lunedì, marzo 31, 2008

divisi















Quando devo definire l'Italia l'aggettivo che mi viene in mente per primo é divisa. Un paese diviso ossia che non sa fare sistema. L'ultima prova: le dichiarazioni che hanno seguito l'attribuzione dell'expo 2016 a Milano. Berlusconi si é complimentato per poi concludere: "Certo non è merito del governo della sinistra". Si fa polemica, ci si lancia merda a vicenda. Saranno solo dichiarazioni a scopo elettorale, saranno le finte-gaffe del Silvio, ma queste cose non esistono proprio in paesi come Spagna ed in Francia. Certo anche li' se qualcosa va male maggioranza ed opposizione non esitano a scannarsi, ma se si vince e si ottiene un qualche successo, ci si complimenta, indipendemente da chi é al governo e si é contenti. Si fa prova di unità e di compattezza: perché é il paese a vincere. Ed un traguardo per un paese é un traguardo di tutti. Ecco questo concetto di paese in Italia non esiste.

Questa divisione é una delle ragioni che spiega la debolezza dell'Italia sulla scena internazionale ed in particolare su quella europea. Se il paese sapesse fare sistema allora si' che potrebbe dispiegare la sua forza immaginativa. Ma fino a quando si continuerà con questo stupido ed insensato gioco al massacro tutto resterà cosi', inutile lamentarsi.

PS.: Devo dare atto che qualcosa si é mosso stavolta, da qui il successo milanese. La polemica post-annuncio comunque segnala che il vecchio difettaccio italiano perdura: riusciranno a sbarazzersene prima o poi?

tibet, europa (capo chino)















Tibet, Europa

Seppur qualcosa sembri muoversi all'orizzonte, la storia del Tibet e della non reazione europea ci fa riflettere . Da qualche tempo a questa parte si lamenta che gli europei, male informati, non si appassionino per il progetto europeo e se ne disinteressino. E' vero, é un peccato, bisognerebbe fare di più. Ma se il cammino percorso da quel 25 marzo 1957 (Trattati di Roma) ad oggi ci ha regalato dei bei traguardi, viene da chiedersi se é davvero questa l'Europa che vogliamo. E se questa Europa può davvero suscitare gli entusiasmi?

Un'Europa che in nome della realpolitik davanti alle palesi violazioni di diritti umani, mantiene il capo chino e fa finta di nulla (salvo qualche dichiarazione «cosmetica») per non compromettere le sue relazioni commerciali con la Cina. Qualche voce si é levata, qualche leader qualcosa l'ha detto e qualcun'altro a suo tempo un gesto già l'aveva fatto.

Noi europei campioni dei diritti umani e del welfare andremo quindi tutti a Pechino senza batter ciglio, come se nulla fosse accaduto. Davvero oseremo tanto?

La creazione di un mercato comune é stato un traguardo importante ma se l'Europa conserva il libero scambio ed il commercio come suo unico ideale, come si può pretendere di entusiasmare gli europei? Il benessere materiale é importante ma esso deve essere affiancato da un ideale, una speranza. Un'Europa senza un vero ideale, senza una vera speranza (il rispetto della persona, la dignità umana, la ricerca della pace, ecc ) é un'Europa vuota, priva di ogni appeal. Un guscio vuoto, una «coquille vide» per dirla alla francese

Possibile non esista una via di mezzo fra il rompere i rapporti umiliando i cinesi (nei corsi di diplomazia si insegna che quando si negozia con gli asiatici non bisogna mai fagli «perdere la faccia»)ed un gesto che non sia solo proclamatorio? C'é qualcuno che propone un boicottaggio della cerimonia inaugurale da parte dei leader europei. C'é poi chi finalmente si impegna a ricevere il Dalai Lama senza temere i ricatti cinesi. Avanti Europa ora spetta a te: alza la testa e se ci sei batti un colpo.


giovedì, marzo 27, 2008

balle

















Ecco! Che avevo detto! Se davvero gli interessava, gli imprenditori italiani si sarebbero fatti avanti da un pezzo. Ora logicamente arriva la smentita (io non ho detto nulla! tutta colpa dei giornalisti!) seguita da una nuova polemica su un altro argomento ("Rai comunista!") per mantenere l'attenzione su di sé e per non parlare di Alitalia per qualche giorno. Ed i media di cadono....

