Pare che Luis Enrique sarà il prossimo allenatore della mia Roma. Io non son molto convinto. Primo perché non ha nessuna esperienza come allenatore di prima divisione. Secondo perché di calcio italiano di esperienza ne ha ancor di meno. Terzo perchè per esportare il modello Barça non è che è sufficente prenderne l'allenatore in seconda.
Luis Enrique non conosce né l'Italia né tantomeno Roma ed i romani. Secondo me andiamo incontro all'ennesimo fiasco. Alla Carlos Bianchi (uno sciagurato) od alla Benitez(un signore). L'ennesima fregatura. O peggio come Adriano. E lo dico con profonda frustrazione.
A Roma c'è bisogno di qualcuno che conosca la tempera italiana ed ancora più quella romana. Non è un caso se gli ultimi allenatori che ci hanno fatto vincere è stata gente come Nils Liedholm, che a Milano con gli italiani ci aveva fatto il callo, o come Capello che Roma già la conosceva.
Per me, problemi di dirigenza latitante a parte, esiste un solo nome della persona che corrisponde al profilo dell'allenatore condottiero. Carletto Ancelotti.
3 commenti:
Pure io sono convinto che il modello Barca è molto oltre il solo allenatore Guardiola...quanto ad Ancelotti, non credo che possa o voglia mettersi in gioco con un progetto che è tutto da svelare.
Portiamo pazienza, se son rose fioriranno...
un abbraccio M
La storia di Luís enrique mi fa pensare alle cosidette cattedrali del deserto che si trovavano in alcuni paesi dell'Africa SubSahariana. Nell'intento di perseguire lo sviluppo economico europeo, cosa facevano questi paesi? Decidevano di dotarsi delle stesse costosissime infrastrutture degli europei.
Enormi fabbriche. Enormi ponti. Che però erano circondati dal nulla. E che per questo non sono serviti a nulla. Quello di cui c'era bisogno non era la fabbrica in mezzo ala foresta. Ma una dinamica economica, politica e sociale. Certo risulta assai più facile costruire una costosissima cattedrale nel deserto piuttosto che avviare una simile dinamica.
Questo succede con l'arruolamento del soldato Luìs Enrique. Si pretende emulare il modello Barça prendendone un pezzetto.
La sensazione è che:
- Questa dirigenza americana di calcio ne capisce veramente poco (come è successo a Liverpool). E ragiona come i capi di stato sub sahariani già citati.
- A Roma rimaniamo terribilmente pacchiani e provinciali. E davanti la prima cattedrale nel deserto ci emozioniamo.
Ulitma nota riguardo Ancelotti. forse non ora ma son convinto che Carletto non tradirà le promesse.
Quanto dichiarato a La Stampa è abbastanza chiaro. come dire "sì alla Roma ma non ora e non così".
Prima deve capire che aria tira. Vuole vedere come andrà a finire con Luìs Enrique.
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