martedì, gennaio 29, 2008

verità?

Dov'é la verità? Leggo una stessa notizia prima su un giornale e poi su un altro e se il fondo della notizaa é piu' o meno quello, il tono cambia (mi direte: non é mica una novità!). L'articolo del Giornale in fondo ci fa intravedere il disprezzo che il passato (futuro) governante aveva verso l'Europa. antipatia. supponenza. antipatia che i colleghi europei ricambiavano.

Questo é quello che mi preoccupa davvero circa l'eventuale ritorno alla non politica europea del centro-destra. Politica autolesionista, visto che noi non esistiamo se non come promotri di un'Europa forte. Invece si disprezza l'Europa, se ne parla male. E si preferisce fare i bulli di provincia, che non ci si mette molto a sgonfiare e che oltretutto fra poco avranno bisogno di un catetere durante le riunioni (me lo immagino il settantuduenne vecchio-nuovo premier agli interminabili meeting europei circondatoda quaratenni e cinquatenni). E badate bene lo dico senza disprezzo per gli anziani, la cui esperienza é fonte di ricchezza, ma un paese cosi' con un premier settantenne playboy raccontatore di barzellette e re delle gaffes che si presenta per la quinta volta alle elzioni sarà pure simpatico, ma sui fumetti od in qualche democrazia delle banane.

Ricordardi di come un giornalista americano ha recentemente definito l'Italia: il paese piu' sviluppato del terzo mondo.

no, le corna no!





















gli stranieri hanno già avuto un assaggio di come sarà. oggi come ieri. infatti se il buongiorno si vede dal mattino, bisogna prepararsi. l'euroscetticismo, le corna, gli insulti agli amici tedeschi (ai quali si dava dei nazisti senza ricordarsi che noi eravamo loro fascistissimi alleati), le invettive contro la stampa comunista estera ("comunismo"= tutto cio' che osa criticare la mia persona). copertine di giornali con scritto "la spaghetti democrazia" (il titolo non é di ora é di 5 anni fa) ecco questo é quello che ci aspetta di nuova. con tanto di amici europei che ci guarderanno, ridendo dell'andazzo del paese.

per quanto sembra strano, all'estero il governo Prodi stava ridando una certà serietà all'imagine dell'Italia (non raccontare barzellette in una connferenza stampainternazionale é già un passo avanti).

Il centro sinistra ha perso su tutta la linea, per disgregazione, per egoismo. ma siamo sicuri che gli altri che al Governo ci sono stati per 5 anni risolvano i problemi. ? Siamo sicuri che loro daranno fine al nepotismo? Riporteranno la meritocrazia? Loro, che come i loro amici di sinistra, sono gli stessi di 15 anni fa (con qualche valletta in piu').

No le corna per favore no.

venerdì, gennaio 25, 2008

sbagliata

Stavo vedendo la televisione. Françoise de Panafieu, candidata sindaco della destra gaullista, ha confessato di essersi pentita di aver votato a suo tempo contro i Pacs. Era il 1998 e da deputata si oppose al progetto che venne presentato (peraltro svogliatamente) dal governo Jospin.

"Se lo dovessi rifare, voterei per i pacs Mi sono sbagliata, ed é meglio riconoscere i propri errori. All'epoca non avevo capito che c'era una vera aspettativa da parte della popolazione. "

In Italia, roccaforte del cristianesimo piu' puro e piu' vero e patria di "pii onorevoli" ed "atei devoti "(leggi "sepolcri imbiancati") nessuno amette i suoi errori, nessuno sbaglia, é sempre colpa dell'altro.