Comunque tornando a d Alitalia l'unico italiano a farsi davvero avanti era stato Toto e la sua offerta era stata smontata dopo attento esame di privati.

interesse nazionale















Per me la cordata di cui parla Berlusconi é tutta una balla destinata a sgonfiarsi subito dopo le elezioni. Comunque questi toni nazionalistici non mi piacciono per nulla. Berlusconi col suo antifrancesismo improvvisato pare Crispi. Parole come "interesse nazionale", "colonizzatori", "colonizzati", ecc. vanno prese con le pinze e non dispensate a go-go. Io sono convinto che Lui é il primo a non credere a quello che dice. Ma a forza di ripeterle 'ste cose agli italiani gli rimanegono in testa. Bisogna andarci piano con la demagogia nazionalista.

Ma poi non stiamo nell'Unione Europea? Gli italiani controllano gli autogrill francesi, i francesi i supermercati italiani, ecc. E poi scusate non era Lui quello che aveva spinto alla vendita totale di Autostrade ad Abertis? Appunto altro che cordata di imprenditori quella di cui parla é una fanta-cordata da campagna elettorale (dai toni demogogico -nazionalisti).

le foche si















Premesso che trovo giusto schierarsi contro i massacri di foche, balene, ecc. (sopratutto se in via d'estinzione ) e che la Commissione Europea fa benissimo a prendere una posizione chiara rigurado questa storia. Ma possibile che mentre sulle foche si riesce a dire qualcosa sul Tibet ancora nulla? E non mi rifersico alle sole istituzioni europee che nonostante lo sci volone di Solana ("andro' a Pechino!") qualcosa fanno ma a tutti gli stati europei. Troppo presi a riempirsi la bocca con i soldi dei contratti miliardari delle nostre imprese preferiscono far finta di nulla. Possibile che fra il boicotaggio puro e duro e le dichiarazioni cosmetiche dei nostri leader non ci sia una via di mezzo possibile per fare pressione?


Fare finta di nulla sarebbe grave, piu' per noi che il Tibet. Come dice Marco Zatterin:

"Non sono necessariamente per il boicottaggio delle Olimpiadi. Tuttavia credo che bisognerebbe trovare un modo perché un comportamento repressivo non fosse legittimato dall'inazione delle potenze che si definiscono democratiche. Se non facciamo nulla, vuol dire che hanno ragione loro."

mercoledì, marzo 26, 2008

dividere






















Comunque vada avanti 'sta storia anche secondo me Giuliano Ferrara in fin dei conti ha perso. Perché ha diviso. Radicalizzando le posizioni. Con l'aggravante che temo che l'abbia fatto piu' con finalità narcisistiche che intelletuali (= per farsi notare).

Il divide et impera é vecchio come il cucco. In tutto il mondo é la stessa cosa. Lo stesso in Spagna dove Aznar ha cercato di mettere gli spagnoli contro baschi e catalani e viceversa. tutto questo per ottenere una manciata di voti. Il popolo é facile dividerlo piu' difficile é riunirlo ricompattarlo.

La vera trovata del Giuliano e del José Maria sarebbe stata quella di riuscire a creare un consenso. ma é troppo difficile. Meglio un po' di populismo e di radicalismo identitario. No?

sabato, marzo 22, 2008

qualcosa

L'altro giorno sono andato a visitare il museo dell'immigrazione. qll'inizio della visita c'erano gli schermi dove vengono proiettate una serie di immagini legate alle migrazioni di oggi e di ieri. algerini, italiani, polacchi, senegalesi, portoghesi, spagnoli, ecc.

