giovedì, febbraio 14, 2008

cartellino giallo (anzi blu)















L'altro giorno dicevo che il fatto che Veltroni avesse fatto il suo discorso davanti alla collina di Spello era stato un bel colpo di comunicazione politica. Mi era piaciuto molto. Eppure guardandolo una seconda volta, verso la fine, ho iniziato ad avere una strana sensazione . Non si trattava di qualcosa che mi disturbasse, era come se mancasse qualcosa. Eppure da un primo sguardo sembrava esserci davvero tutto: il sole, la collina verde, un paese pieno di storia, un leader carismatico, le sue parole incoraggianti, la bandiera italiana, l'inno. Ecco cos'era. La bandiera, e pure l'inno.

Veltroni ha cercato di portare avanti quella rivoluzione iniziata con Ciampi per cui rispettare i simboli della nazione non é un male e per cui essi non devono essere un esclusiva degli ex-MSI ed un retaggio del fascismo. Ce n'é voluto di tempo. E non é un male che un leader politico faccia il suo discorso con a lato una bandiera italiana, e che lo concluda cantando l'inno. Pero' é proprio
qui che scatta il cartellino giallo, anzi blu, per Veltroni.

Si dico bene cartellino lu, come la bandiera europea. I tempi cambiano, e cosi' come le dichiarazioni d'amore di mio bisnonno erano diverse dalle mie, l'amor di patria nel 2008 non può essere espresso come nel 1900. A fianco della bandiera italiana mancava la bandiera europea. Perché l'Europa siamo Noi. Perché l'Europa é casa nostra. Perché l'Italia é l'Europa. Perché siamo protagonisti di questa straordinaria avventura sin dal suo inizio nel 1957. Ma anche perché proprio mentre altri fomentando i piu' bassi istinti nazionalisti fanno levare alla bandiera e all'inno europeo il loro statuto ufficiale (che non figura piu' nel Trattato di Lisbona) noi dobbiamo dare il contro esempio.

Se crediamo in un'Europa Unita non basta dirlo, come in sostanza abbiamo fatto fino ad ora, ma bisogna agire iniziando da cose così. Per questa ragione avanzo due proposte:

  1. Che in tutti gli atti ufficiali e di campagna del PD li' dove ci sia una bandiera italiana a suo fianco si ponga una europea;
  2. Che le riunioni ed atti del partito (e domani del Governo) che finiscono con l'inno di Mameli, siano anche accompagnati dal suono dell'inno europeo (Inno alla Gioia)
Perché se noi sogniamo un'Italia europea e rivendichiamo il primato europeista dell'Italia é da Noi che deve partire l'esempio.

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