Sarebbe tempo di prendere esempio dai vicini francesi. Ad iniziare da AN che tanto ammmirano Sarkozy. Poi guardi il partito di Sarkozy e quello di Fini e come dicono in Abruzzo ti vien da dire: "Sant'Antonio e lu' purc".

visti da fuori
















Mi hanno scritto stamattina: "mas bien el parlamento italiano parece una obra comica de teatro"

giovedì, gennaio 24, 2008

mitici




















Ho appena scoperto che l'ultimo film di Ang Lee "Lust, caution" (Leone d'Oro all'ultimo Festival di Venezia) che in Spagna era vietato ai "minori di anni 18", in Francia é stato vietato ai soli minori di 12 anni. Mitici 'sti francesi. Seppur rigidissimi su altre cose, va dato atto, che in materia di sesso e compagnia bella sono sempre stati liberali. Le poche volte che in Francia hanno vietato dei film ai minori, questo era per ragioni di violenza e non di sesso. Sanno che la TV ed il resto offrono molto peggio e che quindi un film con qualche scena un po' osé diffilmente turberebbe gli adolescenti oramai completamente assuefatti da 'sta roba.

campagna elettorale

rap lamento

E' ora di prepararsi. Scaldatevi, ascoltate e meditate le parole del menestrello.


mangiafondi









Qualche mese fa Beppe Grillo aveva detto comparato l'Italia all'ex-dittatore centroafricano Bokassa. Bokassa divorava denaro, e pare anche carne umana, l'Italia secondo Grillo divora i Fondi Europei, che scompaiono senza però vedere gli effetti che quei soldi dovrebbero avere. Contro ogni attesa il Commissari Europeo alle politiche regionali, Danuta Hubner, continua a negare quella che per noi italiani é un'evidenza, ossia lo scialacquo fatto dei fondi europei (e relativo magna magna)


Ma anche se fosse come dice il Commissario Europeo, qualche dubbio ci viene, se non altro basta fare un paragone sul come hanno speso i soldi gli spagnoli e gli italiani. In Spagna sono sorte autostrade, superstrade, sistemi di gestione della spazzatura. In Italia da una parte stanno ancora con la Salerno-Reggio Calabria e dall'altra con la monnezza che spadroneggia le strade campane. Ora é anche vero che con i soldi Bruxelles non si possono fare le porcherie che si fanno con i soldi di Roma: il controllo é molto piu' stretto.

Quando qualche mese fa mi é capitato un libro intitolato "
La mayor operación de solidariedad de la historia - Crónica de la política regional de la UE en España" pubblicato con il patrocinio del Governo Spagnolo e della Commissione Europea. Il libro raccontava dell'uso che era stato fatto nella penisola Iberica dei famosi fondi europei. Sono capitato su un passaggio del libro:

"In Spagna non ci sono stati errori nella sua pianificazione e nella sua esecuzione : non si vedono da noi , come invece é successo in altri paesi europei, scavi abbandonati in mezzo alle montagne che dovevano essere dei tunnel che poi non sono mai stati fatti. Nel nostro paese c’é starà serietà e rigore nell’uso di questi fondi per le opere pubbliche."

Ora a parte il tono un poco autocelebrativo, il sospetto mi venne quando lessi il passaggio successivo:

"Nel nostro paese può essere vantata l’efficacia della gestione di questi investimenti. Per esempio, nel caso delle regioni spagnole che rientravano nell’Obiettivo I, per ogni milione di € provenienti dal Fondo Feder che venivano spesi impiegati si aveva un impatto finale equivalente a 1,023 Km di autostrada realizzata. Nel caso portoghese l’impatto prodotto da ogni milione di € é stato equivalente a 0,51 Km. Nel caso della Grecia, ogni milione comunitario utilizzato nell’ambito dei Fondi Feder ha prodotto un impatto equivalente di 0,322 Km di autostrada."

A questo punto, la domanda era scontata, e cosi' mi sono chiesto a quanti accidenti di metri di autostrada corrispendeva l'impatto dei Fondi in Italia. Cinque? Sei? Dieci? Oppure venti? No perché , quello schifo di autostrada che é la Salerno-Reggio Calabria sarebbe un cantiere permanente. Un grazie all'amministrazione italiana ed alla sua classe dirigente che permettono a noi italiani di poterci vantare di risultati cosi brillanti.

mercoledì, gennaio 23, 2008

parlamento



Oggi il Presidente Napoletano é andato in aula per celebrare i 60 anni della nostra bella e maltrattattissima Costituzione. Penso che per quanto possa sembrare tecnico-politica la scelta di Prodi di farsi votare la fiducia in Parlamento sia giustissima. Parlamentarizzando la crisi, da visibilità ai tradimenti e piena attuazione alla costituzione, visto che fino ad ora la stragrande maggioranza delle crisi sono state extre-parlamentarie. Il Parlamento é o no l'espressione del voto popolare? Allora é giusto che finiscano li' le cose: dove iniziano.