Questa serie di foto culminava con la proiezione delle immagini riprese nei vari punti di frontiera che la Francia condivide con altri stati membri dell'Unione Europea (forntiere con Italia, Spagna, Belgio, Germania, Lussemburgo). Si vedevano le macchine andare su ed in giu'. Senza controlli, senza frontiere. Quelle immagini mi sembravano incoraggianti sembravano la risposta ai racconti degli italiani , francesi e portoghesi che erano dovuti entrare clandestinamente in Francia. A fronte delle tragedie e dei drammi di Pantelleria, delle Canarie e dello stretto di Gibilterra che vedono naufragare periodicamanete cadaveri innocenti sulle loro coste, in Europa siamo riusciti a costruire qualcosa che va aldilà del concetto di chiusura, isolamento. Bisogna continuare su questa strada.

sabato, marzo 15, 2008

passaporti





















visto che ora vivo a cavallo fra 4 altre lingue (spagnolo, francese, basco ed italiano) é da qualche tempo l'inglese é stato lasciato nel dimenticatoio. dopo averlo tralasciato a seguito di "una mazzata" mi sono resoconto che era ora di rimettermi a studiarlo.

si tratta di una lingua che amo e di cui amo la cultura. anche se a dire il vero provo un certo fastidio davanti a quella dittatura linguistica inglese strisciante che poco a poco si va imponendo nel continente europeo. dittatura di cui forse sono piu' coscienti i britannici che gli altri europei. ma questo é un'altra storia: ora a studiare per cercare di superare queste forche caudine lingusitiche!

venerdì, marzo 14, 2008

inquinamento















Se anche la Cina, poco sensibile in altri campi, decide di creare un ministero dell'ecologia, vuol dire che la situazione é davvero grave. Anche se in realtà su questo campo qualcosa in Cina si muoveva già da qualche tempo.

Vedevano a quello che era successo in Occidente e si dicevano "se continuamo cosi' col peso demografico che ci ritroviamo siamo presto fottuti".La Cina tutti a parlarne, tutti a firmarci contratti, da quando l'entranta nell'OMC né ha accelerato la crescita economica in maniera pazzesca. Un colosso. Un gigante. La potenza del futuro. Tutto vero. Tutto vero. Chiaro.

Ma anche i giganti possono avere dei problemi, ed anche piuttosto serii. L'ambiente questo secondo me é il suo vero tallone d'Achille. E pure i cinesi se ne sono resi conto. Mi sbaglio?

fascista















Da queste parti capita di sentire persone che accusano la Spagna di essere uno stato fascsita. Alcuni lo dicono pensando che Franco sia ancora vivo e che la repressione sia la stessa di 30 anni fa.

Ora quando si dicono queste cose, per quanto siano perfettibili le nostre democrazie super-imperfette (e non immuni da populismi vari) bisogna ricordarsi che cosa é un vero stato fascista ed autoritario.

paese senza testa















Quando leggo di certe storie italiche mi viene la nausea. Davvero capisco che qualcuno possa pensarlo in modo diverso, ma mi viene il sospetto che la gente faccia la scelta dell'obiezione più per pragmatismo (paura che si parli male di sé, paura per la carriera, ecc.) che per vera convinzione. Ma si arriva a delle situazioni incredibili. A momenti neanche ti vogliono dare la medicina prescritta.

Se si arriva a modificare il regolamento come vogliono alcuni, in teoria un farmacista sarà libero di darti o no la medicina, una qualsiasi medicina, in base al suo personale convincimento. Tutto dipenderebbe dalle idee e dall'umore del farmacista. La ricetta perderebbe qualsiasi valore. Questo annullerebe il rapporto fiduciario esistente fra medico e farmacista. Ognuno farebbe quello che vuole. Non ci sarebbe piu' nessun obbligo. L'anarchia.

Ma allora la tua volontà, la tua coscienza, quella del medico che te la prescrive, non avranno piu' nessun valore allora? Capisco che certe persone abbiano dei principi da difendere ma non che si vogliano minare la basi del sistema. La mia libertà finisce quando inizia la tua.

martedì, marzo 11, 2008

silvia

















Era il 2003 e l'amica Silvia me lo diceva. "Vedi dove ci ha portato". Ed aggiungeva "Noi stavamo tranquilli. E poi tutta questa esasperazione, questi Toni pesanti. E lo vedi il risultato: tutto si radicalizza". Si riferiva alla politica di Aznar ed al successo delle ali dure dell'indipendentismo catalano di Ezquerra Republicana. Secondo la mia amica i toni ed i modi duri e radicali di Azanr non avevano fatto altro che chiamare in causa e risuscitare l'indipendentismo catalano piu' radicale. Gli estremi si attirano.

