martedì, dicembre 12, 2006

Ascoltare per poi Parlare

Ieri volevo inviare ad alcuni conoscenti il link di questa intervista rilasciata dal capo dell'ufficio legale del Ministero delle Pari Opportunitá : si spiegava che tipo di riconoscimento giuridico si vuole garantire alle coppie di fatto. Mi sembrava che quelle parole, cosi' calme, cosi' moderate e cos'i sensate, potessero rassicurare alcune delle persone che piu' diffidano di questo tipo di "unioni civili". Avevo indovinato. E cosi´oggi leggendo i quotidiani scopro che lo stesso Gianfranco Fini dopo aver letto quell'intervista si é dichiarato disposto a discutere la proposta.

E' questo quello che ci si deve aspettare da una classe dirigente che discuta senza chiudersi a riccio davanti alle proposte degli altri respingendo. Perché se quelle domande, che nel bene o male sono espressione di una parte della societá, rimangono inascoltate é sempre piu' grande il rischio di uno scollamento, di una frattura, fra una classe politica sempre piu' arrocata sulle sue posizioni ed la societá che questa dovrebbe rappresentare (é quella che in Francia viene chiamata "fracture sociale").

Tra l'accettare passivamente quello che sogna l'altro ed il non fare nulla, ci sono delle terre di mezzo (é la soluzione dell'asino =
vedi il post precedente). Io pretendo che una vera classe dirigente si sforzi di trovare quel punto di incontro invece di fomentare le divisioni e le "fratture". In ogni settore, in ogni momento.

Cio' che rimprovero di piu' alle classe politica é quello di non saper ascoltare la gente . Eppure e' cosi' importante. E' come se i politici rispondano ancor prima che la societá, la gente abbia finito di parlagli. Ma se non mi ascolti e vuoi parlare solo tu come fai a sapere di cosa ho davvero bisogno? Pensate ad un medico che vuole curarti senza farti dire che problema hai. Che razza di medico sarebbe?

Prima si ascolta e poi si discute. Stavolta dico: Bravo Fini.

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