domenica, gennaio 30, 2011

un amore monogamo

"Questo significa essere un tifoso: aspettare un miracolo, sopportare decenni di disillusioni, e, in materia di fedeltà, non avere altra scelta. Ogni fine settimana, apro la pagina sportiva e automaticamente il mio sguardo cerca il risultato degli Spurs. Se hanno vinto, la domenica sembra più promettente. Se hanno perso, si posa una nuvola nera. E’ patetico. E’ una droga. E’ un amore monogamo, un amore finché-morte-non-ci-separi"

[Salman Rushdie]

sabato, gennaio 29, 2011

beata ingenuità

"Cioè per la prima volta ho realizzato che lui non mi ha dato quel ruolo perchè pensava che fossi idonea, adatta mi ha dato quel ruolo perchè in quel momento è la prima cosa che gli è venuta in mente e se non ci fossi stata io ma ci fosse stata un’altra, l’avrebbe dato a un’altra.." [Nicole Minetti]

Se davvero ti sei resa conto di questo solo ora figlietta bella, viene da chiedersi su che pianeta vivi. Ricapitoliamo: un presidente del consiglio un bel giorno si fa medicare da una igienista topa e gli propone di essere consigliere regionale così, perchè ha valutato il suo curriculum. Non dico sia scema la Minetti, ma ingenua sicuramente.

La Minetti insomma si sarebbe ritrovata in qualcosa di più grande di lei. Anche se sembra assurdo a mio avviso è ancora in tempo a salvare almeno un minimo di onore: dimettendosi dal carico di consigliere e ritirandosi momentaneamente a vita privata. Ma lo faccia subito. Adesso.

lunedì, gennaio 24, 2011

70

Da 70 giorni il Governo Italiano non dispone più di un Ministro per le Politiche Comunitarie. Poi dicono che a Bruxelles non ci prendono sul serio. Per forza.

rinchiusa e ripiegata su se stessa



Invitato ad una conferenza del Movimento Europeo di qualche mese fa, Umberto Ranieri, ricordava l'attuale situazione europea del paese. L'Italia si trova oramai accantonata nei tavoli di Bruxelles. Se lo ero già prima, ora lo è ancor di più. Ma che importa se tanto i nostri amici sono a Minsk ed a Tripoli?

isolati















Guardando, la mappa pubblicata nell’ultimo numero di Limes, appare chiaro l’isolamento dell’Italia in seno all’UE. Non soprende pertanto che la visione italiana non abbia trovato molti riscontri nelle ultime riunioni del Consiglio Europeo: dove sostanzialmente Francia e Germania l'hanno fatta da padroni.

Roma paga l'assenza di una chiara strategia europea e la manncanza di alleanze con altri paesi dell'Unione. Se l'Italia vuole che le decisioni dell'UE riflettano la propria visione europea (sempre che ne abbia una) deve darsi da fare e cambiare al più presto gli assetti della mappa in questione: da una parte riallacciando le relazioni con Berlino e con Parigi, dall'altra costituendo insieme ad altri Stati alleanze strategiche che permettano di completare (e non constrastare) la visione franco-tedesca.

Viene solo da chiedersi se l'attuale classe politica italiana, quasi totalmente ripiegata sugli affari interni, abbia davvero la volontà e la forza di fare tutto questo.

venerdì, gennaio 21, 2011

dimissioni

Se scoprissi che mio nonno o mio padre si lasciasse manipolare da signorine fra i 20 ed i 30 anni, coprendole di soldi e soddisfancendone i capricci più strambi, penserei subito che sarebbe il caso di richiederne l'interdizione e questo onde evitare il peggio per lui e per noi (su cui ricadrebbero eventuali debiti e noie giudiziare).

Ora se l'anziano in questione invece di essere mio nonno fosse l'illustrissimo Presidente del Consiglio, io farei la stessa cosa: ossia chiederne al più presto l'interdizione o più spicciamente l'impeachment, le dimissioni. Perché ne va del bene della Repubblica e dei suoi cittadini.

Il Presidente del Consiglio non ha più ragione di essere lì dove sta, non per questioni di morale sessuale, ma per il semplice fatto che si rivela oramai incapace di intedere e di volere. La fragilità della sua posizione rendono ancor più fragile il paese.

PS.: E comunque un anziano signore che si lascia manipolare da "affettuose" diciasettenni così facilmente, come potrebbe non farsi manipolare nel corso dei lunghissimi ed estenuanti negoziati europei in cui partecipa ed in cui ne va dell'interesse della Nazione?

PS2.: Se invece di squillo si fosse trattato di spie straniere il cui obiettivo era ricattare il Premier in vista di negoziati, quale sarebbero state le conseguenze?

