
PS.: Lo slogan nasconde anche un gioco di parole visto che, se non vado errato, "No es lo mismo" era anche il titolo di un album del cantante madrilegno Alejandro Sanz.
L'altro giorno dicevo che il fatto che Veltroni avesse fatto il suo discorso davanti alla collina di Spello era stato un bel colpo di comunicazione politica. Mi era piaciuto molto. Eppure guardandolo una seconda volta, verso la fine, ho iniziato ad avere una strana sensazione . Non si trattava di qualcosa che mi disturbasse, era come se mancasse qualcosa. Eppure da un primo sguardo sembrava esserci davvero tutto: il sole, la collina verde, un paese pieno di storia, un leader carismatico, le sue parole incoraggianti, la bandiera italiana, l'inno. Ecco cos'era. La bandiera, e pure l'inno.
Veltroni ha cercato di portare avanti quella rivoluzione iniziata con Ciampi per cui rispettare i simboli della nazione non é un male e per cui essi non devono essere un esclusiva degli ex-MSI ed un retaggio del fascismo. Ce n'é voluto di tempo. E non é un male che un leader politico faccia il suo discorso con a lato una bandiera italiana, e che lo concluda cantando l'inno. Pero' é proprio qui che scatta il cartellino giallo, anzi blu, per Veltroni.
Si dico bene cartellino lu, come la bandiera europea. I tempi cambiano, e cosi' come le dichiarazioni d'amore di mio bisnonno erano diverse dalle mie, l'amor di patria nel 2008 non può essere espresso come nel 1900. A fianco della bandiera italiana mancava la bandiera europea. Perché l'Europa siamo Noi. Perché l'Europa é casa nostra. Perché l'Italia é l'Europa. Perché siamo protagonisti di questa straordinaria avventura sin dal suo inizio nel 1957. Ma anche perché proprio mentre altri fomentando i piu' bassi istinti nazionalisti fanno levare alla bandiera e all'inno europeo il loro statuto ufficiale (che non figura piu' nel Trattato di Lisbona) noi dobbiamo dare il contro esempio.
Se crediamo in un'Europa Unita non basta dirlo, come in sostanza abbiamo fatto fino ad ora, ma bisogna agire iniziando da cose così. Per questa ragione avanzo due proposte:
Me lo sono visto il discorso di inizio campagna di Veltroni fatto a Spello. Ed oltre il senso delle parole mi ha colpito lo scenario, giacché il "Uolter" aveva alle spalle una verde collina con un bel villaggio medievale. Ora sarà che con quella collina si voleva evocare la storia millenaria dell'Italia, sarà che iniziando da un villaggio anziché da un megacentro di congressi di una metropoli si voleva dare un'impressione di vicinanza al territorio, sta di fatto che la scelta per me é stata azzeccattissima (certo non é stata causale). Un grande colpo di comunicazione politica. la storia, il sole, la natura in quel panorama c'era qualcosa di rassicurante e di incoraggiante.
Vedendola mi é venuto in mente il centrista francese Bayrou che aveva inaugurato la sua campagna presidenziale pure lui "in campagna", nella sua città, Pau, davanti Pirenei. Ed a me l'immagine di quell'uomo con dietro quelle montagne come sfondo, mi piaceva. Così distante appunto dalle mega-convention di partito, dai palazzi. Ancora una volta la natura: i Pirenei, cosi imponenti, in quel caso mi rassicuravano. Bayrou proprio come avrebbe fatto Veltroni qualche mese dopo , da li che annuncio' il suo progetto per la Francia.
E poi mi é pure venuto in mente un episodio capitatomi qualche anno fa: mi trovavo a Bruxelles, ed era la prima volta che mettevo piede in Rue de la Loi, proprio li' dove si trovano la maggior parte degli uffici delle istituzioni europee (per farvi un'idea guardate qui e qui) . Sarà che era notte, sarà che pioveva, sarà che c'era un traffico pazzesco. Sta di fatto che il fatto di scoprire che l'Europa si faceva e si discuteva in un posto del genere mi preoccupo'. Buio, inquinato, con quei palazzi che non facevano entrare la luce: a momenti pareva Gotham City (mancava solo Batman). Pensavo che l'Unione Europea, per me fonte di speranza, avrebbe dovuto trovarsi in una collina verde, in mezzo alla campagna (e le colline verdi in Belgio non mancano!). Pensavo che da un posto del genere sarebbe davuto partire il progetto europeo: perché a volte anche qeuste sono le basi. Sarà questione di gusti, sarà che mi era sbagliato, sta di fatto che oggi come ieri, tanto Veltroni che Bayroux é da un collina che hanno dato inizio alla campagna. E non mi sembra per niente male.
L'altro giorno quando sul treno Hendaye-Paris é passato il carrello bar ed ho letto la lista dei prodotti in vendita, sono rimasto colpito. c'era la panna cotta! questo dolce italiano, sconosciuto fino a poco tempo fa, sta avanzando. In realtà qualche giorno prima avevo già visto che lo vendevano in un supermercato al confine franco-spagnolo.
E' il segno del fascino italiano, di un paese che piace, e sopratutto che pur essendo capace di fare sistema, di fare gruppo, ci sa fare. Quando vedo che le confezioni di scaglie di parmigiano e la mozzarella di bufala in supermercati di villaggi sperduti della Costa Atlantica francese questo é il segno di un vittoria: gli italiani che non riescono ad organizzarsi ed a imporre le proprie decisioni nelle istanze europee, anno dopo anno, colonizzo le tavole da pranzo europee. E' qualcosa di più sottile ed a anche di piu' profondo, ma a cui manca però qualcosa.
Se solo il paese imparasse a fare sistema, a difendere in maniera costruttiva i propri interessi, come già sanno fare i Francesi e gli Spagnoli (divisissimmi in casa ma unitissimi quando si tratta di ottenere qualcosa all'estero) l'Italia potrebbe fare delle cose eccezionali. Se così fosse forse l'Europa sarebbe più unità e "federale"di quanto lo é adesso per via dell'azione del nostro paese.
Qualche giorno fa, il Eremete Realacci ha paragonato il nostro paese al giocatore di calcio Garrincha, dicendo che seppur zoppicca l'Italia continua a correre, in realtà se queste sono state le sue parole la storia non é del tutto esatta. Il fatto é che Garrincha zoppico' per tutta la vita, ma quando correva questo suo zoppicare dava alla sua corsa un ritmo tutto speciale che disorientava gli avversari: ma per fare questo doveva correre. Ecco per me é l'Italia conserverà sempre questo suo zoppiccare, sempre avrà i suoi difetti, le sue carenze, le sue bizzarerrie, ma se con disciplina ce la mettesse tutta e si metesse a correre questo sua bizzarreria diventerebbe quasi una virtu' come per Garrincha ma per fare questo bisogna correre sul serio .