lunedì, dicembre 25, 2006

lettera aperta al vicario

Lettera Aperta al Vicario di Roma
SegreteriaGenerale@vicariatusurbis.org

Caro Vicario,

come mai tanta rigidità verso PierGiorgio Welby, nei confonti del quale ci si attiene ad una stretta interpretazione negandogli il sacramento del funerale?

Ma con il Sr. Augusto Pinochet Uriarte, recentemente scomparso in Cile, non ci si é tanto preoccupati, delle migliaia di assasini commesi conscientemente e apparentamente senza pentimento alcuno da parte del responsabile stesso.

Welby a differenza di quanto abbia fatto il Sr. Pinochet Uriarte, non ha scelto la propria condizione di malato di lunga degenza.

Il suo problema e la sua tragedia é stata rappresentata dal fatto che nello Stato Italiano non esiste una vera terapia del dolore.

Corduali Saluti & Buon S. Natale

Amen

«In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)».

mercoledì, dicembre 20, 2006

Identitá

Spesso la gente mi chiede chi sono. Se mi sento italiano, francese, basco o spagnolo. Penso che la migliore risposta possa venire dalle parole dello scrittore Amin Maalouf:

« Depuis que j'ai quitté le Liban pour m'installer en France, que de fois m'a-t-on demandé, avec les meilleures intentions du monde, si je me sentais "plutôt français" ou "plutôt libanais". Je réponds invariablement : "L'un et l'autre !" Non par quelque souci d'équilibre ou d'équité, mais parce qu'en répondant différemment, je mentirais. Ce qui fait que je suis moi-même et pas un autre, c'est que je suis ainsi à la lisière de deux pays, de deux ou trois langues, de plusieurs traditions culturelles. C'est cela mon identité... »

«Da quando ho lasciato il Libano per installarmi in Francia, quante volte mi hanno chiesto, con le migliori intenzioni, se mi sentivo "piuttosto francese" o "piuttosto libanese". Io rispondo sempre: "l'uno e l'altro!" Non per una questione di equilibrio o di equità, ma poiché rispondendo in maniera differente, mentirei. Cio' che fà che sono io e non un altro, é il fatto che io mi situo al confine fra due paesi, di due o tre lingue e di diverse tradizioni culturlai. E' questa la mià identità.....» [Estratto dal libro "Le Identitá Assassine"]

In un'intervista aggiungeva poi:

«Pour moi, l’identité est faite de nombreuses appartenances. Une personne doit pouvoir assumer tous les éléments de son identité; cela a été le credo que j’ai développé dans “Identités meurtrières»

« Per me, l'identità é fatta di numerose appartenenze. Un persona deve poter asumere tutti gli elementi della sua identità; questo é stato il credo che ho sviluppato nelle Identità Assassine »

venerdì, dicembre 15, 2006

Ascoltare x Parlare - Juppé

Qualche giorno fa ho visto un reportage realizzato durante " l'esilio " in Québec del politico francese Alain Juppé, protetto di Chirac ed ex-primo ministro. Quelle iimmagini tentavano di far trasparire l'uomo piu' che il politico.

Juppé riconosceva che uno dei suoi difetti in quanto uomo e politico é la fretta, l'impazienza, il voler fare tutto e subito. Raccontava che la moglie gli aveva fatto notare che quando qualcuno gli faceva una domanda, lui gli rispondeva subito interrompendolo, prima che la'ltro avesse finito di parlare. La moglie gli aveva fatto capire bisogna lasciare alla gente il piacere di farti la domanda e di esprimere cosí il proprio dubbio: se la vuoi capire davvero la devi ascoltare.

Questo si riallaccia a quanto dicevo l'altro giorno, spesso i politici, presi da una sorta di smania edonistica, sono piu' interessati a rispondere che ad ascoltare. Gli piace dare le loro soluzioni senza pero´ascoltare la gente. Come dicevo sono un pó come quei medici che ti danno una medicna senza neanche averti chiesto cosa hai esattamente. Curano senza fare una vera diagnosi.

Bravo Juppé che ha imparato ad ascoltare. E brava la sig. Juppé capace di sensibilizzare il marito.

Ma sará proprio vero?

Leggo questo articolo e non posso credere a miei occhi.

Se davvero le cose stanno cosí, e solo se é proprio vero, mi scappa quasi un complimento:
bravo sig. Silvio finalmente un po' di coraggio politico, sicuramente piu' del suo amico Francesco.

martedì, dicembre 12, 2006

Gioventu' in Movimento
















Avignon, Cortile di una scuola elementare, XII-2006

Pensiero Senza Pensieri

















"Non ho idee"
Avignon, Un Muro, XII-2006

umana precarietà
















"E se domani niente"
Avignon , Sul marciapiede di una strada (di Francia), XII/ 2006

Viste da Papi - 2 (Sguardi Incrociati)
















Avignon - Palais des Papes - 9/XII

Avignon en Bleu
















Avignon - Palais des Papes - Ore 13h30 - 9/XII

Ascoltare per poi Parlare

Ieri volevo inviare ad alcuni conoscenti il link di questa intervista rilasciata dal capo dell'ufficio legale del Ministero delle Pari Opportunitá : si spiegava che tipo di riconoscimento giuridico si vuole garantire alle coppie di fatto. Mi sembrava che quelle parole, cosi' calme, cosi' moderate e cos'i sensate, potessero rassicurare alcune delle persone che piu' diffidano di questo tipo di "unioni civili". Avevo indovinato. E cosi´oggi leggendo i quotidiani scopro che lo stesso Gianfranco Fini dopo aver letto quell'intervista si é dichiarato disposto a discutere la proposta.

E' questo quello che ci si deve aspettare da una classe dirigente che discuta senza chiudersi a riccio davanti alle proposte degli altri respingendo. Perché se quelle domande, che nel bene o male sono espressione di una parte della societá, rimangono inascoltate é sempre piu' grande il rischio di uno scollamento, di una frattura, fra una classe politica sempre piu' arrocata sulle sue posizioni ed la societá che questa dovrebbe rappresentare (é quella che in Francia viene chiamata "fracture sociale").

Tra l'accettare passivamente quello che sogna l'altro ed il non fare nulla, ci sono delle terre di mezzo (é la soluzione dell'asino =
vedi il post precedente). Io pretendo che una vera classe dirigente si sforzi di trovare quel punto di incontro invece di fomentare le divisioni e le "fratture". In ogni settore, in ogni momento.

Cio' che rimprovero di piu' alle classe politica é quello di non saper ascoltare la gente . Eppure e' cosi' importante. E' come se i politici rispondano ancor prima che la societá, la gente abbia finito di parlagli. Ma se non mi ascolti e vuoi parlare solo tu come fai a sapere di cosa ho davvero bisogno? Pensate ad un medico che vuole curarti senza farti dire che problema hai. Che razza di medico sarebbe?

Prima si ascolta e poi si discute. Stavolta dico: Bravo Fini.

Natura Magistra Vitae





















"Se le nazioni avessero il buon senso degli asini!"
Le nazioni e gli uomini che le compongono, aggiungo io.

Avignon - Cortile di una Scuola Elementare - 6/XII

lunedì, dicembre 04, 2006

Solo Io
















Pamplona-Iruñea 24/XI

Solo Io nel senso solo la mia identità. La scritta nella foto recita EHE, ossia Euskal Herria Euskaraz, i Paesi Baschi in Basco. Questa associazione altro non é che una delle tante dépendance (nelle fattispecie quella linguistico-radicale) che fanno capo ai radicali-indipendentisti. Ed ora, nel momento in cui sembra che il processo di pace tra i radicali-indipendendisti violenti ed il governo socialista spagnolo perda colpi, Batasuna, l'ala politica dell'ETA da ordine di seminare scritte varia per le città, fra cui queste qui. Una maniera di mettere la pressione sul governo, di pizzicarlo, di infastdirlo.