Aznar e tutto il PP da lui controllato hanno sempre trasformato la questione catalana (autononomista) e basca (indipendentista) in punti ossessivi: tutto questo perché tali temi erano considerati serbatoi di voti. Diceva che lo faceva in nome dell'unità spagnola, quando in realtà cosi facendo gli spagnoli li allontanava piu che avvicinarli.
Tutto era fatto per fini esclusivamente elettoralismi. Questa radicalizzazione anti-basco anti-catalano aveva come effetto di risvegliare i vari radicalismi regionali. Se io inizio a parlarti urlando, ci sono delle forti probabilità che dopo poco anche tu mi gridi. E grido io che gridi tu, le cose non é che migliorino.

4 anni dopo. Ezquerra Republicana ha perso 4 seggi e parecchi voti, ognuno interpreterà questo calo a modo suo (c'é chi dice che si é ragionato in termine di "voto utile" per far fronte contro il PP, chi invece dice che é così perché é la TV che ha polarizzato lo scontro fra PP-PSOE levando spazio alle altre forze). Ma la verità é che con tutti i suoi difetti, il PSOE di Zapatero ha addolcito i toni. ancora oggi ha detto che la parola chiave della sua legislatura sarà il "dialogo". Il trucco é che se io ti faccio parlare senza urlare, urla oggi urla domani, l'urlo perde il suo valore.

Per quanto lo neghino i più duri e radicali autonomisti, Zapatero ha davvero avuto il merito di imporre dei toni diversi. Dove non si cercano di montare gli spagnoli gli uni contro gli altri (Paesi Baschi vs. Spagna, Catalani vs. Spagnoli). Ed é per questo che mi piace. Ed é per questa stessa ragione che non mi é mai piaciuto Aznar. Non si governa dividendo un popolo e seminando l'incomprensione e l'odio.

Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza.
(Benjamin Franklin)


domenica, marzo 09, 2008

ya està!
















ya està! il PSOE ha vinto le elezioni. allora la paura non l'ha avuta vinta sugli elettori? questa é davvero una bella cosa. una bellissima cosa.

PS.: é mezzanotte ed a quattro ore dall'apertura delle urne gli scrutini sono quasi finiti (siamo al 96%). in Spagna non diversamente da altri paesi europei é possibile. A quando in Italia?

dubbio





















fra amici e parenti resta l'atroce dubbio. l'attentato di venerdi' gioverà politicamente a qualche partito? Chi dice il PP. Chi dice Zapatero. Fra amici e parenti ci si interroga. E non si sa. L'ideale sarebbe che i cittadini che non si facciano influenzare e manipolare da assassini e relative risposte populiste. Ragazzi, fra qualche ora la risposta. Coraggio.















L'avrete letto dai giornali pure voi, l'altro ieri un'altro povero cristo é stato fatto fuori a colpi di pistola in nome della lotta politica. Un bel modo di pensare quello dei mandanti del suo assassinio che puo' essere cosi' riassunto: "Non la pensi come me?Allora ti faccio secco". Un mondo in cui elimini chi non la pensa come te, perché dicono loro "la guerra é guerra".

Quanto al pover uomo ucciso aveva deciso di abbandonare la politica da qualche tempo, forse perché non ce la faceva piu', perché l'atmosfera si era fatta troppo pesante. Ma sopratutto aveva rinunciato alla propria scorta. E chi gli ha sparato lo ha fatto proprio per questo perché era il piu' fragile.

Fino a qualche giorno fa i risultati davano Zapatero vincitore. Ma storicamente é il PP quello che ha sempre tratto maggior beneficio dai temi affini al terrorismo, facendone quasi l'unico ossessivo punto del proprio programma elettorale. Non a caso la parola piu' volte ripetuta da Rajoy durante i due dibattiti televisi con Zaptero é stata proprio "terorismo".

