sabato, ottobre 16, 2010

iniziative popolari e lentezze brussellessi

Il Trattato di Lisbona ha introdotto la possibilità per i cittadini europei di presentare iniziative legislative popolari attraverso la raccolta di un milione di adesioni. Si tratta di una grande novità visto che fino ad ora l'iniziativa legislativa europea era essenzialmente nelle mani della Commissione Europea (che però, è bene dirlo, lavorava sprattutto in base ad input nazionali).

Solo che una volta stabilito un diritto, se si vuole dargli reale attuazione questo va regolamentato. Un pò come per il referendum in Italia per la cui attuazione era necessario un regolamento. E così, nel dicembre scorso, appena entrato in vigore il Trattato, Commissione e Parlamento Europeo si mettono al lavoro per cercare di fissare queste regole. A quasi ad un anno di distanza, ancora lì stiamo, i nostri discutono e non riescono a mettersi d'accordo sulla bozza del regolamento. Si parla di una decisione non prima dell'inizio del 2011.

Il fatto è che mentre i nostri cari continuano a discutere, i cittadini europei, assai più lesti, si sono già dati da fare organizzando la prima iniziativa popolare europea, il cui scopo è promuovere una moratoria europea delle coltivazioni OGM. Il bello è questi hanno già raggiunto il loro migliore di firme. E nel frattempo a Bruxelles continuano a discutere. Poi dicono gli euroscettici.

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