PS3.: Infine, fermo restando che ognuno nel letto suo fa quello che gli pare (pur nel rispetto dei basici diritti umani), quando un uomo politico che come Berlusconi si scaglia pubblicamente contro la prostituzione, poi in privato la pratica senza ritegno, questo rende la faccenda di pubblico rilievo. O forse no, perchè l'ipocrisia è il primo valore nazionale?

rimediare

Non essendo stato capace il governo italiano di condurre una politica diplomatica reale nei confronti nel caso Battisti ed essendosi perso in inutili e soprattutto inefficaci scenate, ora ci deve pensare il presidente Napolitano a rimediare. Gli tocca fare quello che il governo non fa, o che piuttosto non sa fare. Questo perchè in politica estera ci vuole astuzia e perseveranza, non urla che inorridiscono ed offendono la controparte (vedi intervista a Tarsio Genro, ex ministro degli esteri brasileiro).

Si ha come la sensazione che interventi come quelli del Presidente della Repubblica o quell'altro di Antonio Tabucchi su Le Monde (che meriterebbe un post tutto suo), sortiranno un effetto maggiore di quello dell'attuale non diplomazia del governo.

lunedì, gennaio 17, 2011

tunisia: i primi passi

Il governo di unità nazionale tunisino appena formato mostra segni incoraggianti anche se c'è chi esprime già scetticismo affermando che non si può propriamente parlare di apertura: giacchè rimangono esclusi dall'arena politica esponenti di vari partiti dell'opposizione. Ed in particolare di quello islamista. Rimango comunque fiducioso quanto al futuro radicamento democratico della Tunisia (e so che per alcuni dicendo questo prendo dei rischi). Io però penso che il popolo tunisino è pronto, così come a suo tempo lo furono quello spagnolo e quello portoghese.

Quanto all'apertura a tutte le forze politica, le cose dovranno procedere progressivamente, forse sulla falsa riga della transizione spagnola, ed in questo la legalizzazione del partito islamista sarà l'ultimo passo.

sabato, gennaio 15, 2011

Tunisia: la democrazia è possibile



















In alcuni dei discorsi che hanno fatto seguito alla cacciata di Ben Alì c'è qualcosa che non mi quadra. É l'idea che senza un dittatore la popolazione di un paese come la Tunisia essendo incapace di vivere democraticamente finirà per versare nel caos e quindi nel fondamentalismo islamico. E' la stessa idea che ha guidato i silenzi del governo italiano (e di quello francese). Senza dittattore insomma sarebbe subito regime islamico. Per cui meglio un Ben Alì oggi che un Bin Laden domani.

Prima di tutto bisogna ricordare che i moti tunisini sono nati spontaneamanete: non si è trattato infatti di un'azione promosssa da una nazione straniera o da un qualsivoglia movimento politico o religioso. In secondo luogo bisogna ricordare soprattutto che la Tunisia presenta una struttura demografica e dei tassi di alfatezzazione diversi dal resto Maghreb e del mondo arabo.

Riconosco che non si può certo pretendere che il modello democratico arabo che verrà sia una copia perfetta di quello europeo, giacchè ogni cultura ha le sue proprie specifità (vedi caso sudamericano).

Se però oggi si pensa che il popolo tunisino sia incapace di vivere in democrazia senza sfociare in una dittatura islamica, ieri si sarebbe dovuto pensare lo stesso per il Portogallo salazarista o la Spagna franchista. Eppure questi 2 Stati europei, sono stati la dimostrazione che una transizione pacifica è possibile, e che il popolo sa essere alla sua altezza. Data la situazione demografica ed educativa della Tunisia, esistono per il popolo tunisino le condizioni per un reale radicamento democratico.

il vaudeville che ci siamo persi

Alla fine il tunisino Ben Alì, ha preferito l'Arabia Saudita all'Italia, segno che l'ex-presidente si è rivelato più scafato di quanto si potesse pensare. Nonostante fosse stato "incoronato" presidente con la complicità del Sisde, nonostante avesse allora offerto asilo al Bettino, nonostante gli eredi del premier socialista ora al governo non si siano mai permessi mezza critica nei suoi confronti , Ben Alì aveva capito benissimo come sono fatti i suoi amici italiani, e si è visto bene dal cercare rifugio nel Belpaese.

Meglio così mi direte, giacchè così ci evitiamo l'ennesimo pasticcio diplomatico all'italiana. Eppure quasi mi dispiace sta cosa che Ben Alì non sia venuto in Italia: sai che gustoso vaudevillle grottesco ci avrebbero offerto gli epigoni di Bettino! Altro che caso Ochalan!

Vi immaginate che spettacolo sarebbe stato vedere i vari Sacconi, Frattini, Cicchito e Berlusconi rifiutare schizzinosamente rifugio a colui che fino a poco prima tanto ringraziavano per aver protetto il loro tanto caro Bettino.

l'hammamet italiana (che non c'è)

Seppur si tratti di circostanze assolutamente differenti possiamo dire che ancora una volta la storia di mostra ironica. Così come ieri l'amico Bettino cercò (e trovò) rufugio in terra tunisina. Oggi Ben Ali, ex-presidente in fuga, dopo esser stato rifiutato da Parigi pare cerchi ora rifugio da noi. Sperando in un analogo trattamento da parte degli italiani. Atterando guarda caso a Cagliari, non troppo lontano dall'Hammamet de noantri: Villa Certosa.

