lunedì, luglio 14, 2008

questione di sopravvivenza

Nelle discussione di un post pubblicato sul blog dei iMille ho trovato questo intervento:

Testimonianza da un "padre" (sopravvissuto): Nel '58,ragazzino,ho viaggiato per lavoro F,D,NL,B,CH con base in Lussemburgo, accompagnando in auto uno zio che faceva import/export. Ancora oggi ho un ricordo scioccante delle 6 valute da sostituire continuamente(in un gigantesco portafogli multiscomparto),ad ogni passaggio di confine (anche 4 o 5 al giorno).Code alle dogane, con perquisizione del portabagagli alla ricerca anche solo di un fiasco di vino. A Trier e Koblenz, così come a Bastogne e Eindhoven ancora immense rovine della guerra terminata 13 anni prima. Per noi,ma sopratutto per le giovani e future generazioni, perseguire l'unione politica europea è un must, non tanto per gli evidenti benefici monetari e di mercato, ma per una questione di sopravvivenza: una nuova guerra europea sarebbe la fine irreversibile dell'Europa politica e fisica...

Se mi hanno insegnato un cosa é che non bisogna dar nulla per scontato. La pace, che oggi regna sul nostro continente, non é una casualità, ma il frutto di un lungo e paziente lavoro. Lavoro che va continuato. Nulla é dovuto, nulla é garantito. E' per questo che bisogna portare avanti e rinforzare il processo di integrazione europeo.

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