4 anni fa si disse che gli spagnoli mandando Aznar a casa si erano fatti guidare dalla paura dando cosi' ragioni ai terrostiti. Io ho piu' volte insistito sull'argomento spiegando che se il PP fu sconfitto non fu tanto per l'attentato quanto alla maniera in cui Aznar gesti la comunicazione dello stesso nei giorni immediatamente successivi (gestione che fece crescere negli spagnoli un forte senso di manipolazione).

Oggi, 9 marzo 2008 sapremo davvero gli spagnoli non si lasciano trasportare dall'onda emotiva.

PS.: Qualcuno ha scritto che l'ex assesore assassinato viveva "in una via triste e periferica di un quartiere operaio". Ecco io non sono del tutto d'accordo con questa cosa, Mondragon/Arrasate é si un città industriale. Bruttrellaa, come lo sono in genere le città industriali. Ma ricca. Mondragon é infatti il centro del cooperativismo basco e vi sono moltissime imprese. Ed oltretutto il posto é circondato da un panorama mozzafiato. Si', l'operaio viveva forse in un piccolo appatamento "proletario", ma perché definirlo triste e periferico?

sabato, marzo 08, 2008

bertrand

















Parlando di elezioni non potevo non scrivere qualche riga su Parigi. Dove oggi si elegge il suo sindaco. La battaglia vede schierati principalmente il socialista Bertarnd Delanoë, sindaco in carico, e la gaullista-sarkozista Françoise de Panafieu. Quasi sicuramente i due si sfideranno nel ballottaggio di domenica prossima. Delanoë probabilmente vincerà, anche perché i francesi incominciano ad averne un po' le palle piene del sit-com di casa Sarkozy. Il cui padrone di casa , Nicolas, evidentemente non ha ancora capito che l'Eliseo non é né Hollywood né Cinecittà. Un po' di spetteguless vanno pure bene, e divertono pure, ma c'é un linea che non va superata. Ed ora pare che l'abbia superata di molto....


La verità però é che anche il pur carismatico ed fascinoso sindaco di Parigi, faccia girare un po' le palle ai suoi concittadini. Mica tanto perché riempie i giornali con le faccende della sua vita privata. No, no su quello é molto discreto si fa i fatti suoi, e poi il posto é gia tutto occupato dall'ubiquo Nicolas e coompagnia bella. Cio' che va di traverso ai parigini é la sua politica del traffico.

Se uno dovesse riassumere la politica del sindaco ad una sola parola questa sarebbe proprio la parola "traffico". Delanoë, istigato dal suo assessore Verde, Beaupin ha rivoluzionato tutto cercando di fare di Parigi un simbolo dello sviluppo sostenbiile mettendo piste ciclabili, restringendo le carreggiate, invertito il senso di marcia, ecc.

Il simbolo più di eclatante di questa rivoluzione del traffico non sono state le famose biciclette Ve'lib tanto sponsorizzate quanto i lavori di Boulevard Saint Marcel ribattezzato Boulevard de la Peur ("della paura"). Pare che li' c'abbiano rimesso le penne 5 persone e ne siano finite all'ospedale un'altra trentina da quando nel 2003/2004 hanno invertito e moltiplicato i sensi di marcia (per cui mentre stai sulle strisce zebrata devi guardare prima a destra poi a sinistra poi di nuovo a destra e poi a sinistra).


Delanoë cosciente della chiara incazzatura de suoi concittadini e che questo sull'argomento ha il fianco scoperto che cosa ti fa? Decide si presentarsi "da solo" rompendo l'alleanza con i Verdi del suo assessore Beaupin. Dice che lui governa da dolo, che i verdi sono i verdi e che lui farà la sua politica. Anzi gli va pure contro (scusa ma quelli non sono ancora tuoi alleati). L'amico Beaupin senza colpo ferire sta al gioco e si presenta candidato sindaco pure lui, dice che corre da solo pure lui, ma sa pure che se si vince saranno di nuovo amici come prima. Capito? In realtà é tutta una paraculata di Delanoë per evitare di farsi attaccare sul punto più sensibile.

