giovedì, giugno 28, 2007

Tagliamo la Ricerca

Ieri un amico medico mi ha trasmesso un messaggio che asua volta lui stesso
aveva rievuto. L'ho trovato preoccupante. Ma com'e possibile che lo Stato, sia esso gestito da destra o sinistra di governo, latiti in questa maniera tagliando preziosi fondi che potrebbero essere destinati alla ricerca?


PS.: Di Seguito il messaggio ricevuto

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From: "Prof. Caldarera"
Subject: Borse di Studio INRC
Oggetto: Bandi Borse di Studio INRC
Caro Collega,
la disponibilitá di finanziamenti da destinare a Borse di Studio INRC é drammaticamente messa in crisi dalla corrente riduzione delle risorse alle quali l'Istituto puó accedere.
Per questa ragione, caro Collega, nell'approssimarsi della scadenza per la presentazione della Dichiarazione dei Redditi, ti segnalo che quest'anno l'INRC e' stato incluso nell'elenco dei soggetti beneficiari del 5 per mille destinato alla ricerca.
Ti invito quindi a sottoscrivere - e svolgere una capillare azione informativa in questo senso presso tutti i soggetti che é possibile coinvolgere l'attribuzione del 5 per mille all'INRC utilizzando il Codice 04338320379 nell'appropriato riquadro della Dichiarazione dei Redditi.
Tali sottoscrizioni potrebbero garantire all'INRC la possibilitá di gestire una qualche risorsa aggiuntiva da destinare a Borse di Studio per i giovani Ricercatori che operano nella Ricerca Cardiovascolare. Conto sulla tua piú fattiva collaborazione!
Con i piú cordiali saluti,
Claudio Marcello Caldarera

giovedì, giugno 21, 2007

Deduzioni fiscali

Nel post precedente parlavo dell'essere noi stessi attori di solidarietá senza ogni volta aspettare che lo stato agisca aiutando questo paese o quella persona.

Ora qualche giorno fá leggendo il libro, ti scopro che in Italia, in termini di deducibilitá fiscale, conviene piu' versare ad un partito politico che ad una qualsiasi ONG.

Esempio: un impresa finanziando una qualsiaasi inziativa sociale e solidale potrá dedurre fino al 2% del reddito. Mentre finanziando un partito si puó dedure fino al 19% : insomma un affarone!

Che solidarietá si puo' promuovere se lo Stato svilisce in questo modo i contributi che i cittadini danno alle ONG?

Prodi facciamo qualcosa?

Noi meglio del G8

Capita spesso di leggere nei giornali che i Governi dei paesi cosidetti piu' sviluppati (G8, UE) anche se io prefirei dire piú "ricchi" si impegnano a versare una percentule X del proprio PIL ai programmi di cooperazione allo sviluppo, o al fondo per la lotta contro l'AIDS. Riassumo la situazione:

Impegno G8 = 0,8% PIL
Media Unione Eruopea (15 membri) = 0.33%
Media Italia= 0.2%

Il problema non é poi non solo é costituto dal fatto di contribuire o no nei termini della percentuale fissata, ma anche di vedere quale parte di tale percentuale é realmente versata (si puo' ingannare calcolando come "aiuto" il debito cancellato) ed in quale modo si decide di destinarla (e questo é un altro problema).

L'opinione pubblica interogata dai sondaggisti si mostra sempre favorevole a queste iniziative.
Oltretutto i paesi tardano a versare i loro contributi cosi che´ invece l'idea sarebbe che ogni persona decidesse di versare una % dei propri introiti a tali inizaitive, senza aspettare che lo faccia stato. E questo dovrebbe essere valido per qualsiasi tipo di iniziativa sociale.

Icittadini devono essere colonna sociale portante del cosidetto stato sociale, non tanto continuando versando tasse ma sopratutto partecipando. Qualcuno riassumeva questo nuova concetto di stato sociale e solidale con la frase "piu' solidarieta, meno Stato".

