domenica, novembre 23, 2008

I falsi problemi europei del PD italiano

Qualche mese c'era chi discuteva del non dilemma europeo del Partito Democratico Italiano: aderire al gruppo dei socialisti europei del PSE di cui facevano parte i DS od a quello dei liberali dell'ALDE con cui stava la Margherita. In realtà, proprio come diceva Cristiana Alicata a suo tempo questa cosa é in realtà un non dilemma.

Nel corso degli ultimi 15 anni, il PSE ed i popolari del PPE, nel tentativo di crescere uno piú dell'altro hanno finito per perdere progressivamente la loro identità, il culmine di questa corsa é stato raggiunto con l'allargamento dell'Unione Europea del 2004. Anche se so che dire questo può dar fastidio la verità é che un pó come il rospo di Fedro, per cercare di essere sempre piú grossi i 2 partiti hanno finito per scoppiare. Come? Finendo per sclerotizzare quasi del tutto la loro vera natura, democristiana per gli uni, socialista per gli altri, ed europeista in entrambi i casi: per verificarlo basta andare a farsi un giro sul sito del Parlamento Europeo e dare uno sguardo alle forze politiche che li compongono. Nei due partiti si possono incontrare europeisti, antieuropeisti, riformisti, neocon, gaullisti, democristiani, socialisti, ecc. tutti riuniti in una sorta di fritto misto (privo di una vera identità).

Nell'Europa del 2008, la vera sfida del PD, ma anche di un PDL davvero europeista, non é certo quella di far parte del PSE o dei liberali dell'ALDE, come se si trattasse di uno tragico scontro ideologico: la vera sfida europea a cui ci si trova di fronte é semmai quella di costituire un soggetto politico europeo che sia al tempo stesso europeista e riformista, un soggetto che in Europa manca sempre di più.

Il Partito Democratico invece di perdersi attorno ad inutili dibattiti "PSE o ALDE" deve sapere cogliere questa opportunità che gli offre e cercare di raccogliere intorno a se le varie anime europeiste e riformiste che, smarrite, vagano per l'Europa. Una simile forza politica, europeista e riformista, permetterebbe al PD di assumere una sorta di leadership europeista, e se noi italiani crediamo in un Europa unita e solidale questa deve essere la direzione, quella di una forza che ha una visione di una Europa unita e coesa e che é capace di difenderla.

E' il momento per rimediare al difetto di quell'europeismo da chiacchiera che l'Italia si porta appresso passando all'azione e conducendo un offensiva europeista. Quando? Ora.

Nessun commento: