dobbiamo lottare affinché tutti i cittadini, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale, possano esercitare al massimo i propri diritti e per tanto possano unirsi al suo partner in qualsiasi momento vogliano. Detto questo, penso che chiamarlo matrimonio é stato un trucco del Signor Zapatero per infastidire i cattolici.


Esperanza Aguirre, é esponente di spicco del PP, nonché protetta di Aznar. Si parla di lei come possibile successore alla presidenza del partito.


N.B.: Il Partido Popular, PP, é il partito conservatore spagnolo.

giovedì, giugno 08, 2006

Fuga x la Vittoria

Fuga per la Vittoria
Mssimo Grammellini - "La Stampa"- 20 maggio 2006

Un commissario tecnico della Nazionale non dovrebbe salpare per i Mondiali mentre la magistratura continua a curiosare sui suoi rapporti con la Gea. Alle considerazioni morali si aggiungono quelle pratiche: la lunga e intensa frequentazione di Lippi con i protagonisti dello scandalo del calcio, confermata dal contenuto delle intercettazioni e dalla presenza del suo erede nella cupola dei procuratori figli di papà, non lo mette certo nelle condizioni di spirito ideali per motivare una squadra dove già giocano un portiere coinvolto in una brutta storia di scommesse e vari altri che ignorano se il prossimo anno la loro squadra di club affronterà il Barcellona o l’Albinoleffe.

Però siamo in Italia. E siamo l’Italia. Una nazionale, e ancor prima una nazione, che dà il peggio di sè nelle situazioni normali, ma è capace di miracoli quando viene calata a forza dentro un’emergenza. Pare già di vederli in ritiro, Lippi e i suoi bambocci. Tutto il mondo contro di loro. Sottovalutati dagli avversari, irrisi dai tifosi stranieri e aspettati al varco da quelli italiani, con scarse speranze e ancor meno pietà. Quanto basta per scatenare la rabbia vittimista che nel dna italico tiene il posto dell’orgoglio e ha sempre propiziato le nostre rimonte in tutti i campi, non solo di calcio.

Quando si trova spalle al muro, l’italiano non si abbatte, nè prova ad abbatterlo. Lo scavalca, con furbizia e riserve imprevedibili di tenuta nervosa. Perciò non ci stupiremmo affatto se la comitiva di campioncini viziati e presuntuosi che in un clima più sereno sarebbe andata incontro a una probabile magra, giocasse nella tempesta un Mondiale straordinario.

Calcio e Stereotipi

Stanno per iniziare i mondiali di calcio. Come si sà la Nazionale Italiana si presenterà in delle condizioni fisiche e psicologiche non ideali. Ridicolizzati dall'ultimo scandalo del nostro calcio, nessuno cita piu' l'Italia tra le favorite.

A parte questo, il peggio é che nostri giocatori ed il nostro allenatore non faranno che veicolare una pessima immagine per il nostro paese ed in particolare per gli italiani che vivono all'estero: un immagine di attori, imbroglioni, tutto fumo e niente arrosto!

Backenbauer l'ha detto chiaramente, l'Italia pagherà in Germania gli scandali del calcio. I nostri vicini tedeschi-francesi-inglesi ascoltando le storie di casa nostra pensano ad un paese dove nessuno si prende la sua responsabilità, Lippi in primis, dove tutti sono bravi a parole e nei fatti nessuno agisce. E spesso queste immagini "stereotipate" si riflettono appunto sugli italiani all'estero i quali devono fare un grandissimo sforzo per spiegare l'Italia agli stranieri.

L'unica soluzione sarebbe sorprenderli tutti in questo mondiale. "Tié, beccati questa!".
D'altra parte la nostra qualità é l'imprevedilità. Chissà.

martedì, giugno 06, 2006

Franco, padre delle riforme laiche?

In un intervista accordata a La Stampa, Marco Pannella parlando di ricerca e di battaglie civili si é soffermato sulla situazione spagnola:

«Secondo tutti, la Spagna avrebbe dovuto esser più clericale dell’Italia. Forse, la Spagna, proprio perché è uscita più di recente da un regime clerico-militar-fascista, il franchismo, ha registrato posizioni, anche nel mondo democratico cristiano (come quello di Aznar), di apertura. E conforme a quella che nei referendum precedenti aveva visto la maggioranza dei credenti dare ragione alle tesi liberali e democratiche piuttosto che a quelle intolleranti».