Nei Paesi Baschi si parla una strana lingua il basco, appunto. Questa lingua non ha nulla a che vedere con le lingue latine, ed a quanto pare nemmeno con la famiglia indio-europea. Da secoli i baschi hanno convissuto con le altre lignue, prima con il latino, poi con lo spagnolo ed il francese (si perché i Baschi vivono a cavallo fra due paesi, la Francia e la Spagna, proprio come il Tirolo diviso a metá fra Italia ed Austria)


Attualmente nella regione basca spagnola vige una situazione di bilinguismo officiale basco-spagnolo proprio come in Alto Adige con il tedesco e l'italiano. Si possono utilizzare le due lingue in tutti gli ambiti. Di fatto esistono radio e televisioni pubbliche che trasmettono in basco, scuole ed universitá pubbliche in lingua basca, negli ospedali e nell'amministrazione pubblica poi i funzionari devono parlare le due lingue (si proprio come a Bolzano).

Questa situazione di rinascimento della lingua basca altro non é la reazione alla cieca ed assurda politica di Franco che durante 50 anni aveva vietato e perseguito la lingua basca e tutti quelli che la praticavano in ambito pubblico (lo stesso trattamento fu riservato ai catalani).

Oggi peró ognuno é libero di parlarla.

Eppure c'é qualcuno che non é contento. Qualcuno che vorrebbe che tutto sia in Basco e che lo spagnolo non venga utilizzato. Una sorta di franchismo alla rovescia. Se quelli prima non volevano che si utilizasse il basco, ora questi altri non vogliono che si usi lo spagnolo.


Detto questo sottolineo la follia e l'insensatezza dell'azione del gruppo in questione. Basco, Francese e Spagnolo hanno sempre convissuto in questa regione. Cosí come era assurdo e totalitario il tentativo di Franco di fare sparire la lingua basca, lo é altrettanto l'idea (o se preferite "ideologia") di questo gruppuscolo che vuole che non si usi lo spagnolo. Si tratta di una sorta di falangisti della lingua al contrario ( i falangisti erano + o meno l'equivalente degli squadristi nostrani Franco si servi' inzialmente di loro per consolidare il proprio potere).

Dividere é facile il problema é unire. Questa é la vera sfida.
Chi ci riuscira marcherà la storia basca (ed umana).


"E' troppo comodo dividere ciò che sembra unito
bisognerebbe unire ciò che invece è diviso "
(Jovanotti ,"Non é ancora finita" - Capo Horn 1999)

Il vento e le montagne
















Nei pressi di Campo Imperatore - Settembre 2006

Amore Segreto
















Nei pressi di Campo Imperatore - Settembre 2006

Strade Vietate?
















Pamplona-Iruñea 24/XI


Strade Vietate? Come quelle di una classe dirigente, che parla di riforme , di cambio, ma poi sono é incapace di assumerli. Come i diritti civili. Come la terapia del dolore (vietata di fatto). Come le coppie non sposate senza diritti. Come i giovani. Di aborrire la guerra. Di non indebitare piu' i paesi giá spelliti dal debetito estero. Come l'esempio del senso del dovere. Del senso dello stato, della cittadinanza ("citoyenneté " come la chiamano i francesi). Come la ricerca della pace. Del dialogo.

Tutti divieti che l'uomo si auto-impone. Poi si ripromette di rimuoverli, ma segretamente continua a pensare che é meglio cosi', che le cose non cambiano, che i deboli siano sempre piu' deboli, che i malati soffrano il piú possibile, che l'irrazionale, l'odio, la paura e la superstizione restino vivi e vegeti. Divide et Imperat. Diviser pour mieux reigner.

venerdì, novembre 24, 2006

Segi
















Pamplona-Iruña 24/XI



SEGI, leggi "seghi", é il movimento giovanile di Batasuna. L'ala politica dell'ETA.Il movimen terrorista indipendista basco.

Piccolo ripasso: Batasuna sta all'ETA quello che lo Sinn Feinn stava all'IRA, ossia ne é la vetrina politica. Batasuna ("Unione" in basco) ha sempre giustificato l'uso della violenza per il conseguimento degli obbiettivi politici (indipendenza). Essi rappresentano attualmente un po' meno del 10% dell'elettorato basco (si tratta di una stimazione visto che il partito di fattoé vietato)

Dal 2004 hanno avviato un ripensamento e lanciato un'invito al dialogo. Invito che ha culminato nel cessate il fuoco proclamato dell'ETA nello scorso mese di marzo. Il cessate il fuoco dava inizio al "processo di pace".

Da qulche mese pero' i negoziati stagnano, i tempi si allungano e gli indipendisti si innervosiscono. Probabilmente col passare dei mesi le fazioni piu' dure tsano scalppitando. Per le strade appaiono graffiti e poster. E' il doppio giochismo di Batasuna. Da una parte negozio ma dall'altra spingo segretamente i membri piu' agitati, sepsso giovani, a sfogarsi mettendo poster e facendo campagna. Si perché , da che mondo é mondo, se il giovane vuole fare la rivoluzione, il vecchio ex-rivoluzionario ha capito che non é cosa. E fra i baschi é pure cosi', la fazione massimalista é stata spesso composta dei giovani. Allo stesso tempo questi happening giovanil-nazionalisti hanno il vantaggio di creare un po' di tensione e di mettere cosi' la pressione sul governo di Zapatero.

Il movimento giovanil-indipendentista SEGI é stato vietato, cosi' come la era stato il suo predecessore " JARRAI", di cui SEGI avevo preso il testimone. I due nomi d'altra parte hanno lo stesso significato ("continua!"). Le due sono state le "palestre" dove nella militanza venivano formati alcuni dei futuri terroristi (nel lessico nazional-radical-indipendentista basco "gidari", leggi ghidari, ossia condottieri).

L'altro occhio?
















Pamplona-Iruña 24/XI

L'occhio
















Pamplona-Iruña 23/XI

Brogli?
















Pamplona- Iruña 23/XI



In Italia si parla di brogli nelle passate elezioni. Polemica ad esclusivo uso e consumo dei media?

Se é grave il fatto che ci possano essere ancora brogli nell'Italia del 2006: lo é ancora di piú il pensare che una delle due parti é disposta a giocare sporco pur di non perdere. Cio' che é ancora piu' che grave é che in fin dei conti non ci si stupisce piu' di tanto (io in primis lo ammetto). Non credo si tratti di qualunquismo. Ma delle cattive abitudini a cui le nostre clasi dirigenti c'hanno abituato. L'Italia non é forse il paese dove dalla sera alla mattina cambiavano i dati delle affluenze? Vi ricordate era una serata di maggio del 2000, in occasione del referendum sul maggioritario: incredibilmente la percentuale dei votanti diminui, se la mezzanotte erano 50,1% o 50,2%, alle 6-7 del mattino erano scesi al 49,9%. Mai successo prima. Guarda caso questo repentino cambio notturno dei dati delle affluenze avveniva per la prima volta, proprio quando il quorum dei partecipanti era davvero decisivo per l'esito. Una sempice casualitá: no?

Domanda: é possibile il fair play in Italia?

