martedì, marzo 04, 2008

martire della poltrona












Regina Otaola, segretaria provinciale del PP in Gipuzkoa, fino ad un anno fa era pressoché sconosciuta. poi per una serie di casualità il suo partito con pressappoco quindici voti ha conquistato il municipio di Lizartza, vicino San Sebastian. Di mezzo c'era l'illegalizzazione dei radicali indipendentisti di Batasuna.

c'é da dire che il PP non é proprio il benvenuto in questi villaggi baschi, culla del radicalismo. Regina Otaola e compagni hanno la vita difficile da queste parti. La loro logica politica non li aiuta: il loro discorso blocco contro blocco, la loro visione della Spagna unita, inseparabile e castigliana, modello Carlo V (500 anni per l'esattezza). Ma chiaro per quanto antiquate e retrograde siano le loro idee questo non giustifica in nulla le minacce di morte cui sono esposti da parte della rumorosa minoranza di Batasuna e compagnia bella. Quelle, le minacce, non si giustificano in nessuna caso. Mai. Mai.

Ma veniamo al dunque? Che fa 'sta signora Otaola, illustre sconosciuta. Si fa avanti per assumere l'incarico di sindaco di Lizartza. Va li', ed inizia a fare pulizia levando i poster che celebrano i caduti dell'ETA e issando la bandiera spagnola. La stampa inizia ad accorrere. Servizi su tv, giornali, e riviste di ogni tipo (femminili, di attualità, rosa). Insomma l'amica Regina diventa una star, una sorta di martire per la causa spagnola. Diceva che lo faceva per amore della patria e del senso del dovere. Non metto in dubbio che non deve essere stato facile.

Poi, l'altro giorno inizio a vedere le liste elettorali e che ti vado a scoprire? Ti scopro che la Otaola Regina é capolista al Senado. Risultato: fra sette giorni se ne sta a Madrid! Hai capito l'illustre sconosciuta al servizio della patria? 10 mesi di inferno (e di copertura mediatica pazzesca) per poi assicurarsi la poltrona nella comoda Madrid.
Capito! Oltretutto per incompatibilità dovrà lasciare la poltrona di sindaco (e pensare che nelle interviste diceva che avrebbe deciso se lasciare "fra quattro anni").

Raga, sapete che vi dico: tutto il mondo é paese.

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