venerdì, gennaio 14, 2011

blairiano?

Ho sempre avuto un profondo rispetto per le lotte anticonformiste portate avanti da Marco Pannella. Per quanto Pannella possa apparrire a molti un personaggio controverso (il suo lato istrionico non aiuta) è innegabile che egli ha avuto un ruolo importante nella storia della vita politica repubblicana.

Tant'è, il vecchio Giacinto porta ora avanti l'ennesima battaglia: vuole che sia fatta verità sulla guerra in Irak e sulla vicenda del possibile esilio di Saddam. Puntando ora ad organizzare una manifestazione davanti l'ambasciata brittanica e financo un volo charter per andare a manifestare tutti quanti appasionatamente a Londra.

Si tratta a mio avviso di una battaglia giustissima ma c'è qualcosa che non mi quadra o meglio che non capisco. Pannellla oggi a ragione ce l'ha con Blair e vuole che vegnano dimostrate le sue resposnabilità. Però l'altro ieri non la proprio pensava così: in piena guerra d'Irak, il Nostro arrivava ad affermare che con Tony Blair l'UE poteva trovare "un possibile [...] grande leader, certo non federalista, certo europeista”. Non contento aggiungeva poi che "L'alternativa resta lo sfascio civile, e vile, di una realtà partitocratica, non democratica, in declino inarrestabile fatto da parte di coloro che ne sono causa principale, al di fuori dei propri confini come nella considerazione dei propri popoli". Insomma una vera e propria lode del leader inglese.

Come mai Tony Blair da eroe della democrazia europea, nella visione pannelliana si è poi trasformato in una sorte di suo Babau? Se oggi si considera Tony Blair un disonesto per via dei fatti dell'Irak, lo era anche all'epoca, o no, tanto più che allora si stava ancora combattendo.

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