Carissimi perpetui che governate l'Italia é inutile lamentarsi del malcostume italiano se poi i paritti sono i primi a non dare l'esempio, affosando alleanze governative, ricattando e non riconoscendo la propria sconfitta.

giovedì, ottobre 19, 2006

Una Storia Spagnola - Terza Parte


Ascesa e Decadenza del PP - Terza Parte
L'ossessione delle idee e del potere


Per capire bene la visione aznarista dello Stato bisogna inserirsi nel contesto storcio-culturale spagnolo. La Spagna é stata storicamente uno stato centralista e Franco dal canto suo ha lasciato la sua impronta: quella di una Spagna "una e grande", dove non c'é spazio per altre lingue e per altre culture se non quella castigliana (Franco pero' parlava il galiziano!). Durante i 50 anni al potere venne cosi' probito l'uso del basco, del catalano e del galiziano . Si proprio proibito! Cosi' come si proibisce l'eroina! Immaginatevi, vado a Napoli e gli dico basta non si parla piu' napoletano.....assurdo no?

Sta di fatto che "daje e daje"(come si dice a Roma) agli spagnoli qualcosa gli é rimasto in testa. E quindi l'immagine della Spagna Unica e Grande con una sola lingua ed una sola cultura é ancora presente.

Aznar ha giocato su tutto questo e sugli avvenimenti del'11 settembre per trarne consensi.

La televisione era manipolata neanche in modo tanto delicato: i servizi sui terroristi baschi venivano appiccicati a quelli sulla politica basca o sulla cultura basca. Lo facevano per confondere le persone. L'obbieitivo era far fare cortocircuito mentale agli spetatori-elettori e conforderli per fargli apura: per cui la bandiera basca diventava la bandiera dei terroristi ( da una mia inchiesta pare che la maggior parte degli spagnoli credano cosi' sigh! come se dicessi che la bandiera di Milano e la bandiera della Lega. O che quella del Marocco é la bandiera di Ben Laden). Cosi' nelle teste di miglieia di elettori tutto un popolo, la sua lingua ,la cultura veniva associato ad un manipolo di estremisti violenti. Si parlava quasi solo di terrorismo. Era un'ossessione! L'obbiettivo: creare molta paura per spingere gli elettori a chiedergli il suo aiuto. "Divide et Imperat" appunto, dividere per regnare.

Chiave di lettura: creare paura, sospetto reciproco e riscuoterne consensi.

Logicamente i baschi non hanno vissuto un bel momento durante quei 4 anni e neppure i catalani non se la sono spassata (che venivano accusati di essere degli spilorci, dei tirchi, argomento non forte come quello dei terroristi ma che comunque aveva un certo successo).

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Piccolo Inciso: ancora oggi la strategia del PP é simile a quella di ieri, sabotare il processo di pace nei Paesi Baschi, per far si' che l'ETA rimanga in vita. Per il PP attuale, la scomparsa dell' ETA sarebbe un cataclisma: perderebbero cosi' il loro principale argomento elettorale. Avere un po' di terrore invece gli risulta comodo, possono cosi' giustificare la loro teoria delle maniere forti. Apunto: manetenre la paura e riscuotee consensi. No, non vi sbagliate: questo somiglia molto al "tanto peggio tanto meglio" italiano degl anni '70.

Una Storia Spagnola - Seconda Parte

Ascesa e Dacadenza del PP - Seconda Parte
Dopo l'11 settembre. Assoluta maggioranza



Come mai questa rottura fra il primo (1996-2000) ed il secondo mandato (2000-2004) del PP?

Quasto cambiamento si spiega sostanzialmente per due ragioni:

1) Come ho già avuto modo di raccontare su questo blog il PP nasce dalla fusione fra i centristi dell' UCD e del partito post-franchsita Allianza Popular, avvenuta all'inizio degli anni '90. E' un partito con due anime: una democristiana e l'altra chiaramente franchista. Il cambiamento di atteggiamento riflette la proprensione di Aznar per la seconda

2) Durante il '97, l'ETA, l'organizzazione terrorista separatista basca, aveva proclamato un cessate al fuoco a cui il governo ara arrivato grazie agli sforzi dei partiti baschi e dei socalisti spagnoli. Aznar poteva cosi' raccolgiere il frutto degli sforzi altrui.

Probabilmente il leader del PP aveva già in mente la sua strategia prima del 2000. Il trucco consisteva nel mantenere artificialmente un po' di male in giro (i "terroristi") per mantenere la gente in stato di panico. Mantenere in giro terroristi gli permetteva di giocare il ruolo del duro, di quello che sa risolvere i problemi. Da qui il brusco cambiamento dell'atteggiamento. Questo fa pensare al l'italiano "tanto peggio, tanto meglio", chiave di lettura di alcuni politici italiani negli anni '70 (tale concetto é tradotto in spagnolo con "accion-reaccion").

Quello che non riesco a capire se Aznar ha agito per ideologia (la Spagna "una e grande" di Franco) o per puro opportunismo: si allea con i regionalisti per giungere al potere poi una volta ottenuta la maggioranza assoluta, si rende conto che l'argomento anti-regionalista ed anti-basco gli rende in termini di voti. Per cui fai suoi calcoli e decide di sbarazzarsi degli alleati baschi e catalani che per 4 anni gli avevano permesso di governare e nel tentativo di conquistare sempre voti, spinge sempre di piu' sul monotema del terrorismo: l'11 settembre e la teoria Bush erano un occassione unica. Per trasformare il suo argomento elettorale nell'Argomento, unico tema di discussione.

Davanti al mono-argomento aznariano (ossia : "chi non é con me é un irresponsabile, un secessionista e sopratutto un amico dei terroristi" simile al bushiano "o con noi o contro di noi") i socialisti del PSOE assumono un attitudine passiva e non riescendo ad imporre altri argomenti di confronto (eppure non sarebbe stato cosi' difficile, sarebbe bastatotirare fuori la discutibile politica "europesita" di Aznar) e si trova cosi' costretto a seguire passivamente le proposte aznariste del PP .

Una Storia Spagnola (il PP, la gloria e le sue conseguenze)

Ascesa e Decandenza del PP - Prima Parte
Dall'opposizione alla Maggioranza assoluta (1996-2001)


Nel marzo del 2004, 4-5 giorni dopo gli attacchi degli attenti di Madrid dell'11 marzo il PSOE, il Partito Socialista Spagnolo, guidato da José Rodriguez Zapatero, vinse le elezioni.

Eppure fino a 4 giorni prima il PP di Aznar sembrava essere in testa nei sondaggi. L'unico dubbio era se avesse di nuovo ottenuto la maggioranza assoluta o solo quella relativa (che l'avrebbe costretto a governare in coalizione).

Faccimo un piccolo salto in dietro: 1996, il PSOE guidato da Felipe Gonazalez dopo 12 anni di potere, viene sconfitto dal PP, Partito Popolare, guidato dall'ex governatore della Castiglia,
José Maria Aznar.

Aznar governerà nel corso della prima leglatura, dal 1996 al 2000, in coalizione con i partiti regionalisti (sostanzialmente conservatori): fra cui spiccavano i nazionalisti catalani (CiU) e baschi (PNV-EAJ). Non aveva infatti i seggi necessari per governare da solo.



Alle elezioni del 2000 il PP non solo vince di nuovo ma raddoppia: ottiene molti seggi, puo' quindi governare da solo. Conclusione: abbandona i partiti regionalisti che gli avevano permesso di arrivare al governo quattro anni prima ed inizia una politica durissima nei confronti degli ex-alleati a botte di campagne durissime (sapete quando si dice "cornuti e mazziati" ecco!).

In breve il tema del centralismo e del terrorismo basco diventa il suo asso nella manica, paventando il rischio della secessione dello Stato spagnolo, puo' spaventare gli spagnoli ed ottenerne i voti ("io sono la soluzione"). L'11 settembre gli offrirà poi un occasione storica: spingere ancora di piu' sugli argomenti del terrosimo, che andranno trasformandosi nell'ossesionante monotema elettorale aznarsita.

In breve la politica e le parole del Premier Iberico si fanno sempre piu' dure: accuse alle lingue regionali, proibizione e chiusura forzata delle alcune case editrici basche e dei due giornali pubblicati in lingua basca, proibizione di Batasuna ala politica dell'ETA (che é un po' come lo Sinn Feinn per l'IRA).

