Nel 1994, l'indomani della vittoria dell'allora imprenditore Silvio Berlusconi, quelli del TG1 intervistarono una vecchietta che agli albori era andata a fare la spesa del mercato di Via Locchi ai Parioli. La vecchietta interrogata dal cronista strepitò: "Craxi! Le elezioni le ha vinte Craxi!".
Sì lui Bettino, l'innominabile. Il transfugo di Hammamet. Era lui che pur nell'assenza aveva vinto le elezioni, attraverso quello che ne fu il pupillo ed il maitre à penser televisivo. Silvio Berlusconi.
Così l'imprenditore brianzolo iniziò ad incantare l'Italia. Dietro di lui si portava il grande sogno italiano quello che lui stesso aveva costruito con la pubblicità e la tv. Quel sogno a cui tanti italiani eran intimamente legati. Era un sogno radicato in una realtà oramai in via di scomparasa quello degli anni '80. Della barca va e delle vacche grasse. Quello dove l'Italia cresceva e molti ne approfittavano. Della prosperità regalata a tutti. Delle cosce e delle tette. Delle strasse e delle paillettes.
Tutto questo ma con parole migliori delle mie lo spiegava qualche giorno fa Massimo Gramellini, all'indomani delle elezioni milanesi.
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