venerdì, giugno 26, 2009

il dramma di michael




La morte di Michael Jackson mi rattrista. Seppur non sia mai stato un suo grande fan, riconosco il suo grande talento. I suoi album degli anni '80 rimaranno delle pietre miliari nella storia della musica pop.

Quello che piu' mi dispiace è il triste epilogo di questa storia, quella di una persona che voleva essere qualcosa che non era, e ripenso a quella frase di Shakespeare di cui parlavo la settimana scorsa:

"E questo soprattutto: sii sincero con te stesso, e ne seguirà, come la notte segue il giorno, che non potrai essere falso con gli altri"

So bene pero' che dietro tutta storia di un uomo nero che voleva essere bianco, si nasconde il peso del mito americano dell'uomo bianco, ricco, potente e di successo, con il quale il piccolo Jackson deve essersi confrontato sin dall'infanzia.

All'epoca non c'era un Obama, ed i neri non credo che se la spassassero. Non credo nemmeno si profilasse la speranza di un possibile riscatto al di fuori dallo sport e dalla musica. L'ironia della vita fa si che Michael, se ne va proprio quando Obama è presidente per quello che è: non un nero, né un bianco, ma un americano. E su questo non c'è colore che regge.

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