Poco a poco si arriva alla scorciatia mentale, tutto cio' che sà di basco viene collegato con il terrorismo, cosi' il governatore della Regione Autonoma dei Paesi Baschi, Juan José Ibarretxe, suo ex-alleato di governo riceve accuse di secessionismo e di cripto-terrorismo per il semplice fato di aver presenatao una progetto di riforma dello statuto regionale (il c.d. "Plan Ibarretxe").

mercoledì, ottobre 18, 2006

Il peggio di sé ("diviser pour mieux reigner")

"Quel primo che mi passa con la soluzione espressione di una massa che ha bisogno di eroi che assecondino comodamente i vizi suoi"
(Jovanotti, "Barabba" - Lorenzo 1994)


Come dicevo nel penultimo post El Mundo ed il relativo partito di cui difende la visione (PP) stanno dando davvero il "peggio di sé" perché per difendere le loro tesi complottiste (i "poveri islamisti" non c'entrano nulla, é tutta colpa dei socialisti e dei baschi) tirano in ballo gli indizi e le prove piu' assurde e ridicole che portano a dei veri e propri cortocircuiti mentali!

Giocando pericolosamente con il binomio basco= terrorista, cosi' come altri "si divertono" a giocare col binomio arabo=terrorista, confondendo un popolo, una cultura, una lingua con l'azione di un piccolo manipolo di violenti e finendo per favorire e fomentare l'incoprensione e l'intolleranza all'interno della società spagnola.

Da quando uomo e uomo si sà che dividere aiuta nel corto periodo. Aznar non ha inventato nulla: divide et imperat.

Sarà stata pure ottima la sua gestione delle finanze dello Stato, stà di fatto, che con questa attitudine non si construiscono certo delle basi solide per il futuro. Né in Spagna, né in Europa, né nel Mediterraneo. Educando il popolo all'odio finisce per essere lui stesso l'istigatore di quella balcanizazzione della Spagna che tanto paventa durante le campagne elettorali ("al lupo! al lupo!").

Demonizzare l'altro per ottenere consensi, neanche questa é una novità. Parlar male dei Baschi in Spagna, dei Francesi e dei Tedeschi in Europa, e dei Marocchini nel Mediterraneo per eccitare la massa ("che ha bisogno di eroi") ed ottenerne il voto. Questa era la strategia del Primo Ministro Aznar (che a suo tempo fu definito da un giornale marocchino"peggior nemico del marocco") .

L'esatto contrario di quello che dovrebbe fare un vero uomo di stato: unire, educare e non dividere e favorire l'ignoranza, l'odio ed il sospetto reciproco.

Appello


APPELLO

Martedì 10 ottobre, ha avuto luogo una nuova fiaccolata, promossa dalla trasmissione "Zapping", per salvare la vita di Kobra Rahamanpour, la cui impiccagione era fissata per il 12 ottobre a Teheran. Come è noto il 10 ottobre è la giornata mondiale contro la pena di morte. Clicca qui per vedere la mappa dei paesi dove é ancora vigente.

Secondo i legali di Kobra la decisione di sospendere l'esecuzione potrebbe essere decisa nelle prossime ore, in seguito alla mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale (e italiana in modo particolare). Intanto, oltre 15 mila adesioni all'iniziativa sono pervenute alla redazione di "Zapping": quasi tutte le e-mail erano state spedite all'ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma e da questa respinte perché la posta elettronica e i fax sono stati disattivati.

Fra le migliaia di adesioni, quelle di oltre cento sindaci delle diverse regioni italiane, del presidente e del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi e Paolo Serventi Longhi, di Amnesty International, dell'Unione forense per la tutela dei diritti umani, di altre organizzazioni umanitarie, di scrittori, attori, poeti e giornalisti.

INFORMATEVI ED INVIATE IL VOSTRO APPELLO ALL'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN

martedì, ottobre 17, 2006

Guerra di media


In Spagna é in corso una strana guerra fra media. Fra giornali. El Mundo ed El Pais da vari mesi si conducono una dura battaglia. A botta di titoli giganteschi e spettacolari.

El Mundo si é sentito investito di una crociata: dire la verita' agli spagnoli! Dimostrando che la strage dell'11 marzo é stata solo un complotto del PSOE di Zapatero. Che il vero autore era ETA. E che i fondamentalisti islamici non sono che delle marionette manipolate dai media, dall'ETA e dal PSOE.

Per far ché vi chiederete?
Per far perdere le elezioni al PP di Aznar!

Ma come?
Organizzando gli attentati e manipolando i media per far credere agli spagnoli che Aznar voleva manipolarli facendogli credere che la colpa era solo di ETA .

In realtà dietro i giornali si nascondono le posizioni dei 2 partiti (El Mundo-PP, El Pais-PSOE) . Lo stesso Aznar non ha nessun problema ad essibire la sua tesi complottista (vedere questa intervsita alla BBC). Sta di fatto che un giornale serio come El Mundo sembra mostrare davvero il peggio di sé, tirando in ballo le prove piu' assurde pur di sforzarsi di dimostrare che i "poveri islamisti" non c'entravano nulla, o meglio che erano stati manipolati dall'ETA e dal PSOE. Qualche esempio:

1) "Trovato una copia di un giornale basco nella cella di un prigioniero islamista" (???!!!! devo dedurre che se io compro un giornale basco sono una marionetta dell'ETA);

2) Oppure nella macchina di uno dei kamikaze era stata trovata la cassetta di un gruppo il cui nome (Orquestra Mondragon) somigliava a quello di un impresa basca (Cooperativa Mondragon);

3) l'esplosivo dell'11 marzo era stato venduto da una persona che vendeva anche all'ETA (gli dico: "a parte il fatto che chi vende l'esplosivo non fà differenza fra i clienti. Come per la droga. Senno impazziamo. Sillogismo: se, per dire, quello che mi vende cocaina (o erba, fai un po' come te pare) la vende pure ad un terrorista dell'ETA cocainomane, devo dedurre di nuovo di essere terrorista anche io ...)

Il PP non ha mai digerito la sconfitta del 2003, questo é vero. Ed apparentemente neppure El Mundo. Digestione o non digestione, é venuta l'ora di abbandonare le tesi complottiste.

martedì, ottobre 10, 2006

Riecco!

Oggi mi é tornato in mente qualcosa leggendo un'intervista concessa al quotidiano spagnolo El Mundo la settimana scorsa (7 ottobre) dal Presidente Polacco Lech Kaczynski (uno dei due mitici fratelli gemelli che governano la Polonia. L'altro Jaroslaw, di mestiere fa il Primo Ministro).

Il caro Lech si é prestato ad alcune affermazioni, diplomatiche ma assai chiare sulla Spagna e sul suo Primo Ministro Zapatero ("Considero che in Polonia con il suo programma non avrebbe avuto successo, mentre in Spegna ha vinto le elezioni"). Ma a che si riferisce? Proviamo a capirlo leggendo insieme uno dei passaggi dell'intervista:

Lech:"Noi non abbiamo nessuna missione ideologica e non volgiamo introdurre nessuno Stato confessionale e lo dico in quanto cattolico perché uno Stato confessionale sarebbe una grande minaccia. Tuttavia, non possiamo ammettere che la UE ci obblighi ad accettare soluzioni che risultano inaccettabili in Polonia, ma che allo stesso tempo sono bene accolte in Spagna"

Domanda:"A che si riferisce?"

