In questo momento Barça e Real Madrid stanno disputando la prima delle loro quattro sfide. I media annunciano pompasamente l'evento. I telecronisti strepitano. Eppure io non vedo niente di speciale. Solo le solite due squadre che si sfidano da anni monopolizzando il futból spagnolo. Ci si potrà pure entusiasmare per lo spirito della Macía, il gioco di Messi, le triangolazioni di Xavi. Certo.
Ma in fondo è sempre la solita minestra. Il potere sempre in mano hai soliti. Poi dicono che il calcio non è una metafora della vita. Macché: tale e quale.
Il mondo va avanti con i suoi cicli, le sue dinamiche impietose. Come il calcio. Tic-Tac-Tic-Tac-Tic-Tac. Barça-Real-Barça-Rela-Barça-Real. Poi ogni tanto, all'improvviso, arriva la sorpresa che non ti aspetti. La squadra capace di scardinare il sistema per un attimo. La pennellata colorata.
Solo che gli ultimi anni di pennellate colorate in Spagna come in Italia, se ne vedono sempre di meno. Ed i campionati diventano sempre più monotoni. Bianconero. Blaugrana. Rossonero. Merengue. Neroazzurro.
In queste circostanze per quanto appaia assai difficile, in cuor mio spero sempre in uno scherzo del destino.
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