Pannella sembra conferamare quanto andavo dicendo in uno dei miei post precedenti sulle riforme e sui cambiamenti avvenuti in Spagna nel corso degli utlimi anni. Riassumendo: in Italia si ha tendenza a credere che il governo Zapatero abbia rivoluzionato usi e costumi della Spagna con le sue riforme "laiciste". In realtà le cose non sono andate cosi'. Quelle leggi sono il frutto di anni di riforme a cui la stessa destra spagnola ha contribuito (leggere il mio post). Buona parte dei diritti sanciti da quella legge sul matrimonio gay, già esistevano di fatto, ed erano già appoggiati da una larga parte dell'opinione pubblica e dei media, tanto progressisti quanto conservatori. Consiglio di leggersi gli editoriali in favore dei diritti civili de El Mundo: trattasi di un giornale vicino alla destra liberale ed estremamente critico con Zapatero.

Il vero padre di queste riforme in realtà sembrerebbe essere ..... proprio Franco! Il quale dando il via libera alle componenti piu' retrograde ed autoritarie del curato spagnolo, da lui chiaramente strumentalizzate, fini' per provocare una vera reazione. Appena morto gli spagnoli hanno voluto lasciarsi dietro tutta la pesante eredità di quelle frange estremiste e reazionarie di curati che Franco aveva scelto ed usato per mantenersi al potere. A spese di tutto il lavoro che in Vaticano avevano fatto e che era sboccato nel Concilio Vaticano II.



giovedì, giugno 01, 2006

Il sogno infranto del "Black Blanc Beur"




















"Black! Blanc! Beur!"Questo é quello urlavano i francesi per le strade dopo la vittoria dei mondiali di calcio del 1998.

Il senso del "Black Blanc Beur" é semplice: nero-bianco-arabo. Questo slogan allude all'incrocio di culture, di razze, di lingue e di colori che si riscontra ella npopolazione delle periferie delle grandi città francesi.

Da dove vengono pero' queste 3 parole? E cosa vogliono dire?
Vada per il Bianco. La parola Black come si puo' immaginare , viene dall'inglese ed in Francia, non é mai stata considerata offensiva, semmai é ragione di orgoglio: si tratta di un chiaro riferimento agli Stati Uniti ed alla lotta per l'emancipazione dei neri d'America.

"Beur" é una parola particolare, che nasce dal "verlan", ossia da quel gergo diffuso nelle città e nelle periferie che fa si' che si pronuncino le parole al contrario -"verlan" viene dall'inversione di "l'en-ver" ossia "il contrario"-: "ara-be" diventa cosi' "beur". Il senso della parola é chiaro: si rifersice a quei giovani nati in Francia da genitori immigrati di origine araba.

Il Black-Blanc-Beur fa eco ai colori della bandiera francese "Bleu-Blanc-Rouge". E foneticamente questa simmetria appare ancora piu' evidente. Cio' rende ancora piu' forte il parallelismo fra i due "motti" quello della "vecchia" e quello della "nuova"Francia.

Nell'estate del '98, la Francia andava orgogliosa del nuovo tricolore: esso rappresentava il segreto di una società che sapeva trovare il suo punto di forza proprio nella sua diversità. Come dire: "Siamo diversi pero' siamo uniti. E questa unità é il segreto della nostra vittoria, della nostra forza".




















Quella vittoria, era un chiara risposto alla mistificazione di Le Pen e della Francia "Bianca".

Tuttavia con il passare dei mesi, l'entusiasmo ando' scemando. La gioia e l'euforia della vittoria vennero sostitutite dalla frustrazione per un integrazione zoppicante (vedi post precedente).

Consiglio di leggere questa intervista a Thierry Henry per capire l'atmosfera che regnava in Francia duranto quei giorni indimenticabili.


Immagine1: " Il sogno Balck Blanc Beur negli spogliatoi"
Immagine2: Zidane e Djorkaeff si abbracciano durante la finale contro il Brasile