mercoledì, novembre 11, 2009

il vero bluff (europeismi)

"(E') giusto allora affermare, come è stato fatto, che «l’Europa è un bluff»? Niente affatto: l’Europa esiste, caratterizza la nostra economia, la nostra legislazione, permea la nostra vita. Il bluff non è rappresentato né dall’idea di Europa né da quanto è stato realizzato sinora. Il bluff sono i leader europei di oggi, l’assenza di una visione politica, gli egoismi nazionali che rischiano di renderci irrilevanti nella nuova governance mondiale in via di costruzione, la distrazione delle forze politiche nazionali, la debolezza e la miopia di quelle europee. Non si tratta di istituzioni, si tratta di politiche e politici"
[Sandro Gozi, Europa]

2 commenti:

Federico Martire ha detto...

Va detto che spesso e volentieri celebriamo molto il passato criticando aspramente il presente. Insomma, si rimpiange sempre il passato. Anche io, però, noto un'assenza di leader pro-Europa, dovuta anche, credo, alla deriva destrista che ha coinvolto il continente. Eppure qualche elemento di grande valore, secondo me, c'è: penso al solito Verhofstadt o a Juncker, finanche a Rasmussen. Purtroppo, però, manca un leader da uno dei "grandi" Europei (Ger, Fra, Ita), oltre che ad una spinta europeista in UK. Da notare anche che i paesi dell'ex blocco sovietico, presentati nel 2004 come super europeisti, si sono dimostrati alquanto scettici nei confronti dell'UE, come dimostrano le politiche adottate da molti leader di quei paesi e l'avanzamento della destra xenofoba in molte zone (soprattutto in Ungheria).
Infine, va detto che la crisi economica avvantaggia i populisti ed i protezionisti, indebolendo il processo di integrazione politico-economica.

Vedremo se il TRattato di Lisbona aiuterà ad uscire dall'impasse...

Macaronì ha detto...

Fede, secondo me v'è non è questione di nostalgiadel passato. V'è una chiara mancanza di leadership.

L'enorme passo in avanti fatto alla fine degli anni '90 si spiega non tanto con la presenza di un solo uomo salvatore (quello che tutti aspettano, come l'arlésienne). Si è trattato piuttosto di una congiuntura in cui uomini di altro calibro europeista come Mitterand, Kohl, Delors, Dehaene erano tutti lí. Congiunture cosí non ne trovi tutti i giorni.

L'Italia degli anni '80 seppur già in declino (da cui non veniamo a capo purtroppo) sapeva fare astezione dei suoi casini interni e portare avanti la sua linea europeista. Ora la vedo piu´distratta, confusa. Molto piegata su se stessa e suoi mali.

La crisi economica come qualsiasi tipo di crisi o situazione si presta ad essere manipolata dai populisti di turno.