Perché quelli che auspicano la crisi, da bravi ipocriti, poi non vogliono che si vada alle camere perché il Parlamento darebbe visibilità al proprio tradimento. Capito, tradiscono svendendosi all'avversario ma poi mica hanno il coraggio di metterci la faccia. Traditori e pure vigliacchi. Bell'esempio.

giapponesi
















La crisi di governo preannunciata dimostra come il vizio italiano del trasformismo é ancora vivissimo. Onorevoli se non interi partiti che trascorrono la loro esistenza passando da uno schieramento all'altro in funzione di dove soffia il vento della vittoria. La cosa strana é che le forze politiche che subiscono questo atteggiamento poi sono incredibilmente compiacenti quando vviene all'avversario. Berlusconi diceva a suo tempo di voler approvare delle norme "antiribaltoni" (altra maniera di chiamare il trasformismo), salvo poi comprare i senatori avversari a botta di promesse . Lo stesso vale per gli altri che oggi denunciano il sistema ma ieri facevano comunella con Bossi, per assicurare la caduta dello statista di milanello (era il 1994).

Se gli italiani hanno davanti a loro questo esempio, in cui i partiti tradiscono sistematicamente i patti sottoscritti, non ci si venga a lamentare dicendo che in Italia non c'é senso civico e che la gente non rispetta le regole. Se é questo l'esempio che gli si presenta agli occhi tutti giorni che cosa si vuole pretendere.

In tutto questo apprezzo davvero i radicali, che folli come sempre, dissero a suo tempo che sarebbero stati i "giapponesi" di Prodi, i suoi ultimi palladini disposti a tutto pur di difenderlo. L'hanno detto e l'hanno fatto, con qualche mugugno certo, ma senza minacce e senza sporchi giochetti sono rimasti li' soli con pochi altri sul Piave. E pensare che gli ex-DS ed ex-PD che a suo tempo tanto avevano fatto gli schifati con la Rosa nel Pugno, trattandoli da ciurmaglia berlusconiana, non opposero nessun veto a Mastella, disertore di lunga esperienza (non é al suo primo passaggio di casacca).

lontano

















Il gruppo di saggi incaricato da Sarkozy di presentare delle proposte per cambiare la Francia, e presieduto da Jacques Attali, ex capo-gabinetto del presidente Mitterrand, ha presentato ufficialmente le sue conclusioni. Volevo segnalare due delle varie misure suggerite dal rapporto: aprire le porte dell'immigrazione ed abolire i dipartimenti (che sono gli equivalente i francesi delle province).

La proposta dell'immigrazione permette si sfatare un mito assurdo: quello della chiusra delle frontiere, che in realtà non lo sono mai state. La chiusura non ha fatto che fomentare il mercato dei clandestini.

Le province: pare che sia la trecentesima volta che venga avanzata una proposta in questo senso. In Italia, dove le casse dello stato vanno a rotoli, i mandarini di partito non ci penseranno mai a prendere una iniziativa. Mai. La parola d'ordine in Italia é: lamentarsi, urlare, ma mai prendere l'inizativa, mai. Status quo. Non toccare nulla. E comunque e sempre distribuire cariche a go-go per soddisfare gli appetiti di potere e di salari: vera ragione dell'esistenza delle province. La Francia é lontana. Lontanissima da quest'Italia.

domenica, gennaio 20, 2008

-isti






















Lo chiamano laicismo ed ai suoi sostenitori laicisti, e non laici come invece si dice in Francia. Il trucco é evidente, chiamandoli cosi' ossia laicisti, si vuole richiamare l'"-ista" di fascista, comunista, disfattista, razzista, ecc.. Ecco perché il laico é chiamato laicista: per farlo diventare un fanatico, un mostro, un assassino. E questo mi fa pensare che ci sono due problemi