Lech:"Sto pensando al diritto di persone omosessuali di contrarre matrimonio e di adottare bambini. Non vogliamo insegnarvi nulla, ma non vogliamo neanche che nessuno ci faccia la lezione "

Ah ci risiamo! Insomma questa fissazione del Zapatero "padre" delle rivoluzioni sociali e sessuali della Spagna sembra essere dura a morire. Seppur Kaczynski non fà il nome di Zapatero ma parla piu' generalmente di "Spagna" quando si riferisce al matrimonio gay sembra cadere pure lui nella trappola del "zapaterismo" (concetto tutto italiano, del tutto inesistente in "Spagna").

Già qualche mese fà avevo avuto modo di insistere su questo punto. Ci riprovo.

Le riforme "sconvolgenti" del PSOE zapateriano, non lo sono state in verità, nella misura in cui venivano da una domanda sociale trasversale. Lo ricordo:

1) una parte dei del PP al momento del voto della legge minacciava di scindersi se il partito avesse dato libertà di voto (oppure clicca qui)! Sotto questo minaccia Rajoy, il segretario, fu costretto a non assistere alla manifestazione contro la legge che organizzarono a Madrid. Ulteriore prova che all'interno del PP, non tutti condividono la linea "teocon", cosi' come piace dire ad alcuni gioranli italiani, ne é il fatto che Gallardon sindaco di Madrid ed illustre membro del PP, é stato duramente criticato per aver celebrato matrimoni omosessuali, ma lui continua dritto per la sua strada. La stessa Esperanza Aguirre, una delle favorite di Aznar, ha invitato i compagni di partito ad abbandonare il ricorso contro legge davanti la Corte Costituzionale (audio). Per altro anche El Mundo che non puo' vedere Zapatero ed i socialisti quelle riforme le ha sempre promosse nelle sue pagine;

2) le prime regioni dove é stata approvata una legislazione in materia di coppie di fatto erano proprio quelle governate dalla destra e non dal PSOE. La Catalogna amministrata dai conservatori catalanisti-cattolici di CiU fu la prima nel'97, poi seguita da Navarra, Valencia, Madrid, ecc. Notare bene queste 3 regioni sono tutte in mano al "cattolico" "anti-zapaterista"PP;

Lech! Casini! Prodi! Fini! Rutelli! Non vi sbagliate, Zapatero non c'entra nulla, era la società spagnola che ha voluto quelle leggi non un primo ministro blasemo ed "illuminato". Lui ha solo finalizzato il cross mettendo la palla a rete (ed il portiere non c'era neanche!)

venerdì, agosto 11, 2006

Sfaticati?


Leggo questa notiziola sul Corriere secondo cui Parigi é una delle città in cui si lavora di meno al mondo. Io che ci ho vissuto ed ho lavorato dico che, purtroppo ,niente di tutto questo mi sembre vero. Fatta salva la parte di coloro che lavorano nel settore pubblico che godono di chiari vantaggi cosa che accade in molte altre capitali. A Parigi si lavora e neanche poco!

mercoledì, luglio 19, 2006

Karambolage



















L'idea alla base di questo e degli altri blog che fanno parte del progetto é quelllo di spiegare la Spagna e l'Italia agli Italiani. Per permettere ai loro abianti di conoscersi meglio e di avvicinarsi.

Proprio per questo voglio segnalarvi un programma del canale pubblico culturale franco-tedesco
Arte. Si chiama Karambolage e ogni settimana racconta le particolarità della vita quotidiana in Francia ed in Germania. Cerca cosi' di decriptare in maniera ludica e pedagogica le nostre abitutini ed i nostri comportamenti. E permette cosi' di capirci meglio e di avvinicarci. Ecco proprio quello che cerca di fare questo blog.

Silenzio e Preoccupazione

Tra Mondiali e Guerre in Medio Oriente il Blog
ha conosciuto un momento di silenzio.

Colgo l'occassione per esprimere la mia preoccupazione
per quanto avviene in Medio Oriente.

martedì, giugno 20, 2006

"Fine della Famiglia"

Nel corso dei primi 6 mesi della sua esistenza il cosidetto matrimonio fra coppie omosessuali é stato celebrato ben 1275 volte . Essi hanno cosi rappresentato appena un 0,6 % di tutti i matrimoni.

Una domanda: ma i matrimoni e le unioni gay non dovevano forse distruggere la famiglia tradizionale e banalizzare il matrimonio? eppure.....

mercoledì, giugno 14, 2006

Breve Storia del PP (versione Bignami)

Il PP, il Partido Popular, é la principale forza conservatrice spagnola. Per capire la complessità di questa forza politica bisogna guardare alle sue origine: esso nasce nel lontano 1989 dalla fusione dei democristiani dell'UCD (Union de Centro Democratico) con i post-franquisti del partito Alianza Popular guidato da Manuel Fraga, un ex-ministro di Franco. Dietro quest'abile operazione si trovava un giovane astuto ed ambizioso: il futuro Primo Ministro José Maria Aznar.

E' da quella operazione che il PP ha saputo trarre la forza che gli ha permesso di giungere al potere e direstarci 8 anni.

Il PP vive ancora oggi in balia alle sue due anime, una democristiana e l'altra post-franchista: questa doppia identità gli ha permesso di raccogliere i voti sociologicamente diversi dei due elettorati. L'epoca Aznar ha visto l'indubbio sopravvento della seconda componente a scapito di quella democristiana, i cui principali esponenti (Josep Piqué e Ruiz Gallardon: nella foto) sono stati messi al margine ed allontanati dalla dirigenza del partito.

In cosa si contradistingue la componente "democristiana"? Senza dubbio per una maggior propensione al dialogo. Essi si oppongono di fatto ai "falchi" di Aznar ed alle loro dichiarazioni incendiarie anti-catalaniste ed anti-basche. Ufficialmente tale componente non esiste, ma é facile distinguerla per la diversità di modi e di comportamenti. Basta confrontare un intervista di Piqué con una di Acebes (noto esponente Aznarista). Si nota subito la differenza. Appare chiarissima.

Essi non vogliono conquistare l'elettore a botta di affermazioni ideologiche, preferiscono sedurlo e convicerlo: insomma sono dei veri democristiani. Che pero' avranno la vita dura fino a che Aznar continuerà a tirare le fila del PP.

Non ha caso prima di "partire" Aznar ha visto bene di allontanare tali elementi di disturbo democristiani (mandando Piqué a Barcellona e Gallardon al Municipio di Madrid) e di attribuire gli incarichi di partito ad uomini a lui vicini umanamente e ideologicamente, tra cui spicca il trio di fedelissimi composto da Angel Acebes, Esperanza Aguirre e Mariano Rajoy. Il giorno in cui cadrà la linea Aznar cadranno anche loro (forse).

Progressisti Italici Vs. Conservatori Iberici


I conservatori spagnoli sono piu' aperti dei progressisti italiani



In un intervista digitale al quotidiano El Mundo, Esperanza Aguirre, Presidente della Comunità Autonoma di Madrid ha dichiarato:

DOMANDA (elmundo.es): Esperanza [...] qua'é la tua opinione personale circa il matrimonio gay. Lo sai che molti esponenti del PP sono omosessuali, ivi compresi sindaci e sindachesse. Non pensi che cio' sia una contradizzione politica ? Io son del PP e sono lesbica.

RISPOSTA (Aguirre): Molti dei miei migliori amici sono gay. Io sono liberale e credo che noi politici dobbiamo lottare affinché tutti i cittadini, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale, possano esercitare al massimo i propri diritti e per tanto possano unirsi al suo partner in qualsiasi momento vogliano. Detto questo, penso che chiamarlo matrimonio é stato un trucco del Signor Zapatero per infastidire i cattolici.


Esperanza Aguirre, é esponente di spicco del PP, nonché protetta di Aznar. Si parla di lei come possibile successore alla presidenza del partito.


