L'amico Andrea, romanista sessantenne mi scrive incazzatisimmo. Dice che per colpa di Luís Enrique non ci vede più della rabbia. Che tanta arroganza non si può. Che non ci si improvvisa allenatori in un batter d'occhio. Che Totti non è perfetto ma va comunque rispettato e gestito correttamente, convincendolo che può dare ancora molto se utilizzato a tempo parziale.
Io, guardo Andrea e gli dico cosa penso:
1) Che è vero quello che dice sul Capitano, È evidente che Totti non può più giocare tutte le partite 90', come 10 anni fa. È chiaro che lentamente bisogna assicurare una transizione dall'epoca tottiana. Non però a botta di dichiarazioni imbarazzanti e di cambi umilianti ma poco a poco. Sapendo gestire il Capitano
È normale che poco a poco bisognerà traghettare Totti verso la "pensione", ma non in questo modo. Con dolcezza semmai e con abilità.
2) Baldini non ha avuto tutti i torti a dire quello che ha detto sul Capitano (che sul suo primato c'ha marciato un po' sopra). Ma appunto perché è un dirigente romanista (in pectore) Baldini certe cose non può dirle pubblicamente. Un conto è se le dice in privato ed un altro se lo fa attraverso la stampa con tanto di dichiarazione ufficiale.
A Luis Enrique ed a Baldini bisognerebbe chiedere maggior circospezione. Il secondo da vecchio volpone saprà adattarsi. Sul primo non so (e qui arriviamo al secondo punto).
3) Luis Enrique. Gestire Totti in quel modo senza sapere cosa rappresenta per i romanisti è pura follia. Non che prova di un mix di arroganza ed ignoranza. Se vuoi cambiare le cose devi farlo adattando i codici locali. A Roma non si parla catalano.
Da uomo che scopre una terra straniera, da subito Luís Enrique avrebbe dovuto trovarsi 2 o 3 persone che gli spiegassero la Roma. La sua storia. I suoi tifosi. A quanto pare non lo ha fatto. E si vedono gli effetti.
Le cose si cambiano dolcemente non a botta di uscite arroganti. Se Luís Enrique vuole durare deve imparare a capire linguaggi e codici romani. Altrimenti fa la fine di Carlos Bianchi. Puro harakiri.