Ma Ben Ali forse non sa forse che i governii italiani sanno dimostrarsi particolarmente ingrati ed inaffidabili. Se fino all'altro ieri, quando sedeva al potere, l'Italia ne difendenva l'operato senza se e senza ma, senza mai azzardarsi a criticarlo seriamente. Oggi che è in fuga, e non conta più nulla, troverà negli (ex-)amici del Belpaese solo delle persone particolarmente ingrate. Bettino si starà rivoltando doppiamente nella tomba.

venerdì, gennaio 14, 2011

blairiano?

Ho sempre avuto un profondo rispetto per le lotte anticonformiste portate avanti da Marco Pannella. Per quanto Pannella possa apparrire a molti un personaggio controverso (il suo lato istrionico non aiuta) è innegabile che egli ha avuto un ruolo importante nella storia della vita politica repubblicana.

Tant'è, il vecchio Giacinto porta ora avanti l'ennesima battaglia: vuole che sia fatta verità sulla guerra in Irak e sulla vicenda del possibile esilio di Saddam. Puntando ora ad organizzare una manifestazione davanti l'ambasciata brittanica e financo un volo charter per andare a manifestare tutti quanti appasionatamente a Londra.

Si tratta a mio avviso di una battaglia giustissima ma c'è qualcosa che non mi quadra o meglio che non capisco. Pannellla oggi a ragione ce l'ha con Blair e vuole che vegnano dimostrate le sue resposnabilità. Però l'altro ieri non la proprio pensava così: in piena guerra d'Irak, il Nostro arrivava ad affermare che con Tony Blair l'UE poteva trovare "un possibile [...] grande leader, certo non federalista, certo europeista”. Non contento aggiungeva poi che "L'alternativa resta lo sfascio civile, e vile, di una realtà partitocratica, non democratica, in declino inarrestabile fatto da parte di coloro che ne sono causa principale, al di fuori dei propri confini come nella considerazione dei propri popoli". Insomma una vera e propria lode del leader inglese.

Come mai Tony Blair da eroe della democrazia europea, nella visione pannelliana si è poi trasformato in una sorte di suo Babau? Se oggi si considera Tony Blair un disonesto per via dei fatti dell'Irak, lo era anche all'epoca, o no, tanto più che allora si stava ancora combattendo.

giovedì, gennaio 13, 2011

silenzi italiani

Mazzetta ha ragione, è davvero curioso Il Post di oggi, dedica tutto un articolo ai silenzi della Francia sui moti tunisini, dimenticandosi però di parlare dei silenzi nostrani. Con la differenza che in Francia i socialisti qualcosa hanno detto, il nostro PD invece dorme. E poi nessuno ministro degli esteri francese potrebbe far meglio del nostro Frattini, così tenero nella sua difesa ad oltranza dei massacri in piazza del democrata cartaginese Ben Alì.

PS.: Dice che i dittatori d'oltremare vanno difesi perchè bene o male assicurano la stabilità ed aiutano ad arginare il dijadismo: scusa, ma se vai avanti così il fondamentalismo più che frenaralo rischi di fomentarlo, o no?

Aggiornamento: Qualcuno del PD, qualcosa ha detto, ma bisognerebbe essere un po' più energici, condannare le violenza indiscriminata del remige e soprattutto il silenzio complice del nostro governo (anche se il tenero Frattini avendo capito come vanno le cose, dalla difesa ad oltranza pro-Ben Ali sta passando al cerchiobottismo)

martedì, gennaio 04, 2011

fuori dall'europa

Criticare il Governo è una cosa piuttosto banale, sta di fatto che stamattina son ricapitato sul sito di Palazzo Chigi. Che dire? Che il sito è all'insegna dell'Italia politica: decisamente démodé. Basta farsi un giro nelle web degli altri governi europei per vedere la differenza: in termini di navigabilità e di contenuti non c'è paragone. Per farvi un'idea vedetevi il sito del governo francese, di quello britannico, di quello spagnolo e di quello polacco tanto per citare alcuni dei maggiori stati europei.

Abbiamo le veline, una televisione sbrilluccicante, un premier pseudo pop-star ma siamo incapaci di stare al passo con i cambiamenti in corso: anche nel mondo virtuale l'Italia-istituzione è indietro, anzi è fuori dall'Europa.

PS.: A consolzazione dico solo che, a differenza di quello Governo, lo stesso sito del Quirinale offre qualcosa di meglio. Si vede che lì che qualche sforzo lo hanno fatto. Si salva il salvabile insomma.