N.B.: Il Partido Popular, PP, é il partito conservatore spagnolo.

giovedì, giugno 08, 2006

Fuga x la Vittoria

Fuga per la Vittoria
Mssimo Grammellini - "La Stampa"- 20 maggio 2006

Un commissario tecnico della Nazionale non dovrebbe salpare per i Mondiali mentre la magistratura continua a curiosare sui suoi rapporti con la Gea. Alle considerazioni morali si aggiungono quelle pratiche: la lunga e intensa frequentazione di Lippi con i protagonisti dello scandalo del calcio, confermata dal contenuto delle intercettazioni e dalla presenza del suo erede nella cupola dei procuratori figli di papà, non lo mette certo nelle condizioni di spirito ideali per motivare una squadra dove già giocano un portiere coinvolto in una brutta storia di scommesse e vari altri che ignorano se il prossimo anno la loro squadra di club affronterà il Barcellona o l’Albinoleffe.

Però siamo in Italia. E siamo l’Italia. Una nazionale, e ancor prima una nazione, che dà il peggio di sè nelle situazioni normali, ma è capace di miracoli quando viene calata a forza dentro un’emergenza. Pare già di vederli in ritiro, Lippi e i suoi bambocci. Tutto il mondo contro di loro. Sottovalutati dagli avversari, irrisi dai tifosi stranieri e aspettati al varco da quelli italiani, con scarse speranze e ancor meno pietà. Quanto basta per scatenare la rabbia vittimista che nel dna italico tiene il posto dell’orgoglio e ha sempre propiziato le nostre rimonte in tutti i campi, non solo di calcio.

Quando si trova spalle al muro, l’italiano non si abbatte, nè prova ad abbatterlo. Lo scavalca, con furbizia e riserve imprevedibili di tenuta nervosa. Perciò non ci stupiremmo affatto se la comitiva di campioncini viziati e presuntuosi che in un clima più sereno sarebbe andata incontro a una probabile magra, giocasse nella tempesta un Mondiale straordinario.

Calcio e Stereotipi

Stanno per iniziare i mondiali di calcio. Come si sà la Nazionale Italiana si presenterà in delle condizioni fisiche e psicologiche non ideali. Ridicolizzati dall'ultimo scandalo del nostro calcio, nessuno cita piu' l'Italia tra le favorite.

A parte questo, il peggio é che nostri giocatori ed il nostro allenatore non faranno che veicolare una pessima immagine per il nostro paese ed in particolare per gli italiani che vivono all'estero: un immagine di attori, imbroglioni, tutto fumo e niente arrosto!

Backenbauer l'ha detto chiaramente, l'Italia pagherà in Germania gli scandali del calcio. I nostri vicini tedeschi-francesi-inglesi ascoltando le storie di casa nostra pensano ad un paese dove nessuno si prende la sua responsabilità, Lippi in primis, dove tutti sono bravi a parole e nei fatti nessuno agisce. E spesso queste immagini "stereotipate" si riflettono appunto sugli italiani all'estero i quali devono fare un grandissimo sforzo per spiegare l'Italia agli stranieri.

L'unica soluzione sarebbe sorprenderli tutti in questo mondiale. "Tié, beccati questa!".
D'altra parte la nostra qualità é l'imprevedilità. Chissà.

martedì, giugno 06, 2006

Franco, padre delle riforme laiche?

In un intervista accordata a La Stampa, Marco Pannella parlando di ricerca e di battaglie civili si é soffermato sulla situazione spagnola:

«Secondo tutti, la Spagna avrebbe dovuto esser più clericale dell’Italia. Forse, la Spagna, proprio perché è uscita più di recente da un regime clerico-militar-fascista, il franchismo, ha registrato posizioni, anche nel mondo democratico cristiano (come quello di Aznar), di apertura. E conforme a quella che nei referendum precedenti aveva visto la maggioranza dei credenti dare ragione alle tesi liberali e democratiche piuttosto che a quelle intolleranti».

Pannella sembra conferamare quanto andavo dicendo in uno dei miei post precedenti sulle riforme e sui cambiamenti avvenuti in Spagna nel corso degli utlimi anni. Riassumendo: in Italia si ha tendenza a credere che il governo Zapatero abbia rivoluzionato usi e costumi della Spagna con le sue riforme "laiciste". In realtà le cose non sono andate cosi'. Quelle leggi sono il frutto di anni di riforme a cui la stessa destra spagnola ha contribuito (leggere il mio post). Buona parte dei diritti sanciti da quella legge sul matrimonio gay, già esistevano di fatto, ed erano già appoggiati da una larga parte dell'opinione pubblica e dei media, tanto progressisti quanto conservatori. Consiglio di leggersi gli editoriali in favore dei diritti civili de El Mundo: trattasi di un giornale vicino alla destra liberale ed estremamente critico con Zapatero.

Il vero padre di queste riforme in realtà sembrerebbe essere ..... proprio Franco! Il quale dando il via libera alle componenti piu' retrograde ed autoritarie del curato spagnolo, da lui chiaramente strumentalizzate, fini' per provocare una vera reazione. Appena morto gli spagnoli hanno voluto lasciarsi dietro tutta la pesante eredità di quelle frange estremiste e reazionarie di curati che Franco aveva scelto ed usato per mantenersi al potere. A spese di tutto il lavoro che in Vaticano avevano fatto e che era sboccato nel Concilio Vaticano II.



giovedì, giugno 01, 2006

Il sogno infranto del "Black Blanc Beur"




















"Black! Blanc! Beur!"Questo é quello urlavano i francesi per le strade dopo la vittoria dei mondiali di calcio del 1998.

Il senso del "Black Blanc Beur" é semplice: nero-bianco-arabo. Questo slogan allude all'incrocio di culture, di razze, di lingue e di colori che si riscontra ella npopolazione delle periferie delle grandi città francesi.

Da dove vengono pero' queste 3 parole? E cosa vogliono dire?
Vada per il Bianco. La parola Black come si puo' immaginare , viene dall'inglese ed in Francia, non é mai stata considerata offensiva, semmai é ragione di orgoglio: si tratta di un chiaro riferimento agli Stati Uniti ed alla lotta per l'emancipazione dei neri d'America.

"Beur" é una parola particolare, che nasce dal "verlan", ossia da quel gergo diffuso nelle città e nelle periferie che fa si' che si pronuncino le parole al contrario -"verlan" viene dall'inversione di "l'en-ver" ossia "il contrario"-: "ara-be" diventa cosi' "beur". Il senso della parola é chiaro: si rifersice a quei giovani nati in Francia da genitori immigrati di origine araba.

Il Black-Blanc-Beur fa eco ai colori della bandiera francese "Bleu-Blanc-Rouge". E foneticamente questa simmetria appare ancora piu' evidente. Cio' rende ancora piu' forte il parallelismo fra i due "motti" quello della "vecchia" e quello della "nuova"Francia.

Nell'estate del '98, la Francia andava orgogliosa del nuovo tricolore: esso rappresentava il segreto di una società che sapeva trovare il suo punto di forza proprio nella sua diversità. Come dire: "Siamo diversi pero' siamo uniti. E questa unità é il segreto della nostra vittoria, della nostra forza".




















Quella vittoria, era un chiara risposto alla mistificazione di Le Pen e della Francia "Bianca".

Tuttavia con il passare dei mesi, l'entusiasmo ando' scemando. La gioia e l'euforia della vittoria vennero sostitutite dalla frustrazione per un integrazione zoppicante (vedi post precedente).

Consiglio di leggere questa intervista a Thierry Henry per capire l'atmosfera che regnava in Francia duranto quei giorni indimenticabili.


Immagine1: " Il sogno Balck Blanc Beur negli spogliatoi"
Immagine2: Zidane e Djorkaeff si abbracciano durante la finale contro il Brasile

mercoledì, maggio 31, 2006

Faccie Bianche in "Assemblée" (Egalité?)