PS.: Alla fine pure Delanoe ha detto che il Boulevard Saint Marcel lo cambiano di nuovo.

venerdì, marzo 07, 2008

aralar

Voglio chiudere questo breve passeggiata fra gli spot di questa campagna elettorale in sals aiberica parlando di un piccolsissimo partito locale. Si tratta di Aralar, partito basco fondato da gente che proveniva da Batasuna (ni nuovo = cosiderata ala politica dell'ETA). Il suo nome viene da una valle (oggi parco nazionale) al confine fra la Navarra e la provincia di San Sebastian (Gipuzkoa).

Si tratta di un partito basco che punta chiaramente all'indipendenza senza mezzi termini. La loro scelta é chiara: di sinistra, indipendetista e basca, nella lingua e nella cultura. Le loro campagne sono peraltro condotte quasi esclusivamente in lingua basca (tanto per voler sottolineare il carattere fortamente localista).

Per quanto uno possa non condividerne le idee che difendono, va riconosciuto che la scelta di 'sta gente é stata davvero coraggiosa, in particolare quella del leader Patxi Zabaleta. Non solo perché hanno rinnegato il loro passato pentendosi, ma anche perché a chi se ne va da Batasuna non é che gli fanno le carezza. Succede quello che avviene con ogni organizazzione di tipo settario, uscirne fuori é spesso piu' difficile che entrarvi. Quando te ne vai da un partito di 'sto tipo non é che ti trattano semplicemente da traditore: ti fanno proprio la vita impossibile.

E se andarsene via é considerato un tradimento figuratevi poi come puo' essere preso il fatto che uno se ne vada per fondare un altro partito che oltretutto denuncia il proprio principio fondante (legittimità della lotta armata per il conseguimento di scopi politici).

Ribadisco si tratta di una scelta coraggiosa da ammirare anche perché, a differenza di altre formazioni politiche che pur denunciando a parole ETA ("no alla violenza") in realtà gli hanno sempre fatto l'occhiolino ("continuate continuate che cosi' si mette pressione a Madrid"). Questi invece, la violenza la denunciano tout-court e pagano il prezzo di questa denuncia subendo un duro ostracismo (degli uni perché li denunciano per il loro passato e degli altri perché considerati traditori).

bruttarello

Ora io non é che dicendo se uno spot politico mi piace o no, esprimo la mia simpatia verso il suo programma politico. no. anzi io i programmi manco li conosco. detto questo, mi permetto di presentarvi la chicca della campagna (fatto salvo lo spot falangista di cui vi ho già parlato). si tratta dello spot di Coalicion Canaria, il partito regionalista delle Isole Canarie, che a dire il vero mi fa un po' ridere.

spot elettorali

nel post precente accennavo di un certo vecchiume che caratterizzava le campagne elettorali dei partiti indipentisti baschi al di fuori di quelle di Batasuna. Ora da un'annetto a questo parte gli altri partiti basch hanno iniziato a muoversi pure loro in questo senso. Ed obiettivamente il risultato é ottimo i loro spot mi sono apparsi i migliori. Davvero. Di tutti gli spot elettorali di questa campagna, dalle Canarie fino a qui, questi sono i migliori e mica lo dico perché vivo qui. Evidentemente hanno fatto uno sforzo e graficamente paga (elettoralmente non so).

Dal punto di vista grafico EA batte tutti (nel precente post ho provato a spiegare il senso di questo loro sforzo):



Dal punto di vista del messaggio, il piu' bello é uno dei 4 spot del PNV, la democrazia cristiana basca, in esso un uomo dall'accento spiccatamente argentino, probabilmente immigrato, vanta i progressi del suo paese. Dice "mi pais" ma evidentemente si rifersice Paesi Baschi. E' un messaggio si' di orgoglio (che non manca mai nei popoli iberici) ma anche di apertura e di integrazione:

grafismi elettorali











Dei vari cartelli elettorali questo é indubbiamente quello graficamente piu' accattivante. Si tratta di un cartello del partito indipendetista EA -Eusko Alkartasuna ("solidarietà basca"). EA nasce da una costola del PNV, il partito nazionalista basco. Solo che aidffrenza di quest'ultimo (dall'anima centrista, indipendetista e democristiana). EA ha sempre utilizzato un linguaggio piu' forte e piu' "socialdemocratizzante". Ma non é questo che mi interessa.

