mercoledì, ottobre 14, 2009

un seggio europeo a new york




















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Pare che dopo anni di lotta per ottenere un proprio seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Germania abbia deciso di cambiare di strategia e di puntare su la creazione di un seggio permanente europeo.

La scelta è quella giusta, invece di ragionare in chiave di stato-nazione, se l'Europa vuole contare deve imparare a giocare in squadra. Non è questione di "europeismo a prescindere" ma di puro pragmatismo. Agganciarsi ad un passato che non esiste piu, e continuare a giocare alla grande potenza imperiale con il proprio seggio permaenente, come forse sognano ancora Francia e Regno Unito, non ha senso davanti a dei colossi in crescita quali sono Cina, India e Russia. Lavorare per un seggio europeo, vuol dire lavorare per preservare un domani il proprio presigio e la proprio influenza un domani. E questo non potrà essere fatto se non giocando in squadra. E' un questione di sopravvivenza.

Detto questo la verità è che non ha molto senso parlare di un seggio europeo fino a quando non avremmo una politica europea estera comune, ben coordinata. Poi non è che il seggio europeo arriva cosi all'improvviso. Per ottenerlo è necessario un intenso lavoro di lobby (a cui l'Italia si presta da diverso tempo) ed una preparazione.

In suo articolo, l'ex ambasciatore italiano Fulci dice le cose chiaramente: prima di tutto bisogna puntare ad una cooperazione de facto. Vista l'inamovibilità degli inglesi e dei francesi (quando mai rinunceranno al loro seggio in nome di un seggio europeo!), bisognerebbe fare in modo che ogni qualvolta un paese europeo ottenga un seggio provvisorio nel consiglio, questo venga condiviso col paese europeo che esercita la presidenza di turno. Iniziando dal prossimo semestre.

E procedendo cosi', poco a poco, si creerebbero i pressuposti per la creazione di un seggio europeo. Pero' per fare questo bisogna prepararsi e lavorare sodo.

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