domenica, gennaio 20, 2008

-isti






















Lo chiamano laicismo ed ai suoi sostenitori laicisti, e non laici come invece si dice in Francia. Il trucco é evidente, chiamandoli cosi' ossia laicisti, si vuole richiamare l'"-ista" di fascista, comunista, disfattista, razzista, ecc.. Ecco perché il laico é chiamato laicista: per farlo diventare un fanatico, un mostro, un assassino. E questo mi fa pensare che ci sono due problemi

Il primo problema é di lessico, perché se qualcuno scrive ai giornali per dire che il laico, o piuttosto "laicista" come piace dire a loro, é «chi non crede o non riesce a credere» vuol dire che c'é qualcosa che gli é sfuggito e hce oforse sarebbe tempo che rispolverasse il dizionario. La definizione data é quella di ateo, che con quella di laico non c'entra nulla. Ateo é che chi nega l'eistenza di Dio. Laico é chi si dichiara autonomo rispetto a qualsiasi dogmatismo ideologico. Cio' non vuol dire che non crede.

Il secondo problema, é che se si considera la laicità, ops laicismo, la fonte del male, della fine dei valori, allora bisogna ricordarsi che in Europa non ci si scanna piu' in nome di Dio e se ognuno puo' professare la propria fede é proprio grazie al laicismo. Il contrario di uno stato laico, é uno stato confessionale come l'Iran dove ricordiamolo in nome di Dio vengono condannati al martirio omosessuali, prostitute, ecc. Senza laicità (ops laicismo!) si tornerebbe all'assolutismo del fanatismo, alle guerre di religione, alle follie della notte di Saint Barthelemy. Per dirla come Barbara Spinelli:

"Dice ancora Pera che le vecchie regole laiche sono sorpassate, e forse lo pensa anche Benedetto XVI. Sono invece più che mai attuali, in un’Europa dove si è ormai insediato un Islam forte, in espansione. Senza Stato laico, che garantisca cattolici e non cattolici, atei e agnostici, avremmo in Europa guerre di religioni, intolleranze, pogrom. "

Smettano chi chiamarlo laicismo e di trattarlo alla strenua di una malattia, il laicismo non é la malattia del relativismo, tanto per utilizzare un concetto di moda, ma anzi é il trionfo del rispetto dell'altro, del vero cirstianismo, quello che crede nell'uomo.

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