Ieri, nella periferia parigina ci sono stati dei nuovi scontri. Segno che le cose non sono cambiate molto dai "moti" di novembre. E come potevano cambiare in cosi poco tempo?
Se la situazione infatti si é calmata, la tensione resta alta nelle periferie parigine.

Ma perché? Come mai?

Nelle periferie francese c'è una situazione simile dalla fine degli anni '80, "La Haine" il film di Matthieu Kassovitz (1994) divenne il film manifesto di una genrazione nata e cresciuta in periferia. Tuttavia solo con le agitazioni dell'anno scorso ha iniziato ad interessare (preoccupare) i paesi vicini.

C'è una situazione di disagio sociale che trova radici profonde. Qualche indizio: guardate la lista dei convocati della nazionale di calcio francese. Niente di nuovo midirete, i francesi come già molti altri paesi possano contare su una squadra multicolore, multireligiosa dove si mischiano le varie componenti della nazione. Quella del "black-blanc-beur": ossia del nero-bianco-marrone di cui i francesi andavano orgogliosi nei giorni successivi alla vittoria del mondiale del 1998.

Adesso guardate i nomi e le facce dei deputati: notate qualche differenza?

Se cercate bene alla fine vedrete che fra di loro si trovano 9 deputati di colore, 1 di origine asiatica ed un altro di origine indiana: si tratta dei rappresentanti dei dipartimenti francese d' oltremare (oceano indiano,Caraibi, Guyana). Nessun deputato di origine araba, od africana é stato invece eletto nel territorio francese. Solo bianchi. Questa é una delle grandi anomalie francesi.

Come mai questo squilibrio fra il campo di calcio ed il Parlamento? Perché delle persone ritenute degne di rappresentare il proprio paese ad un mondiale non dovrebbero e non potreberro farlo come deputati? Perché dargli delle grandi responsabilità sul terreno di gioco per poi escluderli del tutto dalla gestione dello stato? Perché se sei di origine araba puoi' essere il rispetatissimo capitano di una delle nazionali di calcio più forti del mondo ma non puoi far parte della classe dirigente di quello stesso paese?


Non sbagliatevi, la foto che vedete qui accanto, dove bianchi, neri e marroni siedono assieme é del parlamento Sudafricano: qualcosa che pare quasi un sogno per la Francia di oggi del tutto-bianco parlamamentare. Sarebbe bene che la Francia corregga presto questo squilibrio se vuole che una parte della popolazione si riconosca davvero nei valori della repubblica.

Qualcosa comunque inizia a cambiare, oltre al fatto che "Sciences Po", ossia la facoltà di scienze politiche fabbrica delle future classi dirigenti da qualche anno si é andata aprendo ai ragazzi francesi di origine araba ed africana, un paio di mesi fà é arrivata un'altra notizia: da quest'estate per la prima volta, un giornalista di colore presenterà l'edizione del telegiornale delle 20h del canale TF1: il piu' visto dai francesi.

Referendum Catalano

L'Italia si appresta a vivere l' ultima puntata di questa lunga sequenza di votazioni: ora é la volta del referendum costituzionale. Stavolta pero' l' Italia non é sola, visto che proprio negli stessi giorni avrà luogo un referendum simile in Spagna e che riguarderà il nuovo Statuto della Catalogna.

Lo riforma dello Statuto - o "Estatut" come lo chiamano i Catalani- ha suscitato passioni e polemiche ed alla fine dopo varie notti insonne di negoziati fra Barcellona e Madrid é stato approvato un testo di compromesso. Compromesso che pero' é stato raggiunto né con i consensi del PP, che mai ha accettato il principio della revisione del precedente statuto, né con quelli dei nazionalisti indipendentisti Catalani di Esquerra Republicana che, pur avendo appoggiato il progetto di riforma, non hanno gradito la versione del compromesso finale.

Conclusione: i massimalisti spagnoli e quelli catalani si oppongono entrambi allo nuovo "Estatut": per gli uni é "troppo" e per gli altri "troppo poco". Per il PP é il primo passo verso la secessione, per Esquerra invece la riforma é solo un bluff che lascia sostanzialmente i poteri a Madrid e non cambia i rapporti di forza. La cosa incredibile é che questi due partiti pur avendo due discorsi diametralmente opposti si troveranno a braccetto nella campagna per il NO. Come dicevano i nostri avi, gli estremi si toccano ed é spesso difficile coglierne la differenza nei loro eccessi.

La sensazione é che un compromesso che é stato raggiunto con l' appoggio delle principali forze moderate: PSOE, e CiU (Covengencia i Unio = sono i conservatori catalani) sia un buon compromesso. Il fatto che le due ali massimaliste, i "falchi" spagnolisti e catalanisti, sono rmaste scontente significa che la palla é rimasta al centro, é che si é cercato di fare il possibile, ringiovinendo lo Statuto e dando più competenze a Barcellona, senza pero' creare pericolosi squilibri. Una soluzione equilibrata senza sforamenti e senza eccessi, diversa da quella italiana: dove invece non é intervenuto nessuna volontà di dialogo da parte dell'allora maggioranza di centro-destra durante la votazione del nuovo testo, facendo prevalere cosi' un infecondo e sordo unilateralismo.

Immagine :Campagna per il No di Esquerra Republicana "La Catalogna merita di piu''".

mercoledì, maggio 24, 2006

l'equivoco zapatero














Il Zapaterismo? Non esiste.

In Italia di parla di zapaterismo, tuttavia questo termine resta sconosciuto negli altri paesi europei. Perché? Perché probabilmente il zapaterismo non esiste, almeno nella maniera in cui l'intedono alcuni politici ed editorialisti italiani.

Ma allora tutti questi cambiamenti sociali in Spagna dove li metti? Dove la metti questa furia riformatrice del Premier spagnolo?

Si' Zapatero ha effetivamente portato una ventata d'aria fresca in Spagna. Ma questa volontà é rappresentata piuttosto nelle questioni di politica interna (dialogo con le regioni, la questione basca, quella catalana), di politica europea ed internazionale. Il PSOE di Zapatero ha portato con sé una visione piu' conciliante del PP di Aznar, il cui obiettivo é la ricerca del dialogo. Che pero' poco a che vedere con le questioni di morale.

Tuttavia la storia delle riforma morali del rivoluzionario Zapatero sono un vero' bluff. Si certo, la sua maggioranza ha sancito l'introduzione del matrimonio fra copie omosessuali. Ma quei diritti erano essenzialmente già stati garantiti negli anni precenti. Nel '99, in piena era Aznar, il governo autonomo catalano, costituito dai catalani di Convergia i Unio'(trattasi di conservatori doc) approvo' la prima legge sulle coppie di fatto, esempio che sarebbe poi stato seguito a catena dalle altre comunità: Comunità di Madrid, Comunità Valenziana, Andalusia, Isole Canarie, Navarra, Paesi Baschi, ecc.

Regioni in cui nella maggioranza dei casi governa il PP -il partito conservatore filo-cattolico- oppure i vari partiti conservatori regionali.

Vorrei poi ricordare che nei giorni dell'approvazione della legge sul cosidetto matrimonio gay, il PP visse una crisi interna: una parte dei deputati del PP minaccio' di abbandonare il partito e di costitutirne un 'altro nel caso in cui il leader Rajoy avesse condotto una violenta campagna contro gli omosessuali. Risultato: il leader Rajoy non ando' alla famosa manifestazione contro la legge promossa dalla Conferenza Episcopale Spagnola.

Segno che l'opposizione del Partitdo Popular a quella legge era piu' nella forma che nella sostanza: si trattava di mantenere i consensi cattolici piuttosto che di allinerasi alle posizioni di questi ultimi.