Il primo problema é di lessico, perché se qualcuno scrive ai giornali per dire che il laico, o piuttosto "laicista" come piace dire a loro, é «chi non crede o non riesce a credere» vuol dire che c'é qualcosa che gli é sfuggito e hce oforse sarebbe tempo che rispolverasse il dizionario. La definizione data é quella di ateo, che con quella di laico non c'entra nulla. Ateo é che chi nega l'eistenza di Dio. Laico é chi si dichiara autonomo rispetto a qualsiasi dogmatismo ideologico. Cio' non vuol dire che non crede.

Il secondo problema, é che se si considera la laicità, ops laicismo, la fonte del male, della fine dei valori, allora bisogna ricordarsi che in Europa non ci si scanna piu' in nome di Dio e se ognuno puo' professare la propria fede é proprio grazie al laicismo. Il contrario di uno stato laico, é uno stato confessionale come l'Iran dove ricordiamolo in nome di Dio vengono condannati al martirio omosessuali, prostitute, ecc. Senza laicità (ops laicismo!) si tornerebbe all'assolutismo del fanatismo, alle guerre di religione, alle follie della notte di Saint Barthelemy. Per dirla come Barbara Spinelli:

"Dice ancora Pera che le vecchie regole laiche sono sorpassate, e forse lo pensa anche Benedetto XVI. Sono invece più che mai attuali, in un’Europa dove si è ormai insediato un Islam forte, in espansione. Senza Stato laico, che garantisca cattolici e non cattolici, atei e agnostici, avremmo in Europa guerre di religioni, intolleranze, pogrom. "

Smettano chi chiamarlo laicismo e di trattarlo alla strenua di una malattia, il laicismo non é la malattia del relativismo, tanto per utilizzare un concetto di moda, ma anzi é il trionfo del rispetto dell'altro, del vero cirstianismo, quello che crede nell'uomo.

mercoledì, gennaio 16, 2008

grande giornalismo

Meno male che c'é il grande giornalismo della Rai a spiegarmi che Galileo s'era sbagliato. E che se lo condannarono al gabbio (condanna poi commutata credo), é tutta colpa sua, ecco brutto capoccione che non era altro. No perché senno io stavo ancora qui a credere che la terra é tond e ruota attorno al sole, e che forse era la Chiesa ad essere stata un po' duretta con gli astronomi.

Grazie Rai per fornirci un servizio informativo di alta qualità che ci spiega che la storia che ci fanno studiare a scuola non é altro che una falisificazione voluta da una malefica lobby cripto-massonico-laica-gay-islamico-giudaica (e chi piu' ne ha piu' ne metta).

A quando i prossimi servizi RAI che ci spiegheranno che non era l'Inquisizione che bruciava al rogo, ma i condannati che smaniavano per saltare nelle fiamme?


venerdì, gennaio 11, 2008

casino
















ieri di prima mattina, scorgendo i titoli della pagina web de La Stampa mi era apparso di leggere "Legge elettorale, casini". Ed ho pensato che mai titolo di un articolo era stato piu' illuminante circa lo stato dell'Italia e delle riforme che non si fanno mai. Meravigliato da tanta chiarezza, mi sono stropiccaito gli occhi, e mi sono reso conto che "casini" non era un sostantivo ma un nome proprio, di fatto il titolo era un altro Legge Elettorale, Casini: "Pronto a Parlare". Peccato, era cosi bello l'altro titolo....

inno!

l'inno "muto" spagnolo (ne avevo parlato qui) ha finalmente trovato le parole!. Anche se il testo parla di libertà, democrazie e compagnia bella mi pare un po' moscetto. Sinceramente io, fra le varie propost fatte ne avrei preferito di lunga un 'altro, questo:



lunedì, gennaio 07, 2008

scivolone
















se a bilbao capitate nei pressi del Zubizuri, "ponte bianco" in basco, fate attenzione potreste scivolare. Infatti questo ponte strafico disegnato e progettato da Santiago Calatrava, uno dei mammasantissima dell'architettura spagnola, ha la particolorità di diventare scivolosissimo nei giorni pioggia, tutt'altro che rari da questi parti, e di farvi finire direttamente nel fiume o all'ospedale e questo grazie al suo pavimento in vetro (!!!!).

