venerdì, aprile 15, 2011

il sultano e le ragioni della sua corte

È oramai cosa nota che durante una cena con i corrispondenti della stampa estera, l'attuale Presidente del Consiglio italiano, abbia accennato ad un eventuale staffetta con l'aAngelino Alfano. Non era la prima volta che il Premier italiano si lasciava a considerazioni simili.

Senonché, apriti cielo, i vari colonelli piedellini non hanno affatto gradito la confidenza berlusconiana, che in men che non si dica è stata appunto smentita (che strano eh?). I vari Verdini, Cicchitto e Matteoli vari si sono affrettati a dire che son tutte fantasie. Ma perché tanta fretta? Perchè tanto timore?

Perché forse loro stessi ambiscono a quel posto? No, visto che non sembrano avere né le capacitá, né l'autorità, né il carisma necessario.

Perché pensano che uno come Silvio dove lo trovi? Che non c'è nessun che lo può sostituire in termine di consensi? Forse.

Secondo me però la verità è un'altra. Il Sultano è oramai alla Sambuca. Non controlla più la situazione. Ed attorno a Lui è il caos. O meglio il Circo, con la c amiuscola. Un viavai sfrenato di nani e ballerine politici, che, entrati nelle sue grazie, si scatenano sapendo che ora hanno carta bianca e che questa situazione a loro favorevole durerà solo finché Lui sarà al potere.

La corte del Sultano è insomma perfettamente cosciente che a partire dal momento in cui Lui faccia un passo indietro e venga nominato un Reggente, il Circo finirà e loro non si potranno più permettere tante libertà.

Evidentemente ogni potente ha la cua corte, ed a ogni cambio di potere corrisponde, per così dire, un cambio di cortigiani. Ma il caos in tale momento è tale e tanto (ricorda per certi apsetti gli ultimi giorni del craxismo) che la Corte piedellina è perfettamente cosciente che appena il Sultano abdicherà a favore di un successore (trattasi di morachia) le cose cambieranno radicalmente. Finirà il Bazar insomma.

La nullità politiche, che popolano il paritto solo in virtù della simpatia che il Sultano nutre nei loro confronti, sarebbero insomma spazzate via. La presenza di un leader giovane ed energico limiterebbe il margine di manovra dei cortigiani piedillini che si troverebbero così orfani del loro generoso e confuso "mecenate".

Insomma il Bazar berlusconiano conviene a troppi nel seno del PDL, e questi troppi hanno interesse a che questa situazione di anrchico status quo duri il più possibile. Non tanto per paura di una (improbabile) vittoria dell'opposizione quanto per il fatto stesso che un Caligola così che permette tutto a tutti non lo troveranno più da nessuna parte.

Anche per questo, le possibilità che il (non) governo arcorese duri tutti i suoi 5 anni sono decisamente elevate. Lo status quo giova a troppe persone in seno al PDL. Povero paese.

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