In sintesi invece di aspettare che lo Stato intervengo perché non prendiamo noi stessi l'inizaitiva versando la suddetta percentuale dei nostri introiti?

martedì, giugno 12, 2007

euro femminile

sará una sciochezza, non sará un grande battaglia politica e sociale. sará oppio per la gente. sará pura operazione di marketing. sará roba da gauche-caviar. sta fatto che questa misura in discussione oggi nel Parlamento spagnolo non mi dispiace.
l'ho letto ed ho iniziato a pensare quante donne ho visto nelle banconote e nelle monete che ho utilizzato. A parte la Montessori (banconta da 1000 Lire), Marie-Curie (vecchia banconota da 500 franchi francesi) e qualche regina del Nord Europa non molte a dire la veritá....

passacce n'altro litro

pare che il neo-presidente francese Sarkozy non abbia proprio retto l'effetto della vodka offertagli all'amico Putin durante un "pranzo di lavoro"in cui i due si sono incontrati al margine del G8.....

e se penso che fino a ieri, a proposito di effetto etilico, io esitavo a pubblicare un video di Aznar che in un visita ad una federazione di produttori viticoli elogiava il vino e, sempre sotto lo sguardo compiacente dei produttori, lamentava i controlli del livello dell'alcol che la polizia stradale effettua

lunedì, giugno 11, 2007

borsisti truffati

a proposito di baroni, eccovi una storia che viene da Siviglia,
il titolo "becarios estafados" sta per "borsisti truffati",
il professore barone intascava i soldi dei suoi giovani otto ricercatori.....
(di 1300€ di borsa mensile gliene venivano dati solo 300€)

x saperne di piu'

Se volete saperne di piu' sulle ultime evoluzioni della questione basca
ma non avete molto tempo, consiglio di leggervi questo articolo.
Se invece avete un pó piú di tempo e volete conoscerne i dettagli allora andate qui.

mercoledì, giugno 06, 2007

Ragioni di un fallimento















Bruegel, Caduta di Icaro, Musées Royaux des Beaux Arts, Bruxelles



Ritorno sull'argomento e poi chiudo. Vi toccherà leggere un ultima filippica poi torenro' alle foto ed ai posto corti (in vertià molto piu' efficaci di qualsiasi messaggio fiume).

La gente mi chiederà quali sono stati i fattori del fallimento del tentato processo di pace. E spratutto vorrà sapere chi ha sbagliato. Come in qualsiasi rapporto, quando qualcosa fallisce la colpa é di tutti, ognuno ha le sure responsabilità. Proviamo ad esaminarle una per una.

Il Governo. Una avvolta avviato il processo e dichiarata la tregua il governo sembra aver perso il suo dinamismo iniziale . Perché, si sa, all'origine della tregua che l'ETA dichiaro' nel marzo dell'anno scorso c'erano stati degli incontri fra degli emissari fra il governo e l'organizazzione armata.

Preso fra la morsa dei media e dell'opposizione. Zapatero s'é bloccato, ha temuto una caduta nei sondaggi e non ha avuto il coraggio di avanzare. Dedicando piu' tempo a rispondere alle accuse dell'opposizione che facendo avanzare il processo.

Ora quando decidi qualcosa, hai la responsabilità ed il dovere di portarlo a termine. Ma spaventato dall'offensiva mediatico-spettacolare della banda di Aznar, il Premier ha iniziato a dubitare ed a tornare sui suoi passi.

A questo aggiungiamo un'altra cosa: il cambio del Ministro degli Interni che segui l'annuncio della tregua non ha probabilmente aiutato il Governo e spiega in parte la perdita di dinamismo. Il Ministro Alonso che aveva guidato i negoziati che avevano preceduto la tregua, venne mandato alla Difesa per essere sostituito da Alfonso Perez Rubalcaba, considerato un re dei neogoziati. E qui , pur con le dovute riserve, perché é facile criticare, esprimo i miei dubbi.

Perché Zapatero ha cambiato un ministro che stava facendo bene il suo lavoro, per uno nuovo?

Rubalcaba, era reduce da un grande successo personale, qualche mese prima, nel giro di una notte era riuscito a far concludere con successo i complicati negoziati per l'approvazione del Nuovo Statuto Autonomo della Catalogna.

Condurre dei negoziati in un contesto pacifico non é lo stesso che farlo in un contesto "armato": Zapatero e la sua squadra qui hanno probabimente commesso un errore chiamando the right man at the wrong place (per diral alla Fenoglio). Si diceva di Churchill che uno come lui poteva vincere le elezioni ed avere successo solo in un contesto di guerra, non é stato cosi' per Rubalcaba. Semmai il contrario. Bravo in contesto di pace, in contesti piu' "caldi" si perde.