Ora EA aprofitta dell'assenza di Batasuna, l'ala politica dell'ETA, per cercarne di recuperare i voti. Infatti Batasuna, indipendemente dalle idee che veicola (= sostiene la leggitimità della lotta armata per il raggiungimento dell'indipendenza), é sempre stata una grande comunicatrice politica. I suoi slogan, le sue campagne, il grafismo dei suoi cartelli sono sempre stati terribilmente fichi, all'ultimo grido. Oltretutto si rinnovavano in continuazione. E questo loro essere "trendy", al passo con la moda, era ancora piu' stridente se comparato ad un certo vecchiume delle campagne degli altri partiti indipendisti baschi, che pero' hanno iniziato a rendersi conto di questo loro handicap....

Il trucco della campagna di EA sta tutto qui: mettere l'accento della propria campagna su un messaggio che sia allo stesso tempo indipendista e giovanile. E questo per cercare di recuperare parte dei voti di Batasuna. Ecco che il senso del cartello ("grida l'indipendenza!") e del suo grafismo appare chiarissimo.

il carretto passava....

















é dalla settimana scorsa che ogni giorn sento passare qui sotto un carretto dai cui megafoni provengono slogan elettorali, dai dai che stasera finisce....

mercoledì, marzo 05, 2008

la españa que lucha



La Spagna é un paese davvero curioso. Non smetto di scoprire cose. L'altro giorno ascoltando gli spot elettorali ho scoperto che fra i tanti partiti c'é pure la Falange-Jons. Per farvi un'idea pensate che i falangisti altro non erano che gli squadristi spagnoli, i fasci da combattimento al servizio di Franco. Ah la transizione spagnola!

L'Italia avrà avuto tutti i suoi difetti, ma almeno formalmente nella costituzione hanno vietato la ricostituzione del PNF (il Partito Nazionale Fascismo) e gli atti di apologia al fascismo. Qui invece, seppur quasi nessuno lo voti, il partito ancora resiste! E stai sicuro che se qualcuno ne esigesse lo scioglimento metterebbero su un casino della madonna dicendo che facendo cosi' non si farebbe che riaprire ferite del passato. In questo episodio troviamo condensato tutto l'equivoco della transizione democratica spagnola. Agli estremisti baschi gli sciolgono il partito, invece a questi no (forse pensano che siano piu' simpatici degli altri, dei bravi guajoni insomma).

Quanto al reato di apologia al franchismo, ne ho già parlato qua. Godetevi lo spot!

esperanza?















Se Rajoy perde le elezioni di domenica ci sono delle forti possibilità che questa signora diventi il prossimo capo dell'opposizione. Si tratta di Esperanza Aguirre, presindetessa della Comunidad de Madrid (Regione "Madrid-Capitale") e cocca dell'ex premier Aznar. Cocca come d'altra parte lo era anche Rajoy. Solo che lei a differenza di quest'ultimo parla ed agisce anche senza telecomando (uno dei punti deboli di Rajoy, nato come il candidato di Aznar). In un modo o nell'altro gli aznaristi continueranno a controllare saldamente il partito.

Aguirre, con la sua aria distratta e giocherellona nasconde una forte determinazione ed una indubbia abilità politica. Pensate che é riuscita ad isolare dal PP e spingere all'abbandono della vita politica il carismatico sindaco di Madrid, Alfredo Ruiz Gallardon, considerato suo acerrimo nemico di partito (nonché capo della corrente centrista-democristiana del PP, invisa agli aznaristi).

martedì, marzo 04, 2008

martire della poltrona












Regina Otaola, segretaria provinciale del PP in Gipuzkoa, fino ad un anno fa era pressoché sconosciuta. poi per una serie di casualità il suo partito con pressappoco quindici voti ha conquistato il municipio di Lizartza, vicino San Sebastian. Di mezzo c'era l'illegalizzazione dei radicali indipendentisti di Batasuna.

c'é da dire che il PP non é proprio il benvenuto in questi villaggi baschi, culla del radicalismo. Regina Otaola e compagni hanno la vita difficile da queste parti. La loro logica politica non li aiuta: il loro discorso blocco contro blocco, la loro visione della Spagna unita, inseparabile e castigliana, modello Carlo V (500 anni per l'esattezza). Ma chiaro per quanto antiquate e retrograde siano le loro idee questo non giustifica in nulla le minacce di morte cui sono esposti da parte della rumorosa minoranza di Batasuna e compagnia bella. Quelle, le minacce, non si giustificano in nessuna caso. Mai. Mai.

