Il PP, il Partido Popular, é la principale forza conservatrice spagnola. Per capire la complessità di questa forza politica bisogna guardare alle sue origine: esso nasce nel lontano 1989 dalla fusione dei democristiani dell'UCD (Union de Centro Democratico) con i post-franquisti del partito Alianza Popular guidato da Manuel Fraga, un ex-ministro di Franco. Dietro quest'abile operazione si trovava un giovane astuto ed ambizioso: il futuro Primo Ministro José Maria Aznar.
E' da quella operazione che il PP ha saputo trarre la forza che gli ha permesso di giungere al potere e direstarci 8 anni.
Il PP vive ancora oggi in balia alle sue due anime, una democristiana e l'altra post-franchista: questa doppia identità gli ha permesso di raccogliere i voti sociologicamente diversi dei due elettorati. L'epoca Aznar ha visto l'indubbio sopravvento della seconda componente a scapito di quella democristiana, i cui principali esponenti (Josep Piqué e Ruiz Gallardon: nella foto) sono stati messi al margine ed allontanati dalla dirigenza del partito.
In cosa si contradistingue la componente "democristiana"? Senza dubbio per una maggior propensione al dialogo. Essi si oppongono di fatto ai "falchi" di Aznar ed alle loro dichiarazioni incendiarie anti-catalaniste ed anti-basche. Ufficialmente tale componente non esiste, ma é facile distinguerla per la diversità di modi e di comportamenti. Basta confrontare un intervista di Piqué con una di Acebes (noto esponente Aznarista). Si nota subito la differenza. Appare chiarissima.
Essi non vogliono conquistare l'elettore a botta di affermazioni ideologiche, preferiscono sedurlo e convicerlo: insomma sono dei veri democristiani. Che pero' avranno la vita dura fino a che Aznar continuerà a tirare le fila del PP.
Non ha caso prima di "partire" Aznar ha visto bene di allontanare tali elementi di disturbo democristiani (mandando Piqué a Barcellona e Gallardon al Municipio di Madrid) e di attribuire gli incarichi di partito ad uomini a lui vicini umanamente e ideologicamente, tra cui spicca il trio di fedelissimi composto da Angel Acebes, Esperanza Aguirre e Mariano Rajoy. Il giorno in cui cadrà la linea Aznar cadranno anche loro (forse).
E' da quella operazione che il PP ha saputo trarre la forza che gli ha permesso di giungere al potere e direstarci 8 anni.
Il PP vive ancora oggi in balia alle sue due anime, una democristiana e l'altra post-franchista: questa doppia identità gli ha permesso di raccogliere i voti sociologicamente diversi dei due elettorati. L'epoca Aznar ha visto l'indubbio sopravvento della seconda componente a scapito di quella democristiana, i cui principali esponenti (Josep Piqué e Ruiz Gallardon: nella foto) sono stati messi al margine ed allontanati dalla dirigenza del partito.
In cosa si contradistingue la componente "democristiana"? Senza dubbio per una maggior propensione al dialogo. Essi si oppongono di fatto ai "falchi" di Aznar ed alle loro dichiarazioni incendiarie anti-catalaniste ed anti-basche. Ufficialmente tale componente non esiste, ma é facile distinguerla per la diversità di modi e di comportamenti. Basta confrontare un intervista di Piqué con una di Acebes (noto esponente Aznarista). Si nota subito la differenza. Appare chiarissima.
Essi non vogliono conquistare l'elettore a botta di affermazioni ideologiche, preferiscono sedurlo e convicerlo: insomma sono dei veri democristiani. Che pero' avranno la vita dura fino a che Aznar continuerà a tirare le fila del PP.
Non ha caso prima di "partire" Aznar ha visto bene di allontanare tali elementi di disturbo democristiani (mandando Piqué a Barcellona e Gallardon al Municipio di Madrid) e di attribuire gli incarichi di partito ad uomini a lui vicini umanamente e ideologicamente, tra cui spicca il trio di fedelissimi composto da Angel Acebes, Esperanza Aguirre e Mariano Rajoy. Il giorno in cui cadrà la linea Aznar cadranno anche loro (forse).
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