ETA. Su questo non si sa troppo. Apparentmente gli equilibri interni sono precari, e l'roganizzazione sempre essere divisi fra "falchi" e "colombe" (anche se non appare davvero approriato definirli cosi). Fra quelli che vogliono proseguire la lotta a tutti i costi umani che questo possa comprendere e quelli che volgiono optare per un soluzione politica del conflitto. Pare che la tregua fosse stata negoziata dai cosidetti "moderati", ma la loro influenza é andata scemando dopo i primi mesi e questo tanto enlla stessa ETA quanto nella sua piattaforma politica, il partito illegalizzato Batasuna. Il braccio duro, pare costituito in gran parte di giovani la cui etá media é inferiore ai 30 anni, si e´fatto sempre piu' insofferente e se nel marzo veniva proclamato il cessato il fuoco ad agosto già venivano eseguiti i primi atti di vandalismo urbano (autobus incendiati, molotov, danneggiamento di bancomat) atraverso una delle tante organizzazioni giovanili. Restano aperte alcune domande:
Cos'e successo? Come poi 30 dopo l'ala dura ha ancora avuto la meglio a scapito di quella "moderata"? Come mai in piena negoziazione con le autoritá politiche spagnole e baschi rappresentati dell'ETA hanno improvissamente irrigidito la loro posizione (o referendum sull'indipendenza subito o nulla)?
L'unica cosa che appare probabile é che parte della gente che ha vissuto tutta la propria vita giustificando la strategia violenta, non riesce a vernirne fuori. La loro paura é che rinunciandovi riconoscerebbe il proprio fallimento (a che sono serviti tutti questi morti se non ho ottenuto quello che volevo?). Il cane che si morde la coda. In parte vuole rinunciare ma non ce la fa. Preferisce continuare piuttosto che rimettersi in discussione.
Appare chiaro che la via violenta non ha futuro, ed é destinata alla sconfitta: ma quanto tempo ci vorrá prima che riescano a uscirne fuori come hanno fatto gli irlandesi?

Media. Responsabili di aver condotto una campagna isterica, all'insegna della spettacoralizazzione della vita pubblica, quasi a voler far leva sulla paura della gente. Sono stati con il fiato sul collo di Zapatero, eccitando e spaventando la gente e finendo per fare il gioco del PP, che se ne é servito ben bene. Hanno favorito un approccio nevrotico, basato sul puro sensaziolismo invece che un approccio pedagogico. Ma si sá non é un novitá. Va detto, come giá indicato, che in parte la colpa e´anche di Zapatero che ha dedicato piu' tempo a rispondere alle accuse dei media e dell'opposizione invece di andare avanti per la sua strada. Pare che lo stesso Gerry Adams, leader dello Sinn Feinn, ex-braccio politico dell'IRA, abbia detto che se in casa sua i media si sarebbero comportati come quelli spagnoli, non si sarebbe mai giunti ad un accordo.

Opposizione. Quest'ultima teoricamente avrebbe dovuto fare il suo dovere, opponendosi. Ha cinicamente aprofittato della complicità dei media isterici per seminare il panico fra la gente. Per capire che atteggiamento ha avuto basta andarsi a riascoltare le parole di Rajoy, il quale criticando la strategia del governo nei confornti dei terroristi, ha detto a Zapatero: "se non gli obbedirete metterano delle bombe e se non mettono le bombe é perché vi sarete inginocchiati a loro". Avete capito?

Si trattava di seminare il panico, lo scetticismo fra la gente con l'appoggo dei media e della loro politica-spettacolo. Ieri c'era pure chi parlava di pena di morte (come ai tempi del caso Moro...)
Chi semina tempesta raccoglierà tempesta. Complimenti Sr. Rajoy.