Senonché 'sto benedetto ponte ultimamente é stato al centro di un'altra polemica. Il comune di Bilbao per facilitarvi l'accesso ad un nuovo quartiere in costruzione aveva infatti deciso di costruirivi una passerella, una sorta di prolungamento del ponte progettato a suo volta da un altro genietto dell'architettaura modiale: senonché Calatrava l'ha presa male. Ed ha cosi' fatto causa al comune di Bilbao per deturpargli il suo scivoloso gioiellino pretendendo il risarcimento dei danni morali (inconcreto 250.000€) oppure la distruzione della passerrella(!!!). La magistratura non gli ha dato ragione: lo scivolone stavolta l'ha fatto lui!

domenica, gennaio 06, 2008

encapuchados

















encapuchados ossia incapucciati, cosi vengono sopranominati i membri dell'ETA, per via della loro abitudine a vestire nei comunicati che trasmettono, degli strani capucci, che somigliano a quelli del Ku Klux Klan. Pero' a differenza dei loro "amici" del KKK, sul capuccio, ci mettono un basco (per dargli un tocco "locale").

insomma st'incapucciati ieri hanno rilasciato al giornale Gara (politicamente vicino a loro) un'intervista. parlano di repressione di Kosovo come esempio. un delirio insomma.

sabato, gennaio 05, 2008

rodriguez





















giorni fa mi é stato fatto notare cio' che ho sempre avtuo sotto il naso ma che non vedevo. il primo ministro spagnolo, a tutti noto come Zapatero in realtà si chiama Rodriguez! In realtà il cognome completo é Rodriguez Zapatero, dato che in Spagna ci si porta appresso due cognomi, quello paterno e quello materno (che dal 2000 possono essere invertiti mettendo prima quello della materno). Sta di fatto che se Zapatero é Zapatero e non Rodriguez , questo é stato per ragioni di marketing: Rodriguez é un cognome comunissimo, come dire in Italia Vota Rossi. E proprio per questa ragione si decise di mettere l'accento sul secondo cognome meno comune.

venerdì, gennaio 04, 2008

smisurato

Je,je,je,je,je ossia io,io,io,io,io,io cosi' si potrebbe riassumere il discorso di fine anno che Sarkozy come ogni presidente ha rivolto ai francesi la sera del 31 dicembre (proprio come il presidente italiano). Insomma me lo sono ascoltato tutto, ed appunto la cosa che piu' mi ha colpito in quei otto minuti é stata la quantità davvero pazzesca di io ("je") presenti nel discorso. Ho pensato: quest'uomo ha un ego smisurato (lo so non é l'unico).

Poi leggo i giornali e che ti vado scoprire? Che i socialisti francesi discutono se definire il sarkozysmo come assolutismo o piuttosto come narcisimo. Ecco.

PS.: Oltre questo, guardando il video, osservo che il discorso ha perso la solennità che aveva avuto fino ad ora. Piu' che un presidente pare un manager. Sarà lo spirito del tempo.

giovedì, gennaio 03, 2008

nuova spagna

come ogni anno anche quest'anno i media hanno fatto a gara ad individuare i primi bimbi nati nel 2008. la novità é che questa volta il primo bimbo nato in Spagna, Luis Ignacio é figlio di boliviani. e questo non é un caso: infatti anche Ainara ed Alejandro primi nati nella regione (Euskadi) e della provincia (Gipuzkoa) dove vivo sono anche loro figli di genitori "stranieri" (rispettivamente latinoamericani e bulgari).

Le cose cambiano in Spagna ed in Europa, per questo bisogna essere pronti a guardare il mondo diversamente. Qualcosa già si intravede (Sarkozy, simbolo della francia, é figlio di un ungherese). Dobbiamo farci trovare pronti! Il domani é già arrivato!