La vicenda dell'imam "veneto" appena espulso dal ministro Alfano mi porta a riflettere in generale sullo strumento "espulsioni".
Non so quale sia il percorso di questo
imam e da quanti anni viveva in Italia, ma l'espulsione non mi sembra
davvero una soluzione. Come dire: ce ne sbarazziamo e passiamo la patata
bollente ad un altro paese, poi se fa danni lì che ci frega.
La
soluzione dell'espulsione mi sembra tanto più assurda quando viene
invocata nei confornti di persone nate e cresciute in Europa e che di
straniero hanno solo il passaporto ereditato dai genitori (vedi, tanto
per fare un esempio casi franco/algerini o franco/marocchini).
Penso
al caso dell'autore della strage di Bruxelles (Museo Ebraico), qualcuno
ne ha invocato l'espulsione nel paese di origine dei genitori: ok lo
espelli in un paese (dove per altro non ha mai vissuto) e poi che?
Risolvi così il problema sicurezza ed integralismo?
Penso che i
nostri dirigenti, ossessionati dai consensi elettorali, hanno davvero le
idee confuse in materia di publica sicurezza.
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