Era troppo importante per l'opposizione non farsi sfuggire l'occasione. Si trattava di mantenere in vita il terrorismo per poterne trarre consensi elettorali. E vincere le elezioni.

martedì, giugno 05, 2007

Ci risiamo
















Caravaggio, Giuditta che taglia la testa ad Oloferne, Galleria Barberini, Roma


Stamattina, entrando nell'autobus mi era parso di intravedere qualcosa nel giornale del vicino, ma non ci ho fatto caso ed ho continuato a dormire. Poi giunto sul posto di lavoro ho avuto la conferma della bella notizia.

L'organizazzione che difende la lotta armata (ETA) per ottenere l'indipendenza dei Paesi Baschi si dichiara pronta a riprendere la battaglia "per agire su tutti i fronti in difesa dei Paesi Baschi". Dei pazzi.

Era da vari giorni che insistevo con i compagni spiegandogli che ció che ostacola davvero le ambizioni basche é quel gruppo che difende la lotta armata. Quel gruppo blocca tutto. Impedisce qualsiasi tipo di discussione ambiziosa con Madrid.

Anzi il suddetto gruppo senza rendersene conto diventa il motivo che permette ai Governi (Aznar) di adottare politiche bushiste in cui in nome del terorrismo di rifiuta tutto a tutti "perché ne va del bene del paese". E cosi' viene troncata ogni possibilitá di dialogo.

E' la logica del tanto peggio tanto meglio. Sicuramente oggi, qualcuno, nella sede di qualche partito politico si é detto felice della fine della tregua, perché sa che potrà ricavare voti facendo leva sulla paura delle persone.

Nelle attuali circostanze c'é qualcosa che si puo' ottenere con la violenza che non si ottiene con altri mezzi? No.
Sono stati immolati intelletuali, politici, poliziotti. Per ottenere che?
Dolore, morte, disperazione. E non si esce dal circolo.

Il problema e' che questo gruppuscolo, che gode di un appoggio di una fetta della popolazione basca che oscilla tra il 15% al 30%, eccitta ancora di piu' l'altro nazionalismo quello spagnolista ed impedisce un vero dialogo, e con esso un vero incontro di culture. Ed é quello che é necessario. Avvicinare la gente.

Il vero problema e' che gli spagnoli come gli europei non si conoscono: a Madrid non esiste un liceo dove si studi qualche nozione di lingua o di storia basca o catalana. Sicché non e' raro che si incontrano giovani Madrid, di Siviglia o di Valencia che nonostante studi universitar pensano credano che l'ikurriña, la bandiera dei Paesi Baschi, sia la Bandiera della banda armata ETA . Dove si puo' andare avanti di 'sto passo?

Al processo politico ed alla lotta contro la violenza bisogna affiancare un vero processo educativo. Un processo in cui i politici, gli intelletuali ed i media cotribuiscano smettendo di associarie il popolo basco ai terroristi e permettendo al popolo si conosca davvero.

E questo é un processo lungo, ma solo cosi' Spagnoli ed Europei potranno avvicinarsi. Possiamo contare se siamo uniti, e per essere uniti é necessaria una forte volontá politica su tutti i fronti: su quello istituzionale ma anche su quello educativo, e tutto cio' a prezzo di un grande sforzo. Che pero' sará ricompensato.

Per fare tutto questo bisogna crederci davvero. Fino adesso a fronte di belle dichiarazioni si é vista poca volontá politica. Non c'é, perché in molti sanno che finché il conflitto rimarra vivo nei Paesi Baschi potranno trarne voti. Il bene del popolo? Macché, semmai tutto per il potere.

Fino a ché si insistirà ad educare la gente in identitá monolitiche non si va da nessuna parte. Dobbiamo imparare ad associare radicamento nel proprio territorio, tradizione ed apertura. Capire che si puo essere uniti nella diversitá, che nonostante il fatto che siamo diversi, perché ogni persona é diversa dall'latra, siamo parte di una stessa storia, di uno stesso destino (per dirla comi gli U2 "we are one but we are not the same, we should carry each other"). Questo é valido per tutti: Europei, Baschi e Spagnoli.

Perché e' nostro dovere capirci, ascoltarci ed sostenerci. E' nostro dovere perché senno' coreremo sempre il rischio di cadere nella spirale dell'odio, dell'incomprensione e de lla vendetta.

La vita é giá complicata di per se ed anche relativamente corta. Che senso ha alimentare odio e rifugiarsi in assurde identitá assassine ed in chiusure mentali?