lunedì, maggio 17, 2010

governo socialista

Allora cerchiamo di riassumere: Zapatero, il premier spagnolo, quello che i media italiani avevano trasformato in un'icona modello della laicità "statolatrica", ha dei seri problemi. Il paese di cui è capo non se la passa un granchè. L'economia stagna. Il deficit cresce. Ed i mercati gli danno contro.

Sicché sul più brutto decide di adottare delle misure. Va al parlamento e spiega che bisogna stringere la cinghia. Presenta 10 misure. Due su tutte: 1) Si congelano gli aumenti indicizzati delle pensioni; 2) Si riduce il salario dei funzionari del 5%.

In ultimo vista l'urgenza taglia pure gli aiuti alla cooperazione allo sviluppo, ovvero il suo vanto: aveva voluto fare della Spagna uno dei pochissimi paesi al mondo a rispettare l'impegno ONU di destinare il 0,7% alla cooperazione.

I tempi sono duri effettivamente, e nei tempi duri tutta la collettività deve prestarsi al sacrificio. Proprio per questo questo tipo di misure non mi hanno turbato. Me le aspettavo. Sapevo che data la situazione si sarebbe dovuto stringere la cintura.

Il problema però è che per risparmiare, la cintura si è decisa di farla stringere soprattutto alle classi medio-basse. Fra aumento dell'IVA e riduzioni salariali varie potete immaginare.
Il problema è che se si sale sul palco è che si annuncia che tutti devono fare i scacrifici. Davvero tutti devono farlo. Non solo una parte.

Il problema è che appunto queste misure le ha adottate un governo che si definisce socialista.
Il problema è che pochi giorni dopo, in Francia un governo che si vuole "conservatore", ha annunciato l'aumento delle tasse sulle grandi rendite.

Il problema è che dove ha osato un governo di destra, un governo modello di sinistra non ha avuto il coraggio.

E qui si apre l'interrogativo: in cosa si dovrebbe distinguere un governo "socialista" in questo frangente?

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