Se le cose vanno come sembra, il Brasile finirà per concedere una forma di asilo politico a Cesare Battisti. Si trattarerà di un erorre giacchè basato su una analisi politica sbagliata. Cerco comunque di affrontare la questione sotto un angolo più complesso:
1) Che gli Stati non rispettino i trattati non è una novità. Alla base di decisioni come l'estradizione o l'asilo politico ci sono valutazioni di carattere eminentemente politico; 2)In Italia si sarebbe dovuta proclamare da tempo un amnistia generale per ex-terroristi neri e rossi o comunque trovare una soluzione politica. Si sarebbe dovuto comunque avviare un processo di riconciliazione nazionale per poter chiudere definitivamente con quel passato, e perdonare definitivamente chi si è pentito; 3) "Riconciliazione" non vuole dire "chi ha avuto ha avuto ecc." ma piuttosto iniziare una lenta elaborazione del proprio passato; 4) Dico "perdonare chi si è pentito" perchè quella che ha avuto la meglio è stata la Repubblica Italiana e non le bande armate. Essendo passati molti anni, nell'ottica di un processo di riconciliazione nazionale, quello che più conta ora è il pentimento più che la pena: che senso avrebbe oltretutto far scontare un decennio di galera ad un ex-terrorista pentito, 30 anni dopo, se oltretutto implora perdono?; 5) Come in Francia in certi ambienti si crede nella vulgata per cui l'Italia degli anni '70 era una specie di Cile. Ora il nostro paese aveva allora dei seri problemi, è verissimo. Ma non si trattò di nulla di comparabile con i Pinochet-Videla e compagnia bella: ricordiamocelo allora eravamo noi a dare asilo ai rifugiati Cileni, Argentini e Brasiliani e non viceversa; 6) Battisti invece di scappare a destra ed a manca avrebbe dovuto fare come Toni Negri, il quale dopo lungo ripensamento, negli anni '90 si consegnò alle autorità italiane riconoscnedo i propri errori passati.
Conclusione: Brasile e Francia hanno delle colpe ma fino ad un certo punto. Se la politica italiana e Battisti avessero fatto uno sforzo reciproco (la prima avviando un processo di riconciliazione ufficiale ed il secondo riconoscendo i propri errori e chiedendo perdono ai parenti delle vittime) forse ci saremo potuti risparmiare questa pantalonata dell'asilo politico. Detto questo asilo o non asilo, estradizione o meno, una rinconciliazione nazionale va (andava) tentata.
1) Che gli Stati non rispettino i trattati non è una novità. Alla base di decisioni come l'estradizione o l'asilo politico ci sono valutazioni di carattere eminentemente politico; 2)In Italia si sarebbe dovuta proclamare da tempo un amnistia generale per ex-terroristi neri e rossi o comunque trovare una soluzione politica. Si sarebbe dovuto comunque avviare un processo di riconciliazione nazionale per poter chiudere definitivamente con quel passato, e perdonare definitivamente chi si è pentito; 3) "Riconciliazione" non vuole dire "chi ha avuto ha avuto ecc." ma piuttosto iniziare una lenta elaborazione del proprio passato; 4) Dico "perdonare chi si è pentito" perchè quella che ha avuto la meglio è stata la Repubblica Italiana e non le bande armate. Essendo passati molti anni, nell'ottica di un processo di riconciliazione nazionale, quello che più conta ora è il pentimento più che la pena: che senso avrebbe oltretutto far scontare un decennio di galera ad un ex-terrorista pentito, 30 anni dopo, se oltretutto implora perdono?; 5) Come in Francia in certi ambienti si crede nella vulgata per cui l'Italia degli anni '70 era una specie di Cile. Ora il nostro paese aveva allora dei seri problemi, è verissimo. Ma non si trattò di nulla di comparabile con i Pinochet-Videla e compagnia bella: ricordiamocelo allora eravamo noi a dare asilo ai rifugiati Cileni, Argentini e Brasiliani e non viceversa; 6) Battisti invece di scappare a destra ed a manca avrebbe dovuto fare come Toni Negri, il quale dopo lungo ripensamento, negli anni '90 si consegnò alle autorità italiane riconoscnedo i propri errori passati.
Conclusione: Brasile e Francia hanno delle colpe ma fino ad un certo punto. Se la politica italiana e Battisti avessero fatto uno sforzo reciproco (la prima avviando un processo di riconciliazione ufficiale ed il secondo riconoscendo i propri errori e chiedendo perdono ai parenti delle vittime) forse ci saremo potuti risparmiare questa pantalonata dell'asilo politico. Detto questo asilo o non asilo, estradizione o meno, una rinconciliazione nazionale va (andava) tentata.
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