D'altra parte non é raro che El Mundo, illustre quotidiano coservatore spagnolo, vicino alle posizioni del PP, esprima in tema di morale sessuale della posizioni a favore di quello che in Italia piace chiamare "laicismo". Ossia libero chiesa in libero stato. E non viceversa.

Quanto al cosi detto "laicismo" spagnolo, questo non c'entra niente con Zapatero e con i socialisti esso é piuttosto la causa di 40 anni di dittatura e di una educazione cattolica ultra-coservatrice che non esitava picchiare i bambini: sorda alle "riforme" interne che si proponevano in quegli stessi anni a Roma e che non esitava a praticare metodi violenti che poco hanno a che vedere con la vera pedagogia cristiana (penso a San Filippo Neri). Risultato: i padri della generazione nata dopo la morte del caudillo hanno educato i loro figli diversamente. Per questo non é raro trovare in Spagna, ragazzi non batezzati ed educati al di fuori della fede cattolica. I genitori feriti da un educazione arcaica e retrograda non hanno fatto che reagire alle violenze subite.

Questo dimostra che le maniere forti spesso non premiano ed anzi possono produrre effetti nefasti.

La legge sul matrimonio "gay" non ha fatto che sancire una situazione di fatto e di diritto. Una situazione che si era venuta a creare poco a poco, ed i cui primi passi erano stati mossi nella metà degli anni '80 quando in Italia neanche si parlava di PACS.

Per avere piu' informazioni vi invito a leggere questo rapporto.

giovedì, maggio 18, 2006

due sguardi spagnoli

Volevo segnalare, 2 blog di 2 deputati spagnoli:

http://molinospapel.blogspot.com/
http://blogs.periodistadigital.com/jorgemoragas.php/2006/05/


Il primo é il blog di Eduardo Madina, giovane deputato socialista di Bilbao, vittima della violenza dell'ETA (perse una gamba). Ha 29 anni e fa parte del PSE-EE, il partito socialista basco o "sinistra basca" (Euskadiko Eskerra)


Il secondo blog é quello di Jorge Moragas, deputato del PP di Barcellona, é una mosca bianca, essendo un eletto del PP in Catalogna. Il PP é il partito conservatore spagnolo. Quello di Aznar.

Moragas ha 40 anni e nasce come "diplomatico": dopo qualche anno di esperienza rinuncia alla carriera nel ministero e si lancia in politica. Porta i capelli piuttosto lunghi, gira in moto per Madrid (qui le auto blu non sono cosi' diffuse) e tutte le mattine viene al Parlamento a piedi ascoltando un walkman e con uno zainetto in spalla, da cui il nome del suo "blog": "la mochila" ossia il famoso zaino. Che fico, no?! Niente male per essere un diplomatico!

Moragas e Madina hanno due sguardi diversi. Due maniere di vedere le cose:
il primo forse é piu' pragmatico del secondo, il quale a sua volta sa fare prova di una lucidità e di uno spirito di analisi straordinario. Uno é socialista e l'altro conservatore, uno é basco l'altro catalano, ma hanno un punto in comune: sono due persone con cui si puo' parlare. Ed entrambi sono piu' giovani dei loro colleghi italiani (sigh!).

un giorno importante














Ieri é stato un giorno importante. Si'. Ed anche storico per certi punti di vista.
Per la prima volta un attivista del movimento radicale accede ad una carica istituzionale italiana: si tratta di Emma Bonino.

Ci sono voluti 50 anni, nel corso d eiquali abbiamo avuto ministri di tutti tipi: tecnici, politici, balneari, democristiani dorotei, democristiani di sinistra, democristiani e basta, comunisti, catto-comunisti, post-fasctisti, liberali, repubblicani, socialisti, socialdemocratici, leghisti, rifondaroli e verdi. Invece radicali mai.

Per quanto ne dicano alcuni compagni penso sia un grande giorno, si possono non amare ma é vero che i radicali hanno tutto alla politica italiana. Hanno rinunciato alla famiglia, alla loro vita personale e talvolta anche al loro corpo, per cercare di fare strada ad un vera cultura dell'impegno civile. La loro é stata una sorta di religione civile a cui hanno dato tutto nella loro vita.

La Bonino dimostrerà la sua statura istituzionale per l'ennesima volta. Ci metterà tutta la sua volontà. Per dimostrare che é possibile essere idealisti anche quando si é politici, per far capire che le donne hanno il loro posto.

Buon Lavoro Emma, per quanto sia "piccolo" il tuo ministero senza portafoglio son convinto che saprai dare un forte contributo per fare dell'Italia la promotrice di una idea di Europa forte,
coraggiosa. Per far si che l'Italia non abbia paura di essere europeista (come é successo negli ultimi 5 anni).

Una vita dedicata al paese, alla collettività.
Se c'era qualcuno che meritava di governare l'Italia eri te.

é nato! é grande e maschio (ed anche un po' vecchio)

















E' nato finalmente! Lo aspettavamo da piu' di un mese!
E' molto grande ed é bello "maschio". ed ha già i capelli bianchi!

Parlo del nuovo governo. E delle 6 donne ministro, di cui 5 senza portafoglio: che tristezza!
Non era Prodi quello che siera promesso un 30% di ministri donne (vale a dire 8)?
Ed invece ha raggiunto il 24% dandogli ministeri ed incarichi simbolici, strettamente vincolati ad un immagine paternalista della donna. L'angelo del focolare a cui possiamo affidare, affetti, famiglia, scuola, salute, ma il portafoglio no. Quello lo controllano i padri di famiglia.
Ma avete visto che tipo di padri di famigla abbiamo?

Era tutto calcolato, che avevo detto qualche mese fà?
E Nonostante tutto cio' mi delude profondamente.

Alcuni dicono che solo é colpa delle donne, che non si investono in politica, che sono pigre, ecc.

Non rispondo neanche a questo tipo di osservazioni.

La verità é che nella politica italiana, che sia di destra o di sinistra, c'é sempre un unico vincitore: quello di un certa ingordigia maschile.

Qualcuno ha fatto notare che comunque 6 donne ministro sono di piu' delle 2 degli ultimi cinque anni (moratti e prestigiacomo), mah....

la verità é che l'appetito carrierista di alcuni uomini di partito ha primeggiato su altri principi.

E poi avevano detto: "la quote rose le faremo nei fatti".

Infine riprendo quanto dice Luca Ricolfi ne La Stampa di oggi: "rispetto a cinque anni fa l’età media dei ministri è scesa di un anno (con questo ritmo, nel 2091 avremo finalmente un governo di quarantenni).

mercoledì, maggio 10, 2006

Una petizione contro Strasburgo

Ancuni deputati europei, fra cui la liberale svedese Cecilia Malmström hanno lanciato un'iniziativa per affinche Bruxelles divenga la sola sede del Parlamento Europeo. Questo é diviso attualmentete fra Bruxelles , Lussemburgo e Stasbrugo, e tutti gli eurodeputati iniziano ad averne abbastanza dei continui pellegrinaggi che costano al contribuente europeo la bellezza di 200 milioni di euro l'anno senza parlare dell'inquinamento causato dai camion che spostano tutti i documenti degll'uffici una volta al mese. Questi soldi potrebbero essere spesi in modo migliore: vedi traduzione ed interpreriato che causano non pochi problemi nell'Unione delle 20 lingue.


L'obbiettivo é quello di raggiungere un milione di firme.

Questa nuova iniziativa, nasce dagli errori commessi dal comune di Strasburgo al momento delle vendit dei Palazzi al Parlamento (avrebbe ricevuto dei soldi "sotto banco") e dalla lettera scritta dal presidente del gruppo socialista, Martin Schultz, il quale chiedeva di riesaminare la situazione.


http://www.oneseat.eu/