In Austria i socialisti del SPÖ ed i popolari del ÖVP sono giunti ad un accordo per governare in coalizione. L'articolo de Le Monde ricorda le tentazioni antieuropeiste e demagogiche dei socialisti austriaci, come a voler dimostrare ancora una volta che il PSE europeo (cosi come d'altra parte il suo fratello opposto del PPE) siano divenuti dei veri e propri fritti misti privi di una vera identità.
"La pietra della discordia tra le due formazioni riguardava l'impegno europeo del paese : lo SPÖ esprimeva la volontà di organizzare un referendum per ogni nuovo trattato europeo, cosa a cui si opponeva l'ÖVP. Alla fine i due partiti hanno deciso che un tale referendum non potrà essere organizzato she di comune accordo. Ostile a tale compromesso, il minisro degli esteri uscente, Ursula Plassnik (ÖVP), europeista convinta, ha annunciato di rinunciare al suo incarico di ministro che pur tuttavia che gli era stato riservato nel nuovo governo.
E' proprio la questione europea - e piu' precisamente la svolta euroscettica dello SPÖ - che il luglio scorso avevano provocato la caduta del governo di coalizione portando cosi' alla tenuta di nuove elezioni, elezioni che hanno visto lo SPÖ arrivare in testa (29,3% dei voti) davanti all'ÖVP (26%). I due partiti hanno pero' registrato un netto calo a vantaggio dell'estrema destra e dei populisti, i quali hanno ottenuto circa il 29% dei voti".
Allora dite qual'é la sfida del Partito Democratico? Qualle di navigare all'interno una grossa formazione multicolore o piuttosto quella di costituire una nuova forza al contempo davvero europeista e riformista? Un passo simile non solo é possibile ma é doveroso, e questo nel rispetto , o meglio per il rispetto, delle radici cristiano-sociali e socialiste del PD.
PS.: Oltre alla riflessione europeista questa faccenda austriaca deve farci riflettere sull'altra morale della storia: se nel tentativo di strappare voti alla destra estrema, la sinistra si affanna ad imitarla sino ad entrare nel terreno pericoloso dell'antieuropeismo e della demagogia nazionalista, beh i cittadini non si sbagliano e come dimostrano i risultati alla brutta copia preferiscono l'originale .
"La pietra della discordia tra le due formazioni riguardava l'impegno europeo del paese : lo SPÖ esprimeva la volontà di organizzare un referendum per ogni nuovo trattato europeo, cosa a cui si opponeva l'ÖVP. Alla fine i due partiti hanno deciso che un tale referendum non potrà essere organizzato she di comune accordo. Ostile a tale compromesso, il minisro degli esteri uscente, Ursula Plassnik (ÖVP), europeista convinta, ha annunciato di rinunciare al suo incarico di ministro che pur tuttavia che gli era stato riservato nel nuovo governo.
E' proprio la questione europea - e piu' precisamente la svolta euroscettica dello SPÖ - che il luglio scorso avevano provocato la caduta del governo di coalizione portando cosi' alla tenuta di nuove elezioni, elezioni che hanno visto lo SPÖ arrivare in testa (29,3% dei voti) davanti all'ÖVP (26%). I due partiti hanno pero' registrato un netto calo a vantaggio dell'estrema destra e dei populisti, i quali hanno ottenuto circa il 29% dei voti".
Allora dite qual'é la sfida del Partito Democratico? Qualle di navigare all'interno una grossa formazione multicolore o piuttosto quella di costituire una nuova forza al contempo davvero europeista e riformista? Un passo simile non solo é possibile ma é doveroso, e questo nel rispetto , o meglio per il rispetto, delle radici cristiano-sociali e socialiste del PD.
PS.: Oltre alla riflessione europeista questa faccenda austriaca deve farci riflettere sull'altra morale della storia: se nel tentativo di strappare voti alla destra estrema, la sinistra si affanna ad imitarla sino ad entrare nel terreno pericoloso dell'antieuropeismo e della demagogia nazionalista, beh i cittadini non si sbagliano e come dimostrano i risultati alla brutta copia preferiscono l'originale .