Quando ho visto l’autogol di Cicinho contro il Bologna, non ci potevo credere. Un capolavoro al contrario, quasi fosse voluto. Un colpo di testa impeccabile per un gol bellissimo, ma nella propria porta: un incubo insomma. Come a voler suggellare il carrierone romanista di questo panchinaro del Real Madrid che oltre tutto ha pure la faccia tosta di lamentarsi.
Mi sembra di rivivere i tempi di Renato: vent’anni fa. Giocatori accolti in pompa magna e non pagati proprio due lire. A Roma abbiamo oramai una tradizione in schiappe brasiliane. Cicinho insieme a Fabio Junior e Renato é oramai destinato ad entrare negli annali delle schiappe giallorosse.
Detto questo non posso tacere il mio malcontento nei confronti di una dirigenza incompetente, avida ed animata da interessi alieni ad ogni forma di romanismo (a differenza di Sensi padre). Se ogni anno giocatori come Cicinho vengono a ingrossare la rosa giallorossa e ci illuminano con questi capolavori, non é difficile capire chi sta dietro queste scelte.
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