Ma veniamo al dunque? Che fa 'sta signora Otaola, illustre sconosciuta. Si fa avanti per assumere l'incarico di sindaco di Lizartza. Va li', ed inizia a fare pulizia levando i poster che celebrano i caduti dell'ETA e issando la bandiera spagnola. La stampa inizia ad accorrere. Servizi su tv, giornali, e riviste di ogni tipo (femminili, di attualità, rosa). Insomma l'amica Regina diventa una star, una sorta di martire per la causa spagnola. Diceva che lo faceva per amore della patria e del senso del dovere. Non metto in dubbio che non deve essere stato facile.

Poi, l'altro giorno inizio a vedere le liste elettorali e che ti vado a scoprire? Ti scopro che la Otaola Regina é capolista al Senado. Risultato: fra sette giorni se ne sta a Madrid! Hai capito l'illustre sconosciuta al servizio della patria? 10 mesi di inferno (e di copertura mediatica pazzesca) per poi assicurarsi la poltrona nella comoda Madrid.
Capito! Oltretutto per incompatibilità dovrà lasciare la poltrona di sindaco (e pensare che nelle interviste diceva che avrebbe deciso se lasciare "fra quattro anni").

Raga, sapete che vi dico: tutto il mondo é paese.

sondaggi



Come forse sapete qualche settimana fa Zapatero ha commesso una gaffe. trovate tutto qua e qua. insomma alla fine di una lunga intervista, pensando che la trasmissione fosse finita alla domanda del giornalista circa l'esito delle elezioni , Zaptero avrebbe risposto "bene, bene, si vince, solo che bisogna mantenere la tensione".

Rajoy, il capo l'opposizione; logicamente ci si é buttata a capofitto. Vabbuo'. E' la regola del gioco.
Ma questo non ha fatto che confermare quello che pensavo dei sondaggi, se già non fosse chiaro. Nato come uno strumento capace di orientare la classe dirigente e di aiutarlo a capire la società, essi si sono trasformati in uno strumento di manipolazione. Un esempio straordinario é quello di Berlusconi nelle elezioni del 2006, ha forza di dire che c'era recupero nei sondaggi, é riuscito a realizzarlo (anche grazie a numerosi autogol del centrosinistra). Si realizza un'opera di autoconvicimento importante. E Veltroni pare ora cerchi di seguire questa riuscita strategia.

Come dice un detto dell'Asia Centrale, una menzogna ripetuta mille volte diventa verità. Il risultato del sondaggio se ripetuto "a manetta" finisce sicuramente coll'influire sull'orientamento degli elettori. Rajoy chiaro ha approfittato dell'occasione ma non che lui faccia diversamente.

il sondaggio: un 'arma a doppio taglio che permette di orientare ma anche di manipolare.

lunedì, marzo 03, 2008

500 anni

















Nel corso del primo faccia-faccia televisivo fra Zapatero e Rajoy, quest'ultimo, come di dovere ha difeso le sue idee, c'erano i leitmotiv di sempre fra cui uno che mi "diverte" che pressapoco si riassume cosi: "Signor Zaptero, Lei ha messo a repentaglio 500 anni di storia!".

Ma mica era un boutade. No, no, già l'aveva detta varie volte sta cosa. Deve essere che gli piace ripeterla. Io capisco benissimo che i conservatori non siano d'accordo con Zaptero. Oh, ma da qui a dire una cosa del genere ce n'é una certa differenza. Ci manca solo che Zapatero venga reso colpevole della perdita delle colonie, dell'invasione napoleonica e compagnia bella.

In Italia l'opposizione dice che la sinistra "ha messo in ginocchio" il paese, pero' in Spagna ci vanno piu' pesanti.

domenica, marzo 02, 2008

cammino elettorale





















assente da tre settimane prometto di fare uno sforzo da oggi a lunedì, per guidarvi all'interno